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n.14maggio2014
questo leemissioni aumentano
nel casodi eluenti solidi rispettoa
quelli liquidi.
Leemissioni derivanti dall’utilizzo
di fonti fossili, almeno in Italia,
sono facilmente riconducibili ai
quantitativi di gasolioagricolo
utilizzato. Per essoè facile
ipotizzarecirca2,5kgdi CO
2
emessa inatmosferaper ogni
kgdi gasoliobruciato,ma risulta
arduostimareconprecisione
leemissioni in termini di NOx,
inquanto ilmedesimogasolio
puòemetterne inquantità
moltovariabili in funzionedella
tipologiadimotorenel qualeviene
utilizzato. Passandoadesempio
daunvecchiomotorenon
regolamentatosecondo leattuali
normativeanti-inquinamento
aun recentissimopropulsore
rispondenteai dettami del Tier
4 interim, leemissioni in termini
di NOxpassanoadesempioda
circa10gper ogni kW/hprodotto
amenodi 1 (Figura2).
Le fasi di trasformazione
Il settoredella trasformazione
implicaoperazioni di tipo
industriali chepermettonoalle
materieprime (ingredienti) di
diventare i prodotti alimentari
che troviamo invenditanei
diversi canali distributivi. Si
trattad’interventi atti apreparare
leproduzioni agricoleper
trasformarleo insemilavorati
chesaranno ingredienti inaltri
processi industriali oprodotti finiti.
I processi sonoestremamente
variegati e lespecificitàsono
notevoli. Si tratta, ingran
parte, d’interventi atti a ridurre
fisicamente i prodotti agricoli e
aprocessarli tramite trattamenti
termici (pastorizzazione,
sterilizzazionemaanche
refrigerazione, congelamento)
dove l’impiegoprincipaleè legato
alle fonti energetichepreviste
nel processo. Inatmosfera,
pertanto, finirannodaunaparte i
residui di combustionee il calore
inutilizzatodal processo, dall’altro,
indirettamente, quello legatoalla
produzionedi energiaelettrica
utilizzata.Ancheper l’aspetto
della trasformazione, comunque,
il principale indicecheviene
assunto in termini di valutazioni
sull’atmosferasi riconduconoa
bilanci di gasserra trasformati
ingrammi equivalenti di CO
2
(Tabella1). Si trattadi valori piùo
menocondivisi checi permettono
di avereun’ideadella ‘gerarchia’
ambientaledegli alimenti: tali
discorsi, però, devonoessere
confrontati sempreconaspetti
di tiponutrizionaleesociale
inquantoalcuneconclusioni
affrettatenonportanoanessuna
soluzione realee, anzi, adalcune
aberrazioni.
L’analisi del processo
agroalimentare, portaspessoa
faredellevalutazioni grossolane
sul packagingesul trasporto:
studi di LifeCycleAssessment,
comunque, evidenzianocome
l’impatto, equindi il peso, di
queste fasi siadiversoaseconda
della filieravalutata: duestudi
condotti dal Dipartimentodi
ScienzeAgrarieeAmbientali
sulla filieradel vinoesuquella
di produzionedi prodotti di IV
gamma (la frutta, laverdurae,
ingenerale, gli ortaggi freschi,
aelevatocontenutodi servizio,
confezionati epronti per il
consumo), hannoevidenziato
come, per laprima, l’impattodella
fasedi imbottigliamento (fasedi
imbottigliamento inbottigliadi
vetro) possaarrivare finoal 55%
edel trasportosiacompresa tra
l’8% (distribuzionenazionale) e il
15% (distribuzione internazionale);
per laseconda filiera, invece, i
dati confermanounapercentuale
del 5%per il packaginge
minoredel 3%per il trasporto
rispettivamente.
Conclusioni
Leproduzioni alimentari
costituisconounadelle filiere
fondamentali per l’uomo. Il
soddisfacimentodei bisogni
primari rappresentaundovere
per l’interosistemaproduttivo:
losviluppo tecnologicoe le
diversesoluzioni adottateper le
lavorazioni dei prodotti alimentari
stannocercandodimetterea
puntosoluzioni ingradodi limitare
leemissioni inatmosferae
contribuiresignificativamentealla
riduzionedell’impattoambientale
complessivodella filiera.
Lastradadapercorrereè
ancora lunga inconsiderazione,
specialmente, dei grandi numeri
ingioco: ogni sceltadevesempre
esseremediatacon lacrescita
dellapopolazionee il dirittoad
unaalimentazionesanaecorretta
per tutti. Esempi di soluzioni
tecnologicheadottate, chehanno
portatoauna riduzionedelle
emissioni inatmosferasenza
limitare leprestazioni quantitative
della filierasonopresenti: si
pensi alle trasformazioni inatto in
agricoltura in termini di adozione
di pratichedi ‘lotta integrata’
entrata invigoredal 1gennaio
2014oallagestionedei fluidi
frigorigeni dove lescelte tecnico/
politichesonostatescadenziate
permettendodi ottenere risultati
certi, in tempi compatibili con
l’evoluzione tecnica.
L’atmosferanonèunserbatoio
infinito: dobbiamocominciarea
svuotarloda tutte lesostanze
chestannomanifestandoun
effettodi accumulopreoccupante;
l’unicaviapossibile, per ciòche
riguarda il contributodella filiera
agroalimentare, èunagestione
ragionatae ragionevoledi tutte le
singole fasi dei cicli produttivi.
ALIMENTARE
IMPRONTA
Figura2 -Confrontodelleemissioni in termini di particolato tramotori nonemissionati
rispettoaimoderni Tier4Ànal.
Tabella1–ProduzionediCO2peralcuneproduzioni alimentari (R.Engström, 2004)
Alimento kgoL gCO2 e Alimento kgoL
gCO2 e
Patate
610
Olio
2.670
Ortaggi
840
Frutta secca
3.020
Frutta
875
Cereali colazione 3.050
Pane
980
Carne avicola
3.730
Latte
1.260
Riso
3.885
Margarina
1.360
Uova
4.090
Legumi
1.550
Carne suina
4.660
Yogurt
1.570
Pesce
4.755
Biscotti
1.840
Burro
8.605
Dolci
2.155
Formaggio
9.460
Pasta
2.390
Carnebovina
2.5670
1...,40,41,42,43,44,45,46,47,48,49 51,52,53,54,55,56,57,58,59,60,...86
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