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n.15 settembre 2014
duzioni sane e di qualità (apprezzate sia per fini alimentari per
l’uomo che come alimento per le produzioni animali di latte e
carne), ben conservabili per un uso differito nel tempo, è un al-
tro ambito in cui le BAT risultano fondamentali: attualmente, ad
esempio, si stanno sviluppando molto i sistemi di fasciatura di
balle sia per il fieno ma anche, più di recente, di insilato di mais
che consentono un ottimale utilizzo delle qualità del prodotto e
la conservabilità nel tempo. Naturalmente vi è anche la neces-
sità di considerare diversamente la programmazione colturale,
introducendo rotazioni colturali (nuova PAC) che siano legate
alle effettive richieste e necessità del mercato: produzione di ciò
che serve nelle corrette quantità, entrando in una logica di Life
Cycle Assessment.
Anche Elisa Sassolini conferma le lavorazioni conservative
come una valida alternativa per ridurre gli impatti ambientali e
proprio per questo la sua azienda si è orientata anche verso
attrezzature che riducono il numero di passaggi sul terreno,
sviluppando anche kit di trasformazione per rendere idonee al
sod-seeding alcuni tipi di seminatrici pneumatiche di precisione
ed anche uno speciale coltivatore-preparatore che consente in
unico passaggio sul terreno di ottenere un buon grado di affina-
mento ed un buon letto di semina. Riguardo ai temi della lotta
all’erosione ed alla desertificazione la sua azienda ha anche re-
alizzato, in brevetto congiunto, uno speciale aratro che consen-
te di creare nel terreno delle semilune-microbacini superficiali e
delle tasche di raccolta d’acqua sotterranee tramite le quali si
riesce a raccogliere tutta l’acqua piovana e di ruscellamento su-
perficiale in zone dove le modeste precipitazioni e le attività an-
tropiche mal gestite hanno instaurato fenomeni di degradazione
e desertificazione. Conclude la Sassolini evidenziando tuttavia
il fatto che le tecniche a minor impatto ambientale hanno oltre ai
vantaggi che conosciamo anche delle limitazioni (in particolare
una riduzione più o meno sensibile delle produzioni, un signi-
ficativo incremento di infestanti che implica un massiccio uso
di diserbanti) le quali devono essere caso per caso valutate a
seconda del tipo di coltura e delle caratteristiche edafiche.
Enrico Rampin sottolinea il fatto che l’agricoltura Blu, che si pre-
senta quindi come una valida alternativa all’agricoltura conven-
zionale con i molteplici vantaggi precedentemente illustrati, pre-
senta anche benefici economici, riconducibili alla diminuzione
degli interventi meccanici per la preparazione del letto di semina
nonché alla riduzione dell’impiego di concimi minerali e prodot-
ti fitosanitari. Proprio per questo motivo anche la sua azienda
propone numerose soluzioni tecniche adatte sia alla minima
lavorazione del terreno (ad esempio erpici a dischi, ad ancore,
coltivatori combinati), che alla semina di cereali o colture mono-
germe su suolo minimamente lavorato o sodo.
L’applicazione della metodica LCA (Life Cycle Assessment)
alle operazioni agricole può risultare utile?
Marco Fiala ci spiega che l’applicazione della metodologia LCA
ad un determinato prodotto, oppure a una singola operazione
di campo, piuttosto che a un’intera filiera di produzione, per-
mette di quantificarne - attraverso precise ‘categorie di impatto’
- le prestazioni complessive ambientali, permettendo in questo
modo confronti e scelte tecniche su basi oggettive. Al tal fine
e considerando la necessità di disporre di specifiche compe-
tenze tecniche sui diversi aspetti delle produzioni agricole, ci
racconta che presso il suo Dipartimento si è formato un Gruppo
di Lavoro dedicato a questa disciplina, nel quale le scelte am-
bientali saranno prioritarie. Infatti, il LCA permette di individuare: i)
i punti chiave (nell’ambito del processo analizzato) con la maggiore
incidenza sull’impatto ambientale complessivo, indirizzando imme-
diatamente gli interventi di ottimizzazione; ii) tra varie soluzioni che
conducono al medesimo prodotto (ad esempio, la granella di un
cereale) quella che meno impatta sull’ambiente, fornendo pronte
indicazioni sulle migliori pratiche produttive.
Giovanni Donatacci evidenzia la necessità di sperimentare nuovi
percorsi agronomici sostenibili che interessino l’intera filiera con
un percorso tecnico che coinvolga la gestione del terreno, la con-
cimazione, la difesa e la distribuzione dell’acqua, combinata con
la scelta appropriata delle sementi e alla necessaria rivalutazione
dei benefici derivanti dalla rotazione delle colture. Fondamentale a
tal fine è proprio l’attuazione di una visione sistemica dei processi
e dei prodotti finali alimentari risultanti dal processo agricolo con-
siderando l’intera storia ‘dalla culla alla tomba’ (LCA): dal terreno
alla distribuzione, al consumo da parte del consumatore finale. Un
esempio concreto di sperimentazione in tal senso è ‘Magis’, il pri-
mo e più avanzato progetto sulla sostenibilità della vitivinicoltura
in Italia: produttori di vino, comunità scientifica, enologi e industria
lavorano insieme per migliorare la sostenibilità e la sicurezza del
vino italiano nel modo più concreto, efficace e trasparente in tutto
la filiera, dalle operazioni in campo come la concimazione di preci-
sione (VP) e le operazioni di difesa sempre tracciabili ed effettuate
in modo differenziato nel rispetto di programmi di prescrizione, alle
operazioni in cantina, alla commercializzazione e quindi all’apprez-
zamento qualitativo da parte del consumatore. Conclude Donatacci
evidenziando come anche nel settore del grano duro si sono svilup-
pate alcune filiere che nascono dall’alleanza tra agricoltori, centri
di raccolta prodotto e pastifici per dare un valore alla tradizione
italiana, remunerare l’agricoltore che produce qualità e monitorare
tutte le attività di trasformazione, produzione industriale del pro-
dotto finale. Secondo Enrico Rampin, invece, la struttura della me-
todologia LCA, per come è stata originariamente concepita, poco
si presta alla valutazione di processi che coinvolgono una fase di
produzione agricola, principalmente a causa della natura sito-di-
pendente dei processi agronomici e della complessità dei sistemi
coinvolti (terreno).
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