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n.15 settembre 2014
negli anni scorsi, ha suggerito la realizzazione di un impianto
capace di soddisfare le esigenze di irrigazione e di protezione
del territorio.
Due esigenze apparentemente contrastanti e che, in altre zone,
sono state affrontate collegando le idrovore a enormi tubi, al
di sopra degli argini, per il passaggio delle acque stesse. Una
soluzione non applicabile in quest’area, sia per il notevole disli-
vello tra il canale e il fiume Reno, sia per il devastante impatto
estetico che avrebbe avuto in un’area priva di rilievi naturali.
Per questo i progettisti hanno lavorato a un’installazione inno-
vativa, caratterizzata anche dal minor impatto visivo possibile.
È nato così il sistema di idrovore Il Conte, che prende il nome
dall’omonima località, in cui la regolazione delle acque è gestita
da un enorme mandracchio alto 22 metri e largo 7.
Proprio a fronte di queste dimensioni, i progettisti sono stati
chiamati a studiare una serie di accorgimenti specifici, sia per
reggere la spinta idraulica stessa, sia per ridurre l’impatto visi-
vo. Da qui l’idea di circondare il mandracchio stesso con una
piccola collina artificiale, ma anche di mimetizzare i locali tecni-
ci e di installare le idrovore in ambienti completamente nascosti.
Se la mimetizzazione degli edifici si è dimostrata relativamen-
te semplice, ben più delicata è risultata la parte relativa all’im-
pianto di movimentazione delle acque. A fronte di forti piogge,
infatti, è necessario garantire portate che, a regime, saranno
di 21 m
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/s. Quindi, oltre alla potenza delle idrovore stesse, è
stato necessario posizionare anche gli enormi tubi di mandata.
Infrastrutture che, tipicamente, passano sopra le opere civili,
aumentandone così l’altezza e l’impatto visivo. In fase di pro-
gettazione, quindi, si è valutata un’ipotesi diversa, ovvero quella
di immettere l’acqua dal basso del mandracchio, sfruttando un
sistema di pompaggio sommergibile caratterizzato da un’ele-
vata prevalenza e con valvole di chiusura capaci di prevenire
il riflusso dell’acqua. In questo modo, quando si raggiunge un
adeguato livello all’interno del mandracchio, le acque vengono
immesse direttamente nel Reno, senza la necessità di ulteriori
opere.
L’alluvione non spaventa più
Una modalità innovativa, che avrebbe permesso di limitare l’al-
tezza dell’intero impianto. Una simile scelta, però, non è comu-
ne e, per tale ragione, i tecnici di Bonifica Renana hanno colla-
borato con gli esperti di Xylem, la multinazionale specializzata
proprio negli impianti di movimentazione e depurazione delle
acque. I progettisti hanno così concordato l’installazione di due
enormi idrovore, capaci di operare con portate da 3.500 L/s. Un
simile volume, sulla scorta dei dati storici, è sufficiente per fron-
teggiare la maggior parte delle piene, mentre solo in casi ecce-
zionali potrebbe essere necessario riattivare il vecchio impianto
posto più a valle, che è attualmente inadeguato per fronteggiare
i periodi di notevole piovosità.
Il semplice dato relativo alla portata delle pompe rappresenta,
però, solo un valore di targa. Il vero punto qualificante è legato
all’affidabilità dell’intera opera. Un’opera che, durante l’inaugu-
razione alla presenza del ministro dell’Ambiente Gianluca Gal-
Le soluzioni
sommergibili possono
essere posate
semplicemente
all’interno dei tubi
Foto nella pagina a Àanco. La sicurezza idraulica è un presupposto
necessario per gli investimenti imprenditoriali
Foto a sinistra. Il mandracchio è alto 22 metri
Foto in basso a destra. Il Consorzio di BoniÀca Renana è chiamato a
garantire la sicurezza del territorio
L’idrovora Flygt
è facile da installare e
manutenere, oltre a godere di
un’elevata afÀdabilità