minimo nei volumi disponibili e nelle portate
erogate si verifica alcuni mesi dopo che si
è registrato un minimo nelle precipitazioni
[6]. A titolo di esempio, in Figura 3 sono
riportati i coefficienti di correlazione tra gli
SPI aggregati a 3, 6, 9, 12, 18, 24 e 48
mesi e le portate istantanee delle sorgenti
Caposele, Cassano e Serino (Campania).
In relazione alla vulnerabilità, cioè la
misura della gravità delle conseguenze
socio-economiche durante i periodi di non
soddisfacimento della domanda, il primo
elemento da prendere in considerazione
è la quantificazione del possibile deficit in
rapporto alla domanda: durante un periodo
siccitoso è auspicabile che il deficit sia
poco intenso, al limite per un periodo più
prolungato, piuttosto che molto intenso per un
periodo limitato. Particolarmente vulnerabili in
relazione a possibili deficit appaiono i sistemi
basati sulla captazione di acquiferi carsici di
dimensioni medio-piccole, caratterizzati da
minimi stagionali di qualche decina o poche
centinaia di L/s che si verificano in genere
durante la stagione autunnale, ad esempio,
le sorgenti che alimentano parte del sistema
idrico dell’alto Tevere [7]. Tali sorgenti
tipicamente vanno in secca negli anni più
siccitosi, determinando deficit locali pari
alla domanda stessa e tali per cui il ricorso
a risorse alternative (solitamente acquiferi
alluvionali) è inevitabile, con i conseguenti
rischi di sovrasfruttamento nel caso di siccità
prolungate. Tale tipologia di risorsa appare
particolarmente vulnerabile dal momento
che generalmente non esiste alcun sistema
di immagazzinamento ad essa connesso e
dunque la portata massima utilizzabile è pari
alla portata istantanea erogata dalla sorgente.
Due progetti dell’Irsa
Allo stato attuale risultano generalmente
carenti sistemi di analisi che mettano in
relazione i dati meteorologici (pregressi e
prevedibili) e relativi allo stato attuale della
risorsa, con la disponibilità idrica prevista
su scala mensile/annuale e dunque con
la capacità del sistema di soddisfare la
domanda. L’Istituto di Ricerca sulle Acque
è impegnato da alcuni anni nello sviluppo
di indicatori di early-warning di condizioni
di scarsità idrica, in collaborazione con
Enti preposti alla pianificazione e gestori.
Menzioniamo qui in particolare due progetti:
il progetto “Siccità - La vulnerabilità dei
grandi sistemi di approvvigionamento
idrico del bacino del Tevere in relazione al
verificarsi di condizioni di scarsità della risorsa
idrica. Definizione di un sistema di azioni
di prevenzione e mitigazione degli effetti”
con l’Autorità di bacino del Fiume Tevere e
l’Accordo Quadro con il Dipartimento della
Protezione Civile Nazionale, nell’ambito
del quale è in corso di svolgimento l’attività
“Metodologie per il monitoraggio della
disponibilità di risorse idriche e per il
preannuncio di possibili crisi idriche”. A
titolo di esempio in Figura 3 è riportata
un’analisi per l’individuazione di early-warning
dell’invaso di Montedoglio (Alta Valle del
Tevere): mediante un modello numerico
che simula l’intero sistema idrico connesso
con l’invaso e che prende in considerazione
il regime degli afflussi relativo al periodo
1952-2006, le utenze e i relativi fabbisogni
soddisfatti dalle acque dell’invaso, è stata
individuata la soglia minima dei volumi
massimi invasati (linea verde di Figura 4)
alla fine del periodo di ricarica, oltre la quale
il sistema va in deficit nel periodo autunnale
(ovali blu). Il modello di simulazione può
essere quindi di ausilio per valutare tali
soglie critiche in differenti scenari di utilizzo
e condivisione di una stessa risorsa e in
condizioni climatiche differenti.
Elementi necessari per prevedere
la siccità
Per concludere riteniamo sia opportuno
spendere qualche parola sul livello di
conoscenza che esiste nel contesto italiano
attuale in relazione ai quattro elementi
necessari per l’individuazione di early-
warning di condizioni di siccità idrica (l’input
meteo-idrologico, la risorsa, le infrastrutture, i
fabbisogni).
L’input meteo-idrologico
In generale la rete termo-pluviometrica
italiana appare sufficiente per monitorare con
il necessario dettaglio condizioni di anomalia
termometrica e/o pluviometrica; viceversa,
risultano talvolta scarsi i dati relativi all’umidità
nei suoli (fondamentali nella valutazione
delle condizioni di siccità agricola, oltre che
nella previsione delle piene) e alla copertura
nevosa. Un aspetto particolarmente carente,
non in un’ottica di gestione sul breve-medio
periodo, ma in un’ottica di programmazione
sul lungo periodo è la mancanza o difficile
accessibilità di serie storiche di dati meteo-
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n.9 marzo 2013
Figura 3 - Coefficienti di correlazione tra le gli SPI aggregati a 3, 6, 9, 12,
18, 24 e 48 mesi e le portate istantanee delle sorgenti Caposele, Cassano e
Serino (Campania) [7].
Figura 4 - Serie storica simulata dei volumi immagazzinati nell’invaso di
Montedoglio relativamente al periodo 1952-2006. La linea verde continua indica la
soglia minima dei volumi massimi alla fine del periodo di ricarica, oltre la quale il
sistema va in deficit nel periodo autunnale (ovali neri) [8].
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