Energia_Ambiente_14 - page 59

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n.14maggio 2014
WFD in Italia, con
particolare riferimento
alla componente
macrobentonica fluviale
e a alcuni aspetti chiave
estesamente affrontati
nel progetto Life+ Inhabit
(LIFE08 ENV/IT/000413,
Implementazione dellaWFD
in Italia
A livello nazionale, la
WFD è stata recepita,
per i principali aspetti
relativi al monitoraggio
delle acque correnti
superficiali, con il DLgs 152
del 1999 e con i decreti
attuativi DM 131/2008,
DM 56/2009 e DM
260/2010. In particolare,
quest’ultimo Decreto
Ministeriale rappresenta
senz’altro un punto di
arrivo ma non può essere
considerato la conclusione
del percorso iniziato.
Sono infatti in previsione
alcuni aggiornamenti a
tale decreto, anche alla
luce delle attività europee
di intercalibrazione e
in relazione al fatto
che Regioni e Agenzie
hanno implementato il
pool di dati raccolti in
conformità alle sopra
citate normative, rendendo
evidenti le necessità di un
aggiornamento.
Nello specifico, per i fiumi,
gli obiettivi principali
raggiunti includono:
- definizione dei criteri
per derivare i tipi fluviali
riportati in DM 131/2008 e
in [1];
- definizione dei criteri per
la selezione di siti fluviali di
riferimento [2] [3];
- definizione del metodo
per la raccolta degli
invertebrati fluviali [4] e
per i principali Elementi
Biologici di qualità [5];
- definizione dei metodi
per la caratterizzazione
idromorfologica dei fiumi
[6] e per la valutazione
degli habitat [7];
- definizione dei criteri
per la designazione dei
corpi idrici fortemente
modificati [8];
- definizione dei metodi
da utilizzare per la
classificazione dello
stato ecologico per gli
invertebrati fluviali [4]
[2] e, più in generale, per
i principali elementi di
qualità biologica;
- stesura del decreto
monitoraggio (DM 56/2009)
che sancisce i diversi
tipi di monitoraggio e le
frequenze;
- definizione dei valori di
riferimento per invertebrati
bentonici fluviali, diatomee
e macrofite, inclusi in DM
260/2010.
Nel contesto generale di
implementazione della
WFD, il progetto Life+
Inhabit ha senz’altro
fornito numerosi spunti
che potranno, per varie
tematiche, coadiuvare
tale processo di
implementazione sul
territorio Italiano ma
anche più in generale in
ambito sud-europeo. Con
riferimento al processo di
recepimento effettivo della
WFD, il progetto Inhabit
ha posto l’accento sugli
habitat come elemento
chiave per la comprensione
della funzionalità e
dello stato ecologico
dei sistemi acquatici.
Inoltre, attraverso
la quantificazione
dell’influenza degli habitat
sulle comunità biologiche,
Inhabit ha proposto
elementi utili per valutare
l’efficacia delle misure di
riqualificazione poste in
essere.
In sintesi, Inhabit ha
fornito, per i fiumi, elementi
conclusivi in merito a
numerosi temi, alcuni dei
quali sono brevemente
elencati nel seguito.
ƕ
Inhabit, in contesti
geografici molto diversi
tra loro, ha fornito esempi
concreti ed esaustivi
di come gli impatti
legati alle alterazioni di
habitat possano essere
quantificati. Gli elementi
acquisiti in Inhabit
potranno supportare
un’efficace valutazione
degli effetti delle misure di
riqualificazione.
ƕ
Inhabit ha consentito di
verificare come una quota
rilevante di variabilità
osservata nei siti di
riferimento, o comunque
in tratti fluviali non
significativamente alterati,
sia associata a fattori di
habitat, che sono rilevabili
e quantificabili. Si è potuto
confermare che il carattere
lentico-lotico (LRD) riveste
un ruolo determinante nello
strutturare le comunità
degli invertebrati acquatici.
Inhabit ha quindi definito un
modello generale che mette
in relazione la variabilità
dello star_ICMi (e delle
sue metriche componenti)
con il carattere lentico-
lotico. Attraverso questo
modello Inhabit ha
quindi potuto definire
quando sono necessarie
correzioni nei valori di
riferimento attesi, così
contribuendo a migliorare
l’accuratezza dei sistemi
in uso per la componente
ACQUA
1...,49,50,51,52,53,54,55,56,57,58 60,61,62,63,64,65,66,67,68,69,...86
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