Energia_Ambiente_14 - page 58

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n.14maggio 2014
La Direttiva Quadro sulle
Acque (WFD, Water
Framework Directive -
2000/60/EC) è una direttiva
chiave della legislazione
europea che stabilisce
un piano per impedire
il deterioramento della
qualità delle acque e per
proteggere, o migliorare,
lo stato dei corpi idrici.
LaWFD si pone come
principale obiettivo il
raggiungimento dello stato
di qualità almeno ‘buono’
per tutti i corpi idrici entro
il 2015. Vi sono molteplici
aspetti innovativi contenuti
nella Direttiva. Tra questi,
una delle novità più
rilevanti è costituita dalla
modalità di classificazione
della qualità dei corpi idrici
attraverso il confronto con
ambienti di riferimento,
definiti all’interno dello
stesso tipo di corpo
idrico. I ‘tipi’ costituiscono
gruppi omogenei
per caratteristiche
orografiche, climatiche e
geomorfologiche, nei quali
si può riscontrare una
limitata variabilità chimica,
fisica e biologica. Sulla
base di questo principio la
classificazione è effettuata
in termini di rapporto di
qualità ecologica (EQR),
per esempio il rapporto tra
le condizioni osservate e
quelle attese in condizioni
prossime alla naturalità
per lo stesso tipo. Inoltre,
al fine di giungere ad
un’effettiva applicazione
dei principi enunciati in
tale testo normativo è
opportuno considerare
alcuni degli aspetti elencati
nel seguito.
1) LaWFD pone al centro
della valutazione dello stato
ecologico le componenti
biologiche, che vengono
denominate ‘Elementi di
Qualità Biologica’ (EQB)
e sono costituite dalle
diverse comunità che
si rinvengono nel corpo
idrico. Ad esempio, per
i fiumi, laWFD prevede
che vengano considerati
la flora acquatica, i
macroinvertebrati bentonici
e la fauna ittica. Questo
approccio pur risultando
molto innovativo porta a
dover affrontare problemi
addizionali, se si vogliono
portare a termine in
modo efficace le attività
di monitoraggio e la
formulazione dei giudizi
di qualità. Per esempio,
le comunità biologiche
mostrano una forte
variabilità intrinseca, che
può avere un’influenza
determinante nelle
valutazioni di qualità e dello
‘Stato Ecologico’. Questa
variabilità, che può apparire
casuale, è in realtà legata
- oltre che a eventuali
effetti delle attività umane
- a un numero elevato di
caratteristiche osservabili
negli ambienti naturali,
che determinano come gli
organismi si distribuiscono
in un determinato
ambiente, in funzione degli
habitat effettivamente
disponibili.
2) Se si escludono gli
effetti, potenzialmente
molto evidenti, di varie
forme d’inquinamento
dell’acqua, per le quali
le modalità di gestione
sono relativamente
ben conosciute e
già implementate, le
condizioni dell’habitat
fisico sono l’aspetto che
più influenza la presenza
e la distribuzione degli
organismi acquatici.
LaWFD considera tali
condizioni di habitat
nella categoria generale
chiamata ‘idromorfologia’.
Di fatto, le caratteristiche
idromorfologiche alla
scala locale come la
presenza, la distribuzione
e i tipi di micro- e meso-
habitat, le condizioni di
flusso, le caratteristiche
del substrato, lo stato
dei sedimenti sono ciò
che definisce in modo
diretto o indiretto molte
delle condizioni di
quello che chiamiamo
comunemente ‘habitat’.
Le condizioni idrauliche
e morfologiche - ovvero
idromorfologiche - sono
cruciali nello strutturare
gli habitat dove vivono
gli organismi acquatici, in
fiumi e laghi. Informazioni
relative all’habitat
dovrebbero sempre
essere considerate nella
caratterizzazione del corpo
idrico, nell’interpretare
la classificazione di
qualità e nella definizione
delle misure, data la sua
indiscussa rilevanza per
le componenti biologiche.
Questo consentirà una
‘lettura’ comprensibile
della risposta biologica
alle pressioni (cioè ai
diversi fattori di disturbo
di origine antropica) e,
di conseguenza, della
classificazione dello stato
ecologico, fornendo al
tempo stesso indicazioni
sulle fonti dell’incertezza di
tale classificazione. Questa
incertezza può essere
dovuta, in misura notevole,
alle condizioni di habitat
e la sua quantificazione,
con eventuali correzioni o
integrazioni ai metodi in
uso, potrà supportare la
scelta di misure efficaci
per riportare/mantenere i
corpi idrici in buono stato
ecologico.
Il presente contributo
sintetizza lo stato di
implementazione della
Figura 1 - Schermata di avvio del Software MacrOper.ICM. Il software può essere
scaricato dal sito
macropericmsoft
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