Energie_Ambiente_11 - page 62

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n.11 settembre 2013
è stato stimato in 1,8
milioni di euro pari a 2.700
euro/kW al centro Sud,
leggermente inferiori quelli
per il centro Nord, 1,2
milioni di euro di costo
capitale a impianto però per
4.300 euro/kW, dovuta a
maggiori difficoltà tecniche
e impianti mediamente più
piccoli.
Un nodo importante da
risolvere per questo tipo di
impianti è l’assoggettabilità
a VIA. In particolare
la normativa, finora,
differenzia sulla portata
minima (200 L/s) piuttosto
che sulla potenza di
impianto.
Ultimamente il Ministero
dell’Ambiente ha derogato
la norma per gli impianti
con concessione inferiore ai
250 kW in caso di interventi
che non prevedano aumenti
della portata derivata.
Una seconda problematica
inerente questi impianti è
l’applicazione della tariffa.
Per la maggior parte degli
impianti si tratta di impianti
‘a bacino’ ovvero che hanno
un serbatoio classificato
‘bacino di modulazione’
(durata di invaso minore
di 400 ore e maggiore di 2
ore).
In questo caso la tariffa
incentivante è di 104
euro/MWh che non basta
a rendere sostenibili la
maggior parte degli impianti
che, essendo legati al
ciclo irriguo, non hanno
la possibilità di regolare
il bacino come sarebbe
più conveniente. Si tratta,
infatti, di impianti di piccola
taglia (300 kW, in media),
ben distanti dalla media
nazionale degli impianti a
bacino (3,8 MW).
La proposta è di
considerare questi impianti
a bacino alla stregua di
impianti ad acqua fluente
almeno limitatamente al
riconoscimento della tariffa
e per taglie sotto il MW.
Oltre a queste
considerazioni ne sono
state proposte altre, ovvero
l’impatto della revisione
della normativa sulla
fattibilità e redditività di
questo paniere specifico
di impianti in consorzi di
bonifica.
Quello che appare evidente
dalle diverse valutazioni e
analisi effettuate da Inea
delle proposte pervenute e
dai contatti con numerosi
Consorzi, è che si è potuto
accertare una diffusa
difficoltà a stimare il costo
degli impianti e soprattutto i
costi operativi (comprensivi
della quota di rientro del
capitale investito).
Il numero di impianti
interessati da questa
iniziativa è piccolo, tuttavia
le tematiche proposte e
l’opportunità di introdurre
nuovi impianti anche
laddove non era mai stato
nemmeno concepito.
Si può concludere dicendo
che l’idroelettrico di piccola
taglia non è morto, anzi
è vivo ed è alla ricerca di
nuove opportunità tra le
pieghe delle normative e
delle nicchie tecnologiche.
Impianti di pompaggio
in Europa
La ricerca di opportunità
per l’industria idroelettrica
passa anche, a livello
europeo, attraverso un
recente studio dello JRC di
Ginevra, che ha esaminato
le potenzialità per gli
impianti idroelettrici di
FOCUS
Figura 2 - Impianti potenziali
Figura 3 - Tipologia d’impianto realizzabile con collegamento di due bacini esistenti
1...,52,53,54,55,56,57,58,59,60,61 63,64,65,66,67,68,69,70,71,72,...86
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