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n.15 settembre 2014
uno slogan ‘…e depuriamo anche l’acqua’. I cittadini in questo luogo si in-
contrano per una serie di attività. Ad esempio, nel salone che abbiamo qui,
si è svolto un dibattito pubblico sulla valorizzazione energetica dei fanghi e
le banche, sedute in prima ¿la, erano meravigliate che ci fossero delle asso-
ciazioni che parlavano di valorizzare termicamente i fanghi per recuperare
calore ed energia. Di solito quando si parla di valorizzare energeticamente
qualcosa scattano le rivoluzioni!”.
Il primo modulo, iniziato nel maggio 2001 per la capacità di 300.000 abitanti
equivalenti è stato messo a regime dal 22 aprile 2003. L’impianto completo
è statomesso a regime dal 30 ottobre 2004 e rappresenta la fase conclusiva
di una complessa struttura di raccolta delle acque reÀue provenienti dalla
zona centro-orientale della città di Milano. Ha una capacità di trattamento
equivalente a 1.250.000 abitanti. Il progetto di realizzazione dell’impianto è
organizzato secondo lo schema della Concessione di Costruzione e Gestio-
ne. “Gli obblighi in questa concessione sono progettare, costruire, reperire
i ¿nanziamenti, gestire e restituire l’impianto a ¿ne concessione in perfette
condizioni di funzionamento al Comune di Milano che è il concedente – pre-
cisa Roberto Mazzini -. La tecnica ¿nanziaria applicata è quella denominata
BOT (Build, Operate and Transfer). Con questa tecnica è stato necessario
rispettare le regole del project ¿nancing in base alle quali, il raggruppamento
di imprese concessionarie ha creato una società di scopo, Milano Depur, la
quale ha ricevuto ¿nanziamenti dalle banche per la costruzione dell’opera
e ne è divenuta temporaneamente proprietaria”. Banca Intesa e The Royal
Bank of Scotland hanno ¿nanziato il 60% del costo dell’impianto mentre il
restante 40% è stato preso in carico dal Comune di Milano. Per la realiz-
zazione dell’opera è stata creata una società di costruzione, Nosedo Scarl,
i cui azionisti sono gli stessi della concessionaria. Le imprese che hanno
progettato e realizzato l’impianto sono: Siba (mandataria), Degremont,
Passavant Impianti, Veolia Water Solutions & Technologies Italia, Unieco,
Bonatti e Itinera.
“Dapprima l’impianto è stato costruito – prosegue l’ingegner Mazzini – quindi
è entrato in esercizio ed è stato collaudato in base alle performance previste
dal contratto. Da quella data è iniziato il servizio di depurazione e, a fronte del
servizio, con semestralità posticipate, il Comune di Milano ha iniziato il paga-
mento di un canone costituito da due componenti: una di tipo ¿nanziario, con
cui si ripaga l’investimento e gli interessi alle banche, e l’altra, di tipo gestio-
nale, con cui vengono coperti i costi di conduzione, gestione, manutenzione,
ricambi, rinnovi e sostituzioni, necessari per portare l’impianto a ¿ne 2019 in
perfette condizioni di funzionamento”.
Una volta realizzata l’opera, Milano Depur ha af¿dato la gestione operativa
del depuratore alla Vettabbia Scarl, società costituita dagli stessi azionisti,
a cui fanno capo i rischi legati alla gestione, conduzione e manutenzione
dell’impianto.
Depurazione dei reÀui…ma non solo
L’impianto rappresenta la fase conclusiva di una complessa struttura di
raccolta e collettamento delle acque nere e piovane provenienti dalla zona
centro orientale della Città di Milano. Su una super¿cie totale di 40 ettari, il
depuratore occupa 16 ettari e la parte più imponente, che si trova a sud,
comprende le vasche di trattamento, incassate nel terreno, attraverso le