ambientale (18%) e dallo
“sviluppo delle relazioni con
le parti interessate” (17%).
A corredo dell’analisi sono
richiamate le semplificazioni
rispetto ad alcuni obblighi
normativi riconosciute in
numerosi Stati membri a
fronte della registrazione (per
Italia è possibile consultare
l’elenco delle semplificazioni
riconosciute ex lege sul sito
dell’Ispra – sezione Emas [6])
ed è riportato un raffronto costi/
potenziali risparmi annui dal
quale emerge che, sebbene
questi varino ampiamente a
seconda, ad esempio, delle
dimensioni e dell’attività
dell’organizzazione, della
situazione corrente, della prassi
di gestione ambientale e dal
paese specifico, tuttavia, le
organizzazioni recuperano in
un lasso di tempo compreso
quasi sempre tra uno e due
anni i costi di attuazione di
Emas (compresi dopo il primo
anno tra i 10.000 euro per
le microimprese e i 39.000
euro per le grandi) grazie ai
potenziali risparmi annuali in
termini di efficienza (stimati
in 3.000-10.000 euro per le
microimprese fino a 400.000
euro per le grandi). Infine, viene
evidenziato che per le micro e
piccole imprese è indispensabile
il ricorso a strumenti quali
l’’Emas Easy’ che consente una
notevole riduzione dei costi (per
la fase di mantenimento annuale
si annovera una spesa di 2.200
euro per le micro e di 3.300
euro per le piccole).
Gli indicatori chiave
A valle della parte introduttiva, le
linee guida riportano lo schema
generale per l’attuazione di
Emas (analisi ambientale
iniziale, implementazione SGA,
dichiarazione ambientale,
verifica e convalida,
registrazione), comprensivo
di un calendario indicativo dei
tempi di attuazione di ciascuna
attività, e forniscono indicazioni,
schemi e tabelle esemplificative
per ciascuno dei requisiti
necessari per l’applicazione del
Regolamento europeo.
Con riferimento alle fasi di
Analisi Ambientale Iniziale e
di Dichiarazione Ambientale,
e in considerazione del
dibattito scaturito a seguito
dell’introduzione degli indicatori
chiave per la misura della
prestazione ambientale nelle
tematiche identificate da
Emas (efficienza energetica,
efficienza dei materiali,
acqua, rifiuti, biodiversità,
emissioni), vengono nel seguito
sinteticamente esposte le
principali delucidazioni riportate
nelle linee guida che, dopo
aver ribadito che gli indicatori
devono essere calcolati come il
rapporto (R) di due grandezze,
il consumo (A) e la produzione
(B), entrano subito nel merito
della definizione dei dati di
consumo per poi affrontare
il tema degli elementi di
flessibilità.
In particolare, con riferimento ai
dati di consumo, si riportano per
ogni area tematica le principali
considerazioni.
Efficienza energetica
Gli indicatori proposti da
Emas sono (a) il consumo
totale annuo di energia,
espresso in MWh o GJ e
(b) la percentuale di (a) da
fonti energetiche rinnovabili,
prodotta dall’organizzazione;
viene precisato che, poiché
l’indicatore (b) descrive la
percentuale del consumo annuo
di energia da fonti rinnovabili
effettivamente prodotta
dall’organizzazione, l’energia
acquistata da fornitori non è
compresa in questo indicatore
(può essere considerata come
facente parte delle misure di
‘appalti verdi’).
Efficienza dei materiali
Da Regolamento è prevista la
misura del flusso di materiali
annuo (che deve escludere
i vettori energia e acqua),
espresso in tonnellate; viene
suggerito di dettagliare il flusso
in relazione alla tipologia di
materiale (materia prima,
prodotto intermedio ecc.) e
all’uso che ne viene fatto.
Acqua
Emas considera il consumo
idrico totale annuo, espresso
in m
3
; viene consigliato di
specificare i diversi tipi di
consumo, identificando la fonte
di approvvigionamento (ad
esempio acque superficiali,
acqua freatica) e di includere
tra le informazioni utili anche
la quantità di acque reflue,
di acque reflue, trattate e
riutilizzate, e il riciclaggio di
acqua piovana e acque grigie.
Rifiuti
Il Regolamento prevede il
monitoraggio della produzione
totale annua di rifiuti, suddivisa
per tipo, espressa in tonnellate e
la produzione di rifiuti pericolosi,
espressa in tonnellate o kg;
viene suggerito di suddividere i
rifiuti per tipo in entrambi i flussi
e di monitorare i quantitativi
di rifiuti recuperati, riciclati,
utilizzati per la produzione di
energia o smaltiti in discarica.
Biodiversità
Emas prevede la valutazione
dell’utilizzazione del terreno,
espressa in m
2
di superficie
edificata; viene evidenziato
che tale indicatore copre
esclusivamente i locali
dell’organizzazione in termini di
superficie edificata (per altro si
raccomanda di includere anche
le superfici impermeabilizzate)
e che comunque non tutti gli
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n.11 settembre 2013
Figura 1 – Primi dieci paesi UE per numero di siti registrati Emas
(31.03.2013 – Dati UE [3])
Figura 2 – Andamento siti e organizzazioni registrati Emas in UE
(31.03.2013 – Dati UE [3])