Energia_Ambiente_14 - page 53

53
n.14maggio 2014
Un numero sempremaggiore
di università europee ed
extra-europee ha iniziato a
monitorare i propri consumi
energetici, redigendo inventari
delle emissioni di gas serra al
fine di valutare come rendere
più sostenibili le attività.
In tale contesto, nel 2011
il Politecnico di Milano e
l’Università Statale di Milano
hanno avviato il progetto “Città
Studi Campus Sostenibile”
(Cscs) [1] ed aderito
all’International Sustainable
Campus Network [2] con lo
scopo di fare del quartiere
universitario di Città Studi un
esempio per qualità della vita
e sostenibilità ambientale.
In questo ambito, tra le
diverse iniziative avviate dal
Politecnico, si annoverano
quelle per ridurre i consumi
energetici e le correlate
emissioni in atmosfera,
in primis quelle di CO
2
. In
particolare, parallelamente
alle attività di carattere
impiantistico e progettuale
da poco intraprese dalle
aree tecniche dell’Ateneo
per iniziare amonitorare e
gestire i consumi energetici,
sono state intraprese attività
di sensibilizzazione verso
studenti e personale (come la
pubblicazione di un “Codice
dei comportamenti di Ateneo”,
sul sito del progetto Cscs –
realizzato inmodalità wiki) e
studi sull’Ateneo stesso. In
questo ultimo ambito ricade
il lavoro oggetto del presente
articolo, che origina da una
tesi di Laureamagistrale che
ha effettuato il primo inventario
delle emissioni di CO
2
del
Campus Città Studi, il campus
più grande dell’Ateneo, con
successiva proposta di azioni
strategiche finalizzate alla
riduzione delle emissioni [3].
Metodologia di stima e
raccolta dati
Oggetto dello studio è
il Campus di Città Studi
del Politecnico di Milano,
che ricopre una superficie
calpestabile di 185.990m
2
ed è frequentato da circa
20.000 persone, di cui circa
17.000 studenti. I diversi
tipi di emissioni sono stati
suddivisi secondo gli “Scopi”
e le categorie definiti dal GHG
Protocol (WRI/Wbcsd) [4] e
dalla serie ISO 14064 [5].
Le categorie analizzate
secondo la suddivisione del
GHG protocol, sono:
scopo 1 - emissioni derivanti da
fonti di proprietà o controllate
dall’Ateneo;
scopo 2 - emissioni derivanti
da fonti energetiche acquistate
dall’Ateneo;
scopo 3 - emissioni derivanti
da fonti che non appartengono
o non sono direttamente
controllate dall’Ateneo.
Non sono state considerate
le emissioni derivanti dallo
smaltimento dei rifiuti e
delle acque reflue, dai gas
refrigeranti e dai laboratori, e
quelle derivanti dall’energia
incorporata nei beni e nei
servizi acquistati. La raccolta
dati in questi settori risulta,
infatti, difficoltosa ed imprecisa
e lametodologia di stima è
ancora in fase di sviluppo,
come emerge dal confronto
dei casi universitari analizzati,
presi a campione, nel corso del
lavoro di tesi, ove si evince che
le incertezzemaggiori sono
attribuibili a questi settori; tali
emissioni risultano comunque
poco significative nei contesti
analizzati.
La CO
2
è stato l’unico gas serra
considerato, in quanto in altri
lavori simili essa costituisce
circa il 98% dell’emissione
totale di un’università, e
il suo valore incrementa
maggiormente quando si
analizzano le emissioni
derivanti da combustibili
fossili. Lametodologia di stima
delle emissioni si basa sulla
seguente formula generale:
E
tot
=
Y
i
(AD
i Â
·EF
i
) (1)
dove:
E
tot
= emissione totale
AD
i
= dato di attività riferito alla
sorgente i
EF
i
= fattore di emissione
riferito alla sorgente i
Il fattore di emissione è definito
come l’emissione d’inquinante
di una data sorgente emissiva
per unità d’indicatore della
sorgente stessa. L’indicatore
(dato di attività) è una quantità
atta a descrivere nel modo
migliore un’attività emissiva (ad
es. consumo di combustibile
nel caso della combustione).
Questa formula è
opportunamente adattata alla
particolarità richiesta da ogni
categoria.
Pur se lo studio ha assunto
come anno di riferimento il
2011, i dati di attività, ove
possibile, sono stati raccolti
anche per gli anni precedenti al
fine di analizzarne la variabilità
e i fattori che la causano.
Per la redazione dell’inventario
è stato necessario reperire
una quantità notevole
d’informazioni e di dati, attività
molto laboriosa a causa della
mancanza di unmonitoraggio
integrato dei consumi e
d’informazioni sull’effettiva
reperibilità degli stessi.
La stima delle emissioni si è
basata principalmente su dati
raccolti inmodo dettagliato
pressomolteplici strutture
dell’Università e presso
Società esterne che gestiscono
alcuni servizi, ad esempio le
centrali termiche di maggior
dimensioni; laddove questi
mancavano ci si è basati
su dati fortemente correlati
al dato di attività cercato
o su elaborazione dei dati
Figura 1 - Ripartizionedelle emissioni totali del CampusCittàStudi nelle categorie analizzate.
Figura 2 - Emissioni di CO
2
di accesso al CampusCittàStudi suddivisepermezzodi trasporto.
1...,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52 54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,...86
Powered by FlippingBook