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n.14maggio 2014
ACQUA
SOLUZIONI
Il termine microinquinanti induce, erroneamente, a sottovalu-
tare il rischio che alcune sostanze possono avere sulla salute
umana. Il prefisso micro-, infatti, appare quasi tranquillizzan-
te, poiché piccole quantità, smaltite in grandi masse di acque
come quella di un fiume o di un mare, sembrano destinate a
‘scomparire’.
Una convinzione tutt’altro che corretta. Ad esempio l’istituto
Mario Negri e l’Università di Firenze, analizzando il depura-
tore di La Spezia, hanno riscontrato che ogni giorno le sue
acque reflue contengono circa 350 g di molecole di origine
medicinale.
Sostanze che, non intercettate dai comuni sistemi di depu-
razione, finiscono in mare, dove si accumulano ed entrano
nella catena alimentare.
A questi si aggiungono una serie di sostanze chimiche, come
le policlorodibenzodiossine (Pcdd), i policlorodibenzofurani
(Pcdf), i policlorobifenili (PCB), gli idrocarburi policiclici aro-
matici (IPA) e i polibromodifenileteri (Pbde), classificati con
il nome di microinquinanti organici a causa della loro elevata
tossicità potenziale anche a bassissime concentrazioni. In
particolare Pcdd, Pcdf e PCB fanno parte di quelle sostanze
definite come inquinanti organici persistenti (POPs Persistent
Organic Pollutants), banditi dalla Convenzione di Stoccolma
del maggio 2001.
I microinquinanti organici, in particolare, sono composti chi-
mici con proprietà nocive per la salute umana e per l’am-
biente. Si propagano nell’aria, nell’acqua o nel terreno e, a
causa della loro scarsa degradabilità, resistono nell’ambiente
per lungo tempo. Il tutto a fronte di un inquinamento che ol-
trepassa le frontiere nazionali, rendendo indispensabile un
intervento a livello internazionale.
Ben si comprende, quindi, come il problema sia tutt’altro che
trascurabile e richieda interventi in tempi rapidi.
Dalle norme agli interventi
La recente Direttiva 2013/39/UE ha identificato una serie di
sostanze, ritenute particolarmente pericolose, da tenere sot-
to controllo. Si tratta, però, di indicazioni tese ad innalzare la
soglia di attenzione, pur non prescrivendo specifici interventi
o limiti di emissione, come invece avviene per altre sostanze
che, essendo presenti in grandi quantità, vengono costan-
temente monitorate e limitate. In questo settore, la Svizze-
ra vanta già una posizione d’avanguardia e ha varato alcuni
Il container con l’impiantoWedecoècompletamentepreallestitocon il genera-
toredi ozonoed il sistemadi distribuzionedel gas, soluzionechesempliÀcae
velocizza la realizzazionedell’impianto.
MICROINQUINANTI,
UNRISCHIO
SOTTOVALUTATO
Marco Di Luca
L’ozono è la soluzionepiù efficaceper
eliminaregli effetti devastanti dimigliaia
di sostanzepericolose anche sepresenti
inpiccolequantitànelle acque reflue.
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