Energia_Ambiente_13 - page 26

DOW
Il cuore della tecnologia brevettata di
ultrafiltrazione
DOW
è rappresentato dalle
fibre cave in polivinilidenfluoruro idrofilico
(H-Pvdf). La natura idrofilica del mezzo filtrante
riduce la tendenza alla contaminazione
organica che è caratteristica di altri materiali
più idrofobi. Il polimero fornisce straordinarie
proprietà meccaniche, eccellente resistenza
agli ossidanti, elevata stabilità termica;
ragioni che lo rendono ideale per applicazioni
di trattamento di acque difficili. I moduli di
ultrafiltrazione DOW hanno un’elevata capacità
di rimuovere colloidi, solidi sospesi, batteri
e la maggior parte dei virus. Oggigiorno il
pretrattamento con ultrafiltrazione si sta via via
diffondendo, i vantaggi principali per optare per
un impianto ad ultrafiltrazione sono i seguenti:
capacità di trattare un’acqua di alimentazione
variabile; migliore qualità del filtrato; affidabilità
del sistema; minore ingombro dell’impianto;
possibilità di eseguire test di integrità sui
moduli; possibile isolamento dei moduli;
facilità di progettazione e funzionamento;
minore impatto ambientale. I settori di
applicazione sono diversi; dal trattamento di
acque industriali sino al settore municipale.
Per quest’ultimo i moduli di ultrafiltrazione
DOW hanno, dallo scorso giugno 2013,
ottenuto l’idoneità al decreto ministeriale DM
174/2004, inerente ai materiali e agli oggetti
che possono essere utilizzati negli impianti
fissi di captazione, trattamento, adduzione e
distribuzione delle acque destinate al consumo
umano; esiste quindi tra la gamma prodotti una
famiglia specifica idonea all’uso potabile.
I moduli di ultrafiltrazione DOW che fanno
parte della gamma prodotti sono i seguenti:
SFP/D-2660, 2860, 2880 rispettivamente di
33, 51 e 77 m
2
di superficie filtrante; i prodotti
della famiglia IntegraPac, soluzione pre-
ingegnerizzata, disponibile con moduli di 51 e
77 m
2
. DOW ha da poco lanciato sul mercato
un nuovo prodotto, IntegraFlo, disponibile nel
formato 74 m
2
e 102,5 m
2
. Tutti i moduli sono
costituiti da fibre in H-Pvdf, la dimensione
nominale del poro è di 0,03 —m, con diametro
esterno di 1,3 mm e interno di 0,7mm; la
direzione del flusso durante la fase di filtrazione
è esterno/interno. Si possono trattare diversi
tipi di acqua, da quella superficiale a quella
reflua, così come acqua mare.
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n.13 marzo 2014
CLR
L’ottimizzazione di un impianto di depurazione
dipende dall’efficacia dell’automazione e so-
prattutto dall’affidabilità dei sensori elettrochi-
mici. Ad esempio, la misura del pH nella neutra-
lizzazione è essenziale per regolare l’addizione
di calce; tuttavia tale misura in questo punto è
estremamente critica poiché la calce è abrasiva
e molto incrostante e causa, negli elettrodi pH
tradizionali, perdite di sensibilità molto rapide
per intasamento del setto poroso e formazione
di incrostazioni sulla membrana di vetro, in-
crostazioni non eliminabili con mezzi di pulizia
meccanica, perché si danneggerebbe la mem-
brana stessa, data la natura abrasiva dei solidi
sospesi. In questo caso la soluzione migliore
sono i sensori di pH con elettrodi in antimonio,
che prevedono, nel modo normale di funziona-
mento, la pulizia automatica dell’elettrodo in an-
timonio tramite spazzola. Quando poi le acque
contengono anche fluoruri l’impiego di sensori
pH con elettrodi in antimonio è l’unica soluzio-
ne efficace (i fluoruri corrodono la membrana di
vetro, ma non l’elettrodo in Sb).
I sensori in antimonio per impiego nelle vasche
di neutralizzazione sono ad immersione. Utiliz-
zano elettrodi separati, con riferimento sigillato
ed elettrolita al KCl semisolido, immerso nella
soluzione di KCl che riempie il corpo sonda fa-
cendo da ponte salino.
Il setto poroso di grandi dimensioni e di mate-
riale opportuno è appositamente studiato per
ridurre al minimo incrostazioni ed intasamento.
Una spazzola in corindone mantiene costante-
mente pulite e attive le superfici di misura. La
soluzione presente nel corpo sonda assicura
un buon flusso di elettrolita attraverso il setto
poroso, che così rimane pulito e garantisce lun-
ghi periodi di funzionamento senza necessità di
manutenzione. Con l’attenzione sempre rivolta
alle esigenze del cliente
CLR
ha di recente im-
plementato per questa sonda un sistema di al-
larme per mancanza di elettrolita che include un
sensore di livello opportunamente posizionato
nel corpo sonda e la relativa elettronica in testa
alla sonda. Il sistema genera una indicazione
locale (LED) ed un contatto di allarme quando
il livello di elettrolita scende sotto ad un valore
prefissato. In questo modo è stato ulteriormen-
te ridotto il tempo di manutenzione della sonda
in quanto non serve più controllare ad intervalli
periodici il livello dell’elettrolita per procedere
al rabbocco quando necessario, poiché questa
informazione viene generata direttamente dalla
sonda stessa.
RASSEGNA ACQUA
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