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n.9 marzo 2013
di efficienza energetica, rendendo cosciente management
e personale che la spesa non è solo quella relativa alle
forniture elettriche o di combustibili fossili.
In quali aziende si è cominciato a ragionare in termini di
KPI (Key Performance Indicators) e di KRI (Key Risk In-
dicators) legati all’energia o ci si sta preparando a far-
lo? In quale modo le aziende si preparano ad aumenta-
re l’efficienza energetica del proprio business: usando
consulenze esterne oppure sfruttando le risorse interne
(energy manager)?
Nelle esperienze di Paolo Laganà, l’energy manager inter-
no rischia di esser piuttosto un ruolo da coprire che una
risorsa qualificata. Tuttavia ci sono dei processi produttivi
che più di altri sono sensibili ai consumi energetici (di qua-
lunque tipo e quindi non solo elettrico), ma in generale in
questi casi c’è una naturale predisposizione ai controlli che
fa sì che si faccia riferimento a strutture qualificate esterne,
magari a supporto di un quadro interno normalmente di alto
profilo.
Secondo Tieghi la figura dell’Energy Manager è ancora in
via di definizione: in alcune realtà questo ruolo è ricoperto
da professionisti seri e competenti, ma può anche capitare
di imbattersi in realtà in cui il potere decisionale dello stes-
so è minimo (o addirittura nullo). Questo è comprensibile,
perché formare una persona su temi tanto vasti e normative
che continuano a variare nel corso degli anni non è cosa
da poco. “Riteniamo per questo – prosegue Tieghi - che
avvalersi della competenza di consulenti esterni (Esco)
possa essere una buona scelta: l’esperienza consente loro
di rilevare le ‘falle’ del sistema e suggerire le azioni da intra-
prendere. Certamente i migliori risultati si possono ottenere
soltanto tramite la collaborazione di professionisti del setto-
re e chi “conosce” l’impianto nel dettaglio”.
Il mercato degli smart meter è dato in crescita espo-
nenziale, non si tratta solo di dispositivi per la distri-
buzione elettrica, ma anche per il mondo industriale.
Il mercato è frammentato in big players (IBM, Echelon,
Wonderware, Siemens, ABB, GE ecc) e in piccoli forni-
tori di servizi (System integrator): quale il modello di
business vincente nella realtà industriale italiana?
Per Laganà il mercato è in fermento, però si individua una
tendenza dei fornitori (big player) a proporre i servizi: pen-
so alla iniziativa della Schneider di qualificare dei partner che
possano fornire i necessari servizi di integrazione utilizzando
i prodotti di quel catalogo. Probabilmente è la scelta vincente,
anche negli interessi dei clienti finali, soprattutto per la facili-
tà di accesso al decision maker delle aziende. Questa scelta
pragmatica in realtà è diversa da quella più illuminata, che
farebbe pensare a System Integrator puri, cioè non legati a
uno specifico fornitore e quindi probabilmente più pronti a sce-
gliere la migliore soluzione di mercato rispetto alle specifiche
esigenze del cliente finale, ma in questo caso si incontra una
difficoltà enorme di accesso al cliente stesso se non si è già
fornitori riconosciuti.
La tendenza colta da Laganà si conferma nelle azioni di Mitsu-
bishi Electric che, in risposta alle questioni di Energy Saving,
ha sviluppato più che un prodotto (inverter, motori brushless,
robot), un vero e proprio sistema. “Il concetto da cui siamo
partiti – spiega Cerutti - è denominato e&eco-f@ctory e si basa
sulla trasparenza totale dei dati dal livello produzione al livello
MES/ERP”. In particolare, la traduzione operativa di maggior
efficienza energetica è l’Energy Control Pack (ECP), una solu-
zione aperta e scalabile in funzione delle esigenze, aspettati-
ve e capacità d’investimento dell’utente finale. Al livello base,
ECP è uno strumento di misurazione e raccolta dati da Ener-
gy Meter, inverter o altra strumentazione in campo, basato su
PLC compatti o modulari tipo iQ_Platform.
Questa seconda piattaforma consente, grazie a schede di tipo
MES, di prelevare dati anche da PLC di terze parti già esistenti
e trasferirli a database aziendali per ulteriori analisi, certifica-
zione o allocazione precisa dei costi. A un livello più elevato,
iQ_Platform si occupa anche di effettuare la gestione attiva
dell’energia, intervenendo su macchine e processi con le fina-
lità di evitare lo sforamento (e i costi connessi) dei limiti con-
trattuali di consumo, di abbassare il consumo medio, di otti-
mizzare l’eventuale sfruttamento di tariffe orarie più favorevoli.
Naturalmente, questo livello implica un approfondito studio ini-
ziale dell’impianto e dei processi propri di ogni azienda, studio
condiviso con il nostro cliente e che porta alla formulazione di
un progetto d’intervento, accompagnato dalla stima del tempo
di payback atteso. “Le aziende possono frazionare nel tempo
l’investimento, intervenendo dapprima su una serie limitata di
macchine/ processi e sfruttando il ritorno che ne deriva per il
finanziamento delle rimanenti opere di efficientamento” con-
clude Cerutti.
Alla base del successo, nota Tieghi, c’è una precisa e minuzio-
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