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n.14maggio 2014
ACQUA
SOLUZIONI
ni, sostanze come i residui farmaceutici attraversino immutati
i depuratori.
Emblematico, in questo ambito, il caso del Diclofenac, un far-
maco anti-infiammatorio non steroideo che registra, nella sola
Svizzera, vendite nell’ordine di 4mila kg all’anno. Consideran-
do che solo il 16% viene metabolizzato dall’organismo, questo
significata che quasi 3.600 kg finiscono immutati nei fiumi e
nei laghi elvetici.
Tecnologie a confronto
Una situazione alla quale occorre porre rimedio partendo da
un’attenta analisi del rapporto costi/benefici delle singole tec-
nologie. Un problema sul quale sì è concentrato Paolo Foa,
della società di ingegneria svizzera TBF+Partner.
Dagli studi presentati emerge come l’adsorbimento (tipicamen-
te basato su carbone attivo) permette di trattenere parte dei
microinquinanti, ma che devono poi essere trattati in impianti
specifici. Inoltre l’efficacia risulta decisamente bassa nel caso
delle sostanze di origine biologica.
Ben più efficace, soprattutto sulle molecole di origine biolo-
gica, l’effetto di un’irradiazione attraverso i raggi UV, capa-
ci di distruggere le molecole organiche senza rilasciare altre
sostanze. Per l’efficacia dell’intervento su alcune sostanze è
però necessario un doppio passaggio, che porta a un sensibile
aumento dei costi.
Ottimi risultati sono stati ottenuti anche dalla nanofiltrazione a
osmosi inversa, capace di trattenere un’elevata percentuale di
molecole. Il suo effetto, però, è quello di creare una sorta di fil-
tro e, quindi, le molecole inquinanti devono comunque essere
rimosse e smaltite con metodi più efficaci.
La nuova frontiera, sulla quale concordano gli esperti, è oggi
rappresentata dall’ozonolisi.
L’ozono, infatti, è formato da molecole triatomiche di ossigeno
(O
3
) che, possedendo un elevato potere ossidante, hanno la
capacità di rompere la maggior parte dei legami chimici. In
questo modo gli inquinanti vengono trasformati in atomi ele-
mentari, che possono essere agevolmente trattati e smaltiti.
Si tratta di un processo che, però, deve essere realizzato at-
traverso impianti di produzione correttamente calibrati. Inoltre
sono necessarie soluzioni per recuperare e abbattere l’ozono
che, dopo aver attraversato i liquami, non sia tornato allo stato
di ossigeno biatomico.
La soluzione è l’ozono
Poche aziende al mondo possiedono le competenze per con-
figurare correttamente simili impianti, ma i risultati, anche dal
punto di vista economico, sono particolarmente apprezzati. È il
caso del depuratore di Bad Sassendorf, nel Nord-Reno West-
falia. Dagli Anni ’90, infatti, in Germania sono state identificate
grandi quantità di estrogeni nei fiumi, nei laghi e nei mari. Una
situazione che induce la ‘femminilizzazione’ dei pesci maschi.
Da qui la scelta di individuare soluzioni in grado di distruggere
le molecole medicinali prima di reimmettere i reflui nel ciclo
delle acque. In particolare gli studi dei laboratori tedeschi han-
no individuato nell’ozono la tecnologia ideale per ridimensio-
nare sistematicamente il problema in modo efficace e a costi
concorrenziali.
Una soluzione che, però, richiede un’elevata competenza dei
tecnici coinvolti per ottimizzare tutti i parametri di funziona-
mento: dalla dimensione delle microbolle, immesse nei liqua-
mi, alla pressione d’esercizio, passando attraverso la gestione
dei consumi.
Per questa ragione i tecnici dell’impianto tedesco si sono rivol-
ti a Wedeco, un’azienda parte del gruppo Xylem Water Solu-
tions, che riveste un ruolo di primo piano nel settore e che ha
già realizzato diversi impianti ozono dedicati alla rimozione dei
microinquintanti in Svizzera e Germania. Inoltre, tra le proprie
offerte, vanta un modello di impianto di produzione dell’ozono
molto particolare.
Dopo aver studiato le specificità dell’impianto di depurazione,
infatti, l’intero sistema viene assemblato, in uno speciale con-
tainer, all’interno dello stabilimento Wedeco. In questo modo
la centrale di produzione dell’ozono e il sistema di controllo
vengono consegnati al committente solo dopo aver superato
severi test e aver ottenuto le necessarie certificazioni, mentre
in loco sono realizzati solo gli intercollegamenti elettroidraulici.
Una modalità che consente di ottenere le migliori prestazioni,
in quanto l’intera attività è affidata a personale specializzato,
e, contemporaneamente, di ridurre i tempi di installazione.
L’impiantoWedecodi BadSassendorf per la rimozionedeimicroinquinanti.
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