Energia_Ambiente_12 - page 83

83
n.12 novembre 2013
Tra le condizioni alla base di
questi risultati è la diffusione
della raccolta secco-umido,
ovvero la separazione domestica
dell’organico dal secco,
effettuata nel 2012 da ben
575 comuni su 581, e con una
raccolta procapite di organico e
verde pari a 130 kg. I rimanenti
6 comuni non attuano la raccolta
separata della frazione organica.
La raccolta secco-umido è
stradale in 52 comuni, mista in
53 e domiciliare in 470, di questi
413 adottano la modalità spinta
ossia non solo per organico e
secco residuo, ma anche per le
frazioni secche riciclabili quali
carta, vetro, plastica (Figura 2).
La diffusione capillare delle
raccolte domiciliari ha permesso
di raggiungere alte percentuali
di RD (70%), di ridurre la
produzione procapite (396 kg),
di ottenere una migliore qualità
dei materiali intercettati e ha
fornito la possibilità di applicare
forme di prelievo fiscale
commisurate ai rifiuti prodotti
da ogni utenza, in linea con
il principio ‘chi inquina paga’.
La raccolta domiciliare è infatti
spesso correlata in Veneto
all’applicazione della tariffa,
generalmente puntuale, con
pagamento in base alla quantità
di rifiuto residuo prodotto. Nel
2012, il 50% dei comuni applica
la tariffa (290 comuni) e di questi
il 45% (131 comuni) in forma
puntuale. La media di rifiuto
urbano residuo (RUR) prodotta
in questi contesti si è ridotta fino
a 80 kg/abitante.
In un sistema di raccolte
domiciliari è altresì fondamentale
la presenza di centri di raccolta,
strutture connesse e funzionali
alla raccolta differenziata, dove
avviene l’intercettazione di
frazioni quali il verde (sfalci e
potature), legno, rifiuti tessili,
pile e accumulatori, Raee. Oltre
il 90% dei comuni dispone di un
centro di raccolta.
Questo sistema di gestione,
che richiede elevati livelli di
coinvolgimento del cittadino
responsabilizzato nella
separazione quotidiana dei
rifiuti, determina, come già
evidenziato, la raccolta separata
di oltre il 60% dei rifiuti urbani
prodotti che sono destinati a
recupero di materia.
Le 680 mila tonnellate di rifiuto
organico (130 kg/abitante)
raccolte separatamente sono
state avviate a un comparto che
comprende circa 80 impianti di
compostaggio, di cui 9 effettuano
anche digestione anaerobica.
L’ottimo sviluppo del settore
del compostaggio in Veneto è
stato seguito dall’Osservatorio
Regionale per il Compostaggio,
voluto dalla Regione Veneto
nel 1995, che ha monitorato nel
tempo modalità di produzione
e compost prodotto, definendo
altresì norme tecniche di
riferimento per il settore. La
potenzialità impiantistica di
recupero dell’organico, di
oltre un milione di tonnellate,
ha permesso nel 2012 la
produzione di 200 mila
tonnellate di compost certificato
dall’Osservatorio e di oltre 75
GWh di energia elettrica.
Le 600 mila tonnellate di frazioni
secche riciclabili raccolte (carta,
vetro e imballaggi in plastica e
metallo) sono state avviate a
impianti di recupero di materia
presenti nel territorio regionale
(circa 40 impianti principali e
circa 150 di piccole dimensioni)
con produzione di materie prime
seconde, poi impiegate nelle
cartiere, vetrerie, industrie di
produzione di film plastici o
fibre sintetiche e fonderie del
Veneto. La filiera del recupero
possiede elevata efficienza di
recupero che varia dal 92% degli
imballaggi in plastica fino al 99%
di quelli in metallo.
Anche legno, metalli, Raee, sono
quasi esclusivamente selezionati
e recuperati dentro i confini
regionali. Negli ultimi anni sta
progressivamente aumentando
l’avvio a recupero di materia di
spazzamento e ingombranti,
rifiuti storicamente avviati a
smaltimento, e la separazione
di frazioni ancora recuperabili
dal RUR. Complessivamente
l’industria del recupero/riciclo in
Veneto rappresenta una realtà
consolidata e ampiamente
adeguata al fabbisogno
regionale, che si avvale di una
rete di oltre 2.000 impianti
e consente, in linea con le
direttive comunitarie in materia
di ambiente, di ottenere nuove
materie prime fondamentali per
il contenimento dei consumi
industriali, la diminuzione dei
costi di gestione, il risparmio
energetico e la riduzione delle
emissioni di gas serra.
Per quanto riguarda lo
smaltimento del rifiuto urbano
residuo (RUR o secco
residuo), prevale il trattamento
meccanico biologico (22%),
con la produzione di 138 mila
tonnellate di CDR, utilizzate
principalmente in una centrale
termoelettrica presente nel
territorio regionale. Il 9% del
RUR è destinato direttamente
ai 3 impianti di incenerimento
con recupero di energia e
solamente il 6% viene conferito
direttamente nelle discariche
autorizzate a ricevere RUR con
contenuto di organico inferiore al
15% (Figura 3).
Informazione e formazione dei
cittadini
Il ‘modello Veneto’ così come
sopra descritto trova fondamento
su un forte rapporto degli enti
di gestione con il territorio
mantenuto nel tempo anche
Figura 1 - Suddivisione dei Comuni del Veneto in base alla %RD raggiunta – Anno
2012 – Fonte: Arpav Osservatorio Regionale Rifiuti
Figura 2 - Suddivisione dei Comuni del Veneto in base al sistema di raccolta adottato
– Anno 2012 – Fonte: Arpav Osservatorio Regionale Rifiuti
1...,73,74,75,76,77,78,79,80,81,82 84,85,86,87,88,89,90,91,92,93,...102
Powered by FlippingBook