Figura 2 - Quantità di fanghi (t/anno) utilizzati in agricoltura in Veneto tra il 2007 ed il
2010.(Fonte: MUD - Servizio Rifiuti e Suolo – Arpav, 2011)
Figura 3 - Andamento della quantità per ettaro di fanghi utilizzati in
agricoltura in Veneto tra il 2007 ed il 2010.
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n.9 marzo 2013
GESTIONE
FANGHI
processo di compostaggio,
in alcuni impianti i fanghi
subiscono una sorta di blanda
biostabilizzazione al fine di ridurre
il loro grado di putrescibilità. I costi
medi ammontano a 70-80 euro/t.
Se si esclude l’operazione D8 che,
per i motivi sopra riportati, riguarda
un passaggio di trattamento
intermedio di fanghi che non
hanno completato il processo di
formazione, dai dati relativi alla
loro destinazione emerge che circa
l’80-90% dei fanghi provenienti
dagli impianti di depurazione
(140-180.000 t) subisce un
trattamento di compostaggio o
stabilizzazione (R3) mentre solo
il 10-20% dei fanghi (20-40.000 t)
viene smaltito in discarica. Inoltre,
dei fanghi destinati a recupero
R3 solamente il 10-20% viene
avviato all’utilizzo diretto a fini
agronomici in agricoltura con la
procedura prevista dal DLgs n.
99/1992 mentre il rimanente viene
trasformato in compost e utilizzato
in agricoltura come ammendante.
Utilizzo agronomico
Come previsto dalla DGrv n.
2241/2005 una parte dei fanghi
viene avviata ad impianti per una
stabilizzazione prima di venire
riutilizzata a fini agronomici:
in questa fase i fanghi talvolta
vengono mescolati con altri di
diversa origine (agroindustriale,
macellazione, cartaria, tessile ecc.).
La frazione di fanghi di origine non
civile è limitata (stima inferiore al
20%). In Tabella 3 si riportano i dati
relativi all’utilizzo agronomico dei
fanghi da depurazione in Veneto
negli anni 2007-2010; i valori sono
espressi in tonnellate/anno.
Le Figure 2 e 3 descrivono la
situazione del riutilizzo dei fanghi
in agricoltura nel triennio 2007-
2010, suddivisi per provincia sia
con l’indicazione della quantità
di fango in tonnellate sia della
quantità di fango per ettaro (t/
ha). Risulta prevalente l’utilizzo
dei fanghi nei terreni della
provincia di Rovigo rispetto agli
altri territori provinciali del Veneto.
In provincia di Rovigo si trovano,
infatti, i due principali impianti di
stabilizzazione in grado di gestire
le maggiori quantità di fanghi. Va
inoltre sottolineato che i fanghi
utilizzati in agricoltura provengono
da impianti di condizionamento/
compostaggio che accettano
anche fanghi provenienti da
comparti differenti da quello della
depurazione delle acque reflue, ma
tuttavia compatibili con il processo
biossidativo.
Conclusioni
I valori relativi agli anni 2006-
2009 indicano che la produzione
regionale di fanghi ammonta
mediamente a circa 350.000 t/
anno corrispondente a 40 kg/
AE. Di fatto, confrontando tale
dato con analoghi elementi
riscontrabili in letteratura, i valori
ottenuti sono al di sotto di quelli
che teoricamente sarebbero
prevedibili. Per una stima più
corretta bisognerebbe disporre
oltre ai dati di produzione anche
delle caratteristiche dei fanghi e,
in particolare, del loro contenuto
in sostanza secca e della
potenzialità reale degli impianti di
depurazione. Va sottolineato che
spesso gli impianti di trattamento
delle acque reflue urbane di
maggiore potenzialità possono
ricevere fanghi dagli impianti più
piccoli che non dispongono di
una linea fanghi completa: questa
pratica non consente di effettuare
stime corrette poiché risulta
difficile, con il sistema attuale di
censimento dei flussi dei fanghi
(MUD) e di elaborazione dei dati
grezzi, stabilire quanto fango
venga effettivamente prodotto dal
sistema: nei casi sopra citati lo
stesso fango può essere contato
due volte in quanto prodotto
dall’impianto primario (minore
potenzialità) e da quello secondario
(maggiore potenzialità); pertanto,
tutti i valori riportati seppur indicativi
potrebbero essere in parte
sovrastimati, anche se è stato
evidenziato che la potenzialità
complessiva dei piccoli impianti
(<10.000 AE) è solo l’8,7% del
totale. In sostanza il sistema di
raccolta dei dati (MUD) utilizzato
per tracciare e seguire il destino
finale del rifiuto non presenta un
sufficiente livello di dettaglio per la
comprensione dei flussi di gestione
dei fanghi di depurazione. Per
quanto riguarda il destino finale,
i fanghi prodotti negli impianti
vengono per lo più compostati
o stabilizzati (80-90%) e meno
frequentemente smaltiti (10-20%);
l’utilizzo diretto in agricoltura
rappresenta una pratica marginale,
in quanto riguarda solo il 3-4%
del totale; un po’ più significativo
è l’utilizzo in agricoltura dopo
condizionamento che rappresenta
il 10-20% dei fanghi che subiscono
trattamenti di recupero R3.
BIBLIOGRAFIA
Apat (ora Ispra), 2008, Tavolo Tecnico
Interagenziale, Il riutilizzo delle acque
e dei fanghi prodotti da impianti di
depurazione di reflui urbani: quadro
conoscitivo generale ed aspetti specifici,
Rapporto n. 80/2008, Roma.
Arpav Servizio Rifiuti e Compostaggio,
2011 – Produzione e gestione dei rifiuti
speciali nel Veneto – Anno 2009, www.
arpa.veneto.it.
Dgrv 09/08/2005 n. 2241 DLgs n.
99/1992; LR n. 3/2000; Dgrv 11/02/2005
n. 338 così come modificata ed integrata
dalle Dgrv 18/03/2005 n. 907, Dgrv
7/06/2005 n. 1269. Direttiva B – Norme
Tecniche in materia di utilizzo in
agricoltura di fanghi da depurazione
e residui non tossici e nocivi di cui sia
comprovata l’utilità a fini agronomici”.
Burv 20/09/2005 n. 89
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direttiva 86/278/CEE concernente la
protezione dell’ambiente, in particolare
del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi
di depurazione in agricoltura, GU
15/02/1992, n.38, SO n.28.
DLgs 13/01/2003 n. 36, Attuazione
della direttiva 1999/31/CE relativa
alle discariche di rifiuti, GU n. 59 del
12/03/2003, Suppl. Ordinario n.40.
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ambientale, SO Guri 14/04/2006 n. 88.
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di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in
sostituzione di quelli contenuti nel decreto
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio 3/08/2005, GU 1/12/2010,
n. 281
LR del Veneto 21/01/2000 n. 3. Nuove
norme in materia di gestione dei rifiuti.
Burv n. 8/2000.
1...,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39 41,42,43,44,45,46,47,48,49,50,...84