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n.15 settembre 2014
ria viene insufÀata, come negli acquari, dal fondo della vasca con dei grandi
compressori che hanno motori elettrici da 6.000 V. Questo fa sì che il com-
parto biologico sia responsabile del consumo del 30% dell’energia elettrica
ed è quindi fondamentale, in fase di conduzione, mantenere perfettamente
ef¿cienti gli strumenti che misurano l’ossigeno disciolto in vasca e tenere
ordinati e puliti i sistemi di aereazione, cioè i diffusori che si trovano sul fondo
della vasca, così come gli altri sistemi di miscelazione presenti.
“Abbiamo fatto anche un’operazione per coinvolgere tutto il personale ad-
detto alla conduzione in modo da sensibilizzarlo, dando anche un premio
legato ai risultati sulla riduzione dei consumi - commenta Mazzini -. Gli audit
energetici, effettuati da ABB e Schneider Electric, hanno stabilito che ci col-
lochiamo nella migliore delle fasce di consumo speci¿co di kW/m
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di acqua
depurata, stante le dimensioni dell’impianto e l’attenzione che dedichiamo
alla conduzione. Stiamo studiando e veri¿cheremo le nuove tecnologie che
stanno arrivando sul mercato per la diffusione dell’aria nell’acqua per i mi-
crorganismi, ¿nalizzata a ridurre i consumi di energia. Abbiamo sviluppato
anche uno studio di recupero energetico sui fanghi prodotti dalla depurazio-
ne, avvalendoci, come sempre, della collaborazione di università, istituti di
ricerca e Politecnico. Per un anno abbiamo monitorato i fanghi e abbiamo
fatto delle prove e potremmo essere pronti per dare il via al loro trattamento
termico”.
I fanghi però possono essere gestiti anche valorizzandone il contenuto in
sostanze nutritive, da un punto di vista agricolo. “Innanzitutto diciamo che,
ormai, cominciamo ad avere dati decennali sulle analisi effettuate sul con-
tenuto dei fanghi prodotti qui a Nosedo - prosegue l’ingegner Mazzini -. Il
fango, infatti, non è una sostanza perfetta in quanto è il sottoprodotto della
depurazione di qualche cosa che è imperfetto. Per stabilire se è idoneo per
essere riutilizzato in agricoltura, sono quindi necessarie analisi accurate. A
livello internazionale poi, sussistono due linee di tendenza: ci sono agro-
nomi che sostengo che i fanghi del tipo prodotto qui a Milano, contengo-
no sostanze nutrienti di cui il terreno ha bisogno per evitare il processo di
mineralizzazione o deserti¿cazione; dall’altra parte ci sono nazioni come la
Svizzera che hanno bandito l’uso dei fanghi per via dei rischi connessi alla
presenza di metalli pesanti, diossine, PCB e altre sostanze. È chiaro però
che, in complessi come quello di Nosedo, la qualità dei fanghi è garantita
dalla presenza, nei laboratori, di sistemi di analisi molto accurati e dai con-
trolli particolarmente assidui e severi che, a causa delle notevoli dimensioni
dell’impianto, vengono effettuati dalle autorità comeArpa”.
Attualmente i fanghi prodotti vengono inviati per il 48% al compostaggio,
31% al termovalorizzatore e per il 21% al cementi¿cio.
Recupero di calore dall’acqua di scarico depurata
Le acque depurate hanno temperature variabili tra un minimo di +12/14 °C
con clima rigido invernale e un massimo di +24 °C nel periodo estivo, risul-
tano pertanto attraenti nell’ottica del loro sfruttamento in impianti di climatiz-
zazione, consentendo signi¿cative ottimizzazioni sotto il pro¿lo dei consumi
energetici sia rispetto ad impianti di generazione termica e frigorifera tradi-
zionali, sia nei confronti di pompe di calore aria/acqua, fortemente dipenden-
ti dalle condizioni climatiche essendo in tal caso il pozzo termico costituito
dall’aria esterna. Lo sfruttamento delle acque depurate può infatti essere
a tutti gli effetti assimilato a fonte rinnovabile di energia, poiché nel funzio-
namento in riscaldamento a pompa di calore esse costituiscono un pozzo
termico, meno affetto dalle condizioni atmosferiche rispetto all’aria, dal quale
estrarre calore (non altrimenti riutilizzabile) mediante il lavoro del compres-
sore entro un ciclo frigorifero (a fronte di 1 kW elettrico assorbito possono
essere ottenuti circa 4,5 kW termici). Nella climatizzazione estiva, inoltre, la
disponibilità di acque depurate consente la condensazione ad acqua anzi-
ché ad aria sulle medesime unità, ottenendo valori di ef¿cienza energetica
decisamente superiori rispetto a gruppi frigoriferi di taglia corrispondente ma
con condensazione ad aria. Nell’impianto di Nosedo è stata pertanto adot-
tata la tecnologia delle unità a pompa di calore a inversione di ciclo (capaci
cioè di agire come refrigeratore invertendo la ‘direzione’ del ciclo frigorifero
a compressione), abbinandola allo scambio con la fonte idrotermica dispo-
nibile in loco, le acque depurate appunto. “Praticamente questa palazzina
è climatizzata con il calore recuperato dall’acqua di scarico che serve a far
lavorare la pompa di calore a ciclo invertito rispetto alla stagione inverna-
le e condiziona i locali degli uf¿ci” chiosa Roberto Mazzini. Tale soluzione
costituisce un’incisiva misura di ef¿cientamento energetico dell’impianto di
climatizzazione a servizio dei due edi¿ci esistenti presso il depuratore. Con
la nuova tecnologia è stato quindi possibile:
- ottimizzare complessivamente i consumi energetici andando ad ottenere
¿no 4,5 kWh termici per 1 kWh elettrico consumato;
- ridurre il consumo energetico annuo dovuto al riscaldamento e raffresca-
mento edi¿ci di circa il 50%;
- ridurre le emissioni di CO
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legate all’impiego di fonti energetiche ‘conven-
zionali’;
- sfruttare una risorsa rinnovabile e prontamente disponibile come l’acqua
reÀua.
L’installazione dell’impianto a pompe di calore presso Nosedo dimostra
come un depuratore possa diventare un vero e proprio vettore energetico
sfruttabile, attraverso una centrale di rilevante potenzialità, per la trasmissio-
ne di calore e la climatizzazione (riscaldamento/condizionamento) di abita-
zioni, ospedali, scuole, centri sportivi ed altre utenze.
Inoltre, la società MilanoDepur, in sinergia con Metropolitana Milanese
concessionaria del ciclo idrico integrato, ha analizzato varie possibilità di
ef¿cientamento energetico e di riduzione delle emissioni di gas ad effetto
serra, supportando uno studio coordinato sull’applicabilità della tecnologia
della pompa di calore per il recupero di calore a bassa entalpia sia dalle
acque di scarico, sia dall’acqua captata nelle centrali di potabilizzazione de-
centrate nell’area cittadina, il tutto ¿nalizzato alla produzione di acqua calda
a 90 °C idonea per effettuare teleriscaldamento. “Con il teleriscaldamento si
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