ACQUA
produzione di energia raggiunge
690 miliardi di metri cubi nel
2035, con un incremento di circa
il 20% rispetto al 2010, con un
rallentamento della crescita
notevolmente dopo il 2020.
Infine, lo Scenario 450, oltre
a rappresentare un percorso
a basso tenore di carbonio,
potrebbe anche rappresentare
una soluzione per contenere
i prelievi d’acqua per scopi
energetici.
I prelievi da parte del settore
energetico in questo scenario
potrebbero essere pari a circa
600 miliardi di metri cubi nel
2035, solo il 4% in più rispetto
ai livelli del 2010. Rispetto
allo scenario Nuove Politiche,
lo Scenario 450 prevede una
più modesta crescita della
domanda di energia (in media
0,6% per anno) e un notevole
cambiamento nel settore
energetico: meno carbone e più
energie rinnovabili.
La dipendenza dell’energia
dall’acqua in Italia
La dipendenza della produzione
energetica italiana dell’acqua
è importante. Pur non
raggiungendo i livelli (oltre il
50%) di Stati come la Norvegia,
il Canada o il Brasile, il
fabbisogno energetico italiano
è coperto per il 10-15 %
dall’idroelettrico.
Per quanto riguarda il
raffreddamento delle centrali
termoelettriche, l’Italia ha
il vantaggio di avere una
elevata estensione di coste e
quindi accesso ad una risorsa
praticamente illimitata nel tempo.
Tuttavia, guardando alla
dislocazione delle centrali
termoelettriche nel nostro
paese, poche sono dislocate
in prossimità delle coste e
quindi devono provvedere al
raffreddamento mediante l’uso
di acque superficiali interne
o essere dotare di sistemi di
raffreddamento a ciclo chiuso.
Dunque il settore termoelettrico
italiano sembrerebbe
potenzialmente vulnerabile
da questo punto di vista.
Sicuramente è emblematico
quanto è successo nell’estate
del 2003 nel bacino del Po.
La centrale di Porto Tolle, per
effetto dell’abbassamento
dell’alveo del Po per i ridotti
apporti di sedimenti da monte e
di una magra eccezionale della
portata, ha dovuto bloccare la
produzione di energia elettrica
in quanto i manufatti per la
presa dell’acqua non erano
in grado di prelevare acqua a
sufficienza per il raffreddamento
dell’impianto. La conseguente
riduzione di produzione e la
forte domanda di elettricità
per il condizionamento dovuta
all’ondata di calore, ha richiesto
il distacco programmato di molte
utenze, generando notevoli costi
agli utenti finali. Ma la nostra
Strategia Energetica Nazionale
(SEN) elaborata nel 2012 non
tiene in alcun modo conto della
potenziale vulnerabilità della
produzione energetica rispetto
alla disponibilità d’acqua.
GESTIONE
Fonte IEA