relazione alla quantificazione della domanda
attuale e futura nei diversi settori (civile,
irriguo, industriale, energetico, ambientale
ecc.). È evidente dunque che un early-
warning di condizioni di scarsità, intesa
come incapacità di un sistema a soddisfare
il fabbisogno idrico delle utenze connesse, è
una caratteristica specifica di ogni sistema. I
sistemi di approvvigionamento idrico presenti
in Italia sono estremamente diversificati sul
territorio sia in termini di utilizzatore finale
(sistemi a scopo idropotabile, agricolo,
industriale o plurimo) sia in termini di risorsa
utilizzata (invasi naturali e artificiali, acque
superficiali, acquiferi alluvionali, acquiferi
carsici). In Figura 1 sono riportati i principali
complessi idrogeologici presenti sul territorio
nazionale ed utilizzati per il soddisfacimento
del fabbisogno idrico. A questi occorre
aggiungere gli invasi naturali (laghi
di medie e grandi dimensioni) e
artificiali sparsi su tutto il territorio
(sono 539 dighe con volume
massimo invasabile superiore a
1.000.000 m
3
o altezza superiore
a 15 m, dato aggiornato a
settembre 2012).
Valutazione del rischio
di scarsità
L’esposizione al rischio di mancato
soddisfacimento della domanda da
parte di un sistema idrico [3] può essere
valutata in termini di affidabilità, resilienza
e vulnerabilità. Per quanto riguarda
l’affidabilità, il primo elemento da tenere
in considerazione è la differenza tra
la disponibilità media delle risorse e la
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n.9 marzo 2013
PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE
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