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n.9 marzo 2013
Eco, ovvero sostenibile sia
dal punto vista ambientale sia
dal punto di vista economico.
Attraverso il recupero dei materiali
l’economia del riciclo contribuisce
in maniera sostanziale all’eco-
efficienza generale del sistema,
determina significativi risparmi
energetici e di uso di risorse non
rinnovabili e consente apprezzabili
riduzioni delle emissioni in
atmosfera.
Eco Design, cioè che partendo
da rifiuti e seguendo una catena
di produzione poco impattante,
dia origine a prodotti innovativi
e di design a loro volta riciclabili
e riusabili. Il potere del ciclo
chiuso sta nella riduzione dell’uso
delle materie prime vergini, nel
recupero e successiva vendita
degli scarti che diventano nuovi
prodotti. Un prodotto che a fine
vita non necessita di lavorazioni
e processi per essere recuperato,
può anche essere restituito più
velocemente al sistema, con un
notevole risparmio in termini di
materiale, manodopera, energia,
capitale ed esternalità (emissioni di
CO
2
, consumo di acqua, tossicità).
Aumentare la vita di un prodotto
significa quindi massimizzare sia
il numero di cicli consecutivi ai
quali può prendere parte, sia il
tempo di ciascun ciclo. Si tratta di
diversificarne l’utilizzo andando
a collocare lo scarto lungo la
catena del valore (ad esempio
una bottiglia di plastica può essere
riutilizzata più volte per lo stesso
uso, può essere successivamente
utile come contenitore o per
innaffiare le piante, poi può
rientrare nel ciclo del riciclo della
plastica dando origine a diversi
nuovi prodotti).
Social per lo sviluppo
dell’occupazione sul territorio
nelle varie fasi di
raccolta, trasformazione e
vendita del prodotto.
In quest’ottica il progetto LOWaste
prevede il coinvolgimento attivo
delle aziende del territorio con le
quali verranno stipulati accordi,
sia sul fronte dell’offerta (raccolta
e gestione rifiuti, produzioni
ecocompatibili) sia su quello
della domanda (in qualità di
consumatori), proponendosi di
intervenire su alcune tipologie di
rifiuti individuate selezionando
i flussi più efficienti ovvero che
meglio si adattano al contesto
locale.
Alla ricerca dei riprodotti
di successo
Diversi gli step del percorso che
si sta seguendo nell’ambito del
progetto per l’individuazione dei
potenziali riprodotti e per lo studio
di fattibilità degli stessi.
La generazione delle idee
attraverso l’analisi desk della
letteratura esistente e dei casi
di successo e insuccesso,
un’indagine di mercato con
l’obiettivo di raccogliere le
specifiche valutazioni degli addetti
di diversi settori circa alcune
informazioni di natura qualitativa
(interesse all’acquisto di ‘prodotti
riciclati’ realizzati sul territorio
locale, prospettive di mercato,
difficoltà tecnico/organizzative,
giudizio sulle normative di
riferimento), interviste a potenziali
clienti e fornitori nell’ottica di
capire i bisogni insoddisfatti o mal
soddisfatti dai prodotti esistenti,
i rifiuti generati, le dinamiche di
smaltimento, l’interesse di inserirsi
in un
ciclo
locale
chiuso;
Workshop
interni per
far
emergere
gli interessi e le
preferenze
dei partner, analizzare il territorio
locale e livellare le competenze;
visite a realtà locali, italiane ed
estere. Una volta generate le
idee sono state eliminate quelle
che potrebbero dar vita a prodotti
poco attraenti o incompatibili
con le risorse e gli obiettivi del
progetto. In sostanza in questa
fase sono stati eliminate le idee
manifestamente non realizzabili o
di scarso interesse, selezionando
quelle che meritano analisi più
approfondite, ovvero Oggettistica
e Gadget; Abiti ricondizionati;
Biodiesel e Glicerina/Saponi;
Compost; Ghiaino triturato fine;
Arredo urbano e attrezzature
ludiche ricondizionate.
La selezione è stata fatta
attraverso una griglia di
valutazione che consiste in
un elenco dei fattori chiave
opportunamente ponderati
secondo la loro importanza
relativa, ai quali viene poi
assegnato un punteggio per
poi elaborare un risultato di
performance finale.
Le idee che hanno superato la
selezione verranno poi tradotte
in concetti di prodotto (concept).
Un concept di prodotto consiste
in una versione elaborata
dell’idea, espressa come paniere
di caratteristiche e attributi
percepibili dal consumatore
(le sue caratteristiche fisiche e
percettive, il gruppo di utenti a
cui si rivolge…). La fase attuale
del progetto mira a definire le
caratteristiche qualitative dei
riprodotti individuati nell’ambito
dei 4 flussi di rifiuti scelti (tessile,
olio alimentare, organico e scarti
da demolizione), valutando la
sostenibilità sia economica che
fattiva del processo di creazione
degli stessi in un ciclo chiuso
locale.
L’obiettivo è quello di migliorare
la qualità dei materiali da riusare
e riciclare così da poterli offrire
sul mercato, definendo tutti gli
aspetti tecnici che devono essere
modificati o migliorati per facilitare
l’intercettazione dei materiali e
il modo con cui possono essere
reintrodotti nel mercato.
Una volta sviluppato il concetto di
prodotto sarà necessaria un’analisi
economica della sostenibilità
del riprodotto sia in termini di
investimento che di copertura
dei costi e profitti generabili e
una volta superata questa verrà
realizzato il prototipo da sottoporre
a test funzionali e di mercato
al fine di garantirne il corretto
funzionamento e la adeguata
rispondenza ai gusti e alle
esigenze dei consumatori target. È
stata così focalizzata l’attenzione
su prodotti che potessero
soddisfare contemporaneamente
sia i bisogni di un mercato primario
di riferimento (Aziende private e
Pubblica Amministrazione) sia
quelli di un mercato secondario
(Cittadini e Grande distribuzione),
a cui il progetto potrebbe rivolgersi
in una seconda fase. Un ulteriore
fattore di qualità considerato è
stata la possibilità di effettuare
trasformazioni di tipo sia artigianale
che industriale e la possibilità di
creare prodotti unici attraverso
applicazioni di design.