Pur basandosi su soluzioni
tecniche con molti decenni
alle spalle lo sfruttamento
dei flussi idrici continua
la sua espansione.
Da un lato ci sono nuovi
Paesi che rivolgono le
attenzioni degli incentivi
allo sfruttamento di questa
risorsa naturale (la Russia,
ad esempio dovrebbe
incentivare i piccoli
produttori con una nuova
legge in approvazione),
dall’altro ci sono le ricerche
per lo sfruttamento di
nuovi flussi idrici, fino a
ieri non considerati perché
antieconomici, ma oggi
riconsiderati, come
lo sfruttamento nei consorzi
di irrigazione o gli impianti
di pompaggio.
Impianti mini idro e consorzi
di bonifica
Per le potenzialità
dei piccoli salti: negli ultimi
anni la maggior parte degli
impianti vecchi
o in disuso sono stati
riattivati su molti corsi
d’acqua con operazioni
a volte complesse per
sostituire vecchie turbine
insabbiate o effettuando
pesanti ristrutturazioni delle
opere civili
per rendere adeguati
i canali di adduzione
alle nuove opere
meccaniche.
Questo è avvenuto
soprattutto al Nord dove
la sensibilità su questo
tipo di impianti è sempre
stata elevata e supportata
dalle amministrazioni
pubbliche, pur nella
generale complessità delle
procedure autorizzative
che comportano un elevato
numero di verifiche e
autorizzazioni da diversi
organismi competenti,
ciascuno sulla propria
materia.
Oggi lo sguardo è rivolto
allo sfruttamento di salti
ancora poco sfruttati quali
quelli in essere presso
i consorzi di bonifica. In
particolare si tratta di
salti idrici individuati nelle
regioni del Sud Italia, con
potenze sotto il megawatt.
In una recente ricerca
dell’Inea (Istituto Nazionale
di Economia Agraria) sono
stati individuati 211 impianti
per una potenza elettrica
complessiva di 122 MW,
di cui rispettivamente 106
MW (Centro Sud) e 16 MW
(Centro Nord), con potenze
e salti medi rispettivamente
di 0,7 MW e 0,3 MW
e 33,8 m e 4,7m. Tali
differenze sono giustificabili
considerando la diversa
conformazione orografica, il
regime dei corsi d’acqua e
la differente struttura degli
schemi irrigui esistenti.
Sul fronte della producibilità
di energia, le medie delle
ore di funzionamento
degli impianti, a parità di
potenze installate, sono
risultate superiori alle
medie nazionali in ragione
del diffuso utilizzo degli
impianti, sia durante il
periodo irriguo che extra-
irriguo.
Tuttavia i positivi valori
medi sono però risultati
attribuibili anche a erronee
valutazioni riguardo
l’utilizzo delle portate extra-
irrigue e ciò specialmente
in relazione alle troppo
ampie variazioni di portate
turbinabili, in particolare
per impianti con una sola
turbina (circa il 53% del
totale proposto).
Questi aspetti dovranno
Figura 1 - Suddivisione degli impianti per regione
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n.11 settembre 2013
FOCUS
2.8
8.5
5.2
5.7