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n.9 marzo 2013
er l’ottimizzazione del depuratore di Rimini, il gioco di
squadra è stato fondamentale: un team formato da
tecnici di Hera SpA: Angelo Cescutti Responsabile
del Servizio fognatura e depurazione di Hera Rimini,
Angelo Torcaso Responsabile del Supporto Tecnico
Amministrativo, Mauro Di Domenico Responsabile gestione depurato-
re Santa Giustina, e i tecnici Roberto Carichini e Luca Cristofori, spe-
cialisti di tecnologia di depurazione.
Come funziona il depuratore biologico di Santa Giustina?
Angelo Cescutti
- Entrato in funzione nel 1996 con una capacità de-
purativa della linea acque di 220.000 Abitanti Equivalenti e della linea
fanghi di 440.000 Abitanti Equivalenti, il depuratore è stato creato pro-
gettato per trattare le acque reflue di parte del Comune di Rimini e
di buona parte dei comuni dell’entroterra posti nell’omonima valle del
fiume Marecchia. Oggi è in corso l’intervento per il raddoppio della ca-
pacità di trattamento dell’impianto grazie ad una nuova linea depurativa
dotata di membrane a ultrafiltrazione (MBR), per soddisfare le esigen-
ze future di tutta la città di Rimini e permettere la dismissione dell’altro
depuratore della città, in esercizio dal 1964. L’evoluzione normativa
prevede limiti sempre più restrittivi in particolare per gli impianti di depu-
razione posti nelle cosiddette ‘aree sensibili’ e zone costiere. La fluttua-
zione estiva dei carichi organici afferenti agli impianti di depurazione,
dovuti prevalentemente alle presenze turistiche importanti in tutta la
riviera Romagnola, impone la necessità di avere impianti sovradimen-
sionati nel periodo invernale che soddisfano le maggiori esigenze de-
purative dei periodi di maggiore afflusso turistico. Le diverse condizioni
stagionali richiedono una gestione dell’impianto di depurazione con di-
verse configurazioni d’esercizio. Pertanto il contesto socio-ambientale
impone a Hera SpA la ricerca continua delle migliori tecnologie presenti
nel mercato, assicurando al territorio impianti affidabili, capaci di rag-
giungere standard di eccellenza e la giusta flessibilità per permettere il
contenimento dei costi d’esercizio.
Quale tecnologia viene utilizzata?
Mauro Di Domenico -
È un impianto biologico a fanghi attivi di tipo
tradizionale, quindi con una prima fase di grigliatura fine e dissabbiatu-
ra, trattamenti di sedimentazione primaria, un reattore biologico nitro-
denitro, la sedimentazione secondaria e un impianto di trattamento ter-
ziario (non si trova in tutti i depuratori) che serve a migliorare la qualità
dell’acqua come finissaggio. La presenza del terziario aumenta il ren-
dimento della fase finale di disinfezione, elemento non trascurabile se
si considera che lo scarico s’immette in prossimità delle aree destinate
alla balneazione.
Questo impianto disponeva di un sistema di ossidazione molto rigido,
generato da una distribuzione dell’aria che non poteva essere dosata
capillarmente e modulata nelle diverse vasche delle 4 linee di ossida-
zione. I compressori erano regolabili solo manualmente e non era pos-
sibile adeguare l’apporto di ossigeno aria al all’effettivo carico organico,
alla temperatura, al clima e ad altri fattori variabili presente in ciascuna
vasca. La soluzione logica era intervenire nel comparto di aerazione
dotandosi di un sistema flessibile capace autonomamente di adeguarsi
alle reali richieste di ossigeno.
Come è stato ottimizzato?
Angelo Torcaso -
Per prima cosa, ci siamo concentrati sulla linea ac-
que con l’ossidazione biologica che è il comparto più energivoro e ab-
biamo individuato tre possibili interventi: il primo step è stato sostituire
tutto il tappeto di diffusione dell’aria con piattelli ad alto rendimento per
lo scambio d’ossigeno, nel secondo step abbiamo automatizzato il si-
stema che permette la regolazione dell’aria rendendolo dipendente dai
reali carichi organici e inorganici presenti nel reattore biologico, il tutto
inserendo 4 valvole modulanti Sistag a ghigliottina (le migliori per assi-
curare una regolazione ‘fine’), installando sonde Endress+Hauser per
la rilevazione dell’ossigeno e dell’ammoniaca e automatizzando il siste-
ma di regolazione dei compressori. È stato possibile, quindi, modificare
il sistema di diffusione dell’aria, aumentando l’efficienza della regola-
zione così da limitare il lavoro delle soffianti con un risultato immediato
Il depuratore Santa Giustina
di Rimini
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