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n.15 settembre 2014
Tuttavia esistono dei limiti all’applicazione di un impianto geo-
termico/idrotermico, di cui i più importanti sono:
- il sistema distributivo interno agli edifici richiede bassa tempe-
ratura per ottenere COP elevati;
- gli edifici non bene isolati dall’esterno richiedono il sovradi-
mensionamento degli impianti con conseguenti extra costi sia
durante la realizzazione, sia nella gestione;
- nel caso di perforazioni in falda, bisogna valutare le problema-
tiche ambientali per evitare di mettere in comunicazione acqui-
feri diversi;
- sia le perforazioni, sia l’utilizzo di corpi idrici richiedono iter
autorizzativi lunghi e complessi; in alcune aree sensibili potreb-
be non essere consentito il ricorso a questa forma energetica;
- le potenze disponibili sono generalmente basse nel caso di
sonde geotermiche, maggiormente elevate in caso di idrotermia
(decine/centinaia kW);
- nei contesti altamente urbanizzati questa tecnologia è di com-
plessa applicazione a causa della difficoltà logistiche nel realiz-
zare le sonde geotermiche.
L’uso delle acque reflue
Un caso particolare, con grandi potenzialità di sviluppo, è l’u-
tilizzo a fini energetici delle acque reflue mediante pompa di
calore. Infatti risulta che circa il 15% dell’enegia termica fornita
agli edifici viene dispersa attraverso il sistema fognario (fonte:
SwissEnergy Agency). Inoltre, non essendo necessari gli ingenti
investimenti richiesti dalle perforazioni, si tratta di energia termi-
ca a basso costo, altrimenti destinata a perdersi nell’ambiente
circostante.
Maggiore è la domanda di carico termico (caldo/freddo), mag-
giore è la fattibilità economica del progetto di riscaldamento/raf-
frescamento. Il COP misurato di questi impianti è mediamente
alto, grazie alle temperature relativamente elevate dei reflui. In
alcuni casi reali è superiore a 7.
Un problema che spesso si presenta è la formazione di bio-
fouling sugli scambiatori di calore, che ne riduce l’efficienza ed
aumenta le necessità manutentive.
Nel caso in cui la rete fognaria raccolga anche acque bianche,
anche parzialmente, bisogna considerare il volume di acque in
aumento fino a 10 volte durante le piogge e il calo della tempe-
ratura dei reflui.
È comunque richiesta l’autorizzazione dell’Ente che gestisce la
rete, perchè perturbazioni significative della temperatura dei re-
flui possono impattare sui trattamenti biologici di depurazione.
I dati di letteratura individuano 3 categorie di massima:
- recupero energetico interno: lo sfruttamento delle acque reflue
grezze avviene all’interno dell’edificio, successivamente confe-
rite alla rete fognaria;
- sfruttamento energetico delle acque reflue grezze all’interno
della condotta fognaria principale;
- sfruttamento delle acque trattate presso un impianto (Figura
1).
Rispetto ai sistemi geotermici/idrotermici i vantaggi di questa
tecnologia sono:
- non ci sono interferenze con le matrici ambientali e di conse-
guenza impatti ambientali;
- vengono utilizzate reti tecnologiche già esistenti costituite dal-
la rete acque reflue;
Figura 2 – Tecnologia Thermowatt
Figura 1 - Tipologia di impianto per lo sfruttamento energetico delle acque
reÁue (SwissEnergy Agengy)