Energia_Ambiente_12 - page 70

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n.12 novembre 2013
EMISSIONI
ciascuna Parte adotti misure che
portino a una riduzione continua
dell’utilizzo delle amalgame
dentali, richiedendo, tra le varie
misure, di ricorrere all’utilizzo
delle BEP per ridurne i rilasci nelle
acque da parte delle strutture
dentistico - sanitarie. Per quanto
riguarda i processi industriali, viene
introdotto sia il divieto graduale
di impiegare alcuni processi che
utilizzano il mercurio sia l’obbligo di
introdurre misure di riduzione dei
rilasci di mercurio prima che una
determinata tecnologia alternativa
che non utilizzi il mercurio, sia
considerata accessibile sia
dal punto di vista tecnico che
economico. Una trattazione
separata è stata riservata
all’estrazione artigianale dell’oro
su piccola scala, che rappresenta
la fonte antropogenica principale
di immissione del mercurio
nell’ambiente a livello globale [8].
La Convenzione dà un forte
segnale per ridurre e, ove fattibile,
eliminare l’uso del mercurio in tale
attività, imponendo a ciascuna
Parte interessata di individuare
strategie e obiettivi nazionali di
riduzione [1].
Dati sulle emissioni e i rilasci di
mercurio in Europa e in Italia
Le 65 attività economiche
individuate nel Registro E-Prtr sono
suddivise in 9 settori principali, per
i quali in Figura 1 viene indicato il
relativo contributo alle immissioni
in acqua nella UE-27 per il 2011.
Relativamente al contributo dei 9
settori considerati per le immissioni
in acqua, dall’analisi dei dati E-Prtr,
emerge che la gestione dei rifiuti
e delle acque reflue rappresenta
più del 50% delle immissioni totali
di mercurio, seguita dall’industria
chimica e dal settore energetico
che rappresentano rispettivamente
il 18% e l’8% dei rilasci totali,
mentre l’allevamento intensivo e
l’acquacoltura, non contribuiscono
ai rilasci di mercurio.
Considerando più nel dettaglio
le attività dei vari settori, emerge
che la quasi totalità del contributo
(circa l’85%) dato alla gestione
dei rifiuti e delle acque reflue
è riconducibile agli impianti di
trattamento delle acque reflue
urbane. Per quel che concerne
le emissioni di mercurio in aria,
i settori che hanno contribuito
a livello europeo (UE-27) nel
2011, secondo i dati E-Prtr, sono
stati 6 e in particolare: il settore
energetico (56%), la produzione e
trasformazione dei metalli (17%),
l’industria chimica (11%), l’industria
mineraria (10%), la gestione dei
rifiuti e delle acque reflue (3%) e
la produzione e lavorazione della
carta e del legno (2%). Nell’ambito
del settore energetico, l’attività
che ha contribuito maggiormente
è rappresentata dalle centrali
termiche e dagli altri impianti di
combustione (97% rispetto al
totale di questo settore), mentre
nell’ambito della produzione
e trasformazione dei metalli e
dell’industria chimica le attività
principali sono rappresentate dagli
impianti per la produzione di ghisa
o acciaio e dalla produzione di
cemento (rispettivamente 83% e
95%). In Tabella 1 sono riportati
le emissioni in aria e i rilasci in
acqua di mercurio dei complessi
industriali italiani per il 2011 e il
loro contributo percentuale alle
emissioni e ai rilasci dell’UE-27
rispetto agli stessi settori.
Tali dati mostrano, quindi, che i
settori per i quali l’Italia contribuisce
in maniera più rilevante in termini
di quantità immesse nell’ambiente
sono, per le emissioni in aria, il
settore energetico, la produzione
e trasformazione dei metalli e
l’industria chimica, mentre, per i
rilasci in acqua, sono l’industria
chimica, la gestione dei rifiuti e
delle acque reflue e il trattamento
di superficie di materie, oggetti
o prodotti mediante solventi
organici, indicato in tabella come
altre attività, che contribuisce al
100% per i rilasci dell’UE essendo
un’attività condotta solamente in
Italia. In Italia per lo stesso anno
non compaiono nel registro rilasci
di mercurio nel suolo, mentre 12
complessi dell’UE hanno riportato
rilasci di mercurio nel suolo
per un totale di 42,54 kg, che
rappresenta l’1% delle quantità
di mercurio rilasciate in acqua.
Confrontando, infine, i dati dei
rilasci di mercurio del 2007, primo
anno di raccolta dei dati nell’E-Prtr,
e del 2011, ultimo anno in cui i
dati sono stati inseriti, si nota una
significativa riduzione, ovvero del
60% per i rilasci in acqua e del
65% per i rilasci nel suolo nella
UE-27. Meno consistente, ma
comunque rilevante, invece è stata
la riduzione delle emissioni in aria
attestatasi intorno al 18%. Tali
risultati hanno portato a diffondere
un interesse generale nel valutare
costantemente la possibilità
e la necessità di adottare
ulteriori misure di riduzione
dell’inquinamento da mercurio.
Conclusioni
Le misure tecniche e i vari
meccanismi contenuti nella
Convenzione di Minamata
sono realisticamente adatti ad
affrontare in maniera efficace
l’inquinamento da mercurio su
scala globale. L’Italia, nell’ambito
di questa problematica, ha
recentemente istituito un Centro
di Riferimento Nazionale sul
Mercurio [9] che anche grazie
all’esperienza maturata attraverso
il progetto europeo Global Mercury
Observation System (Gmos),
sul monitoraggio del mercurio
a livello globale, coordinato dal
CNR - Istituto sull’Inquinamento
Atmosferico, contribuirà in modo
determinante all’attuazione della
Convenzione.
Inoltre l’esperienza maturata fino
ad oggi, a livello sia nazionale
che regionale, nell’ambito degli
inventari e registri delle emissioni
in aria e dei rilasci in acqua e
nel suolo di mercurio, i cui dati
sono accessibili al pubblico, ha
portato a una sempre maggiore
attenzione dell’opinione pubblica e
del legislatore a tale problematica,
che costituirà un altro elemento
favorevole a promuovere
l’attuazione della Convenzione sul
mercurio e a produrre effetti positivi
su ambiente e salute.
Si ringraziano Sergio Cinnirella
e Roberta Spinetti dell’Istituto
sull’Inquinamento Atmosferico del
CNR, per la collaborazione durante
la stesura dell’articolo.
RIDUZIONE
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[8] Unep Global Mercury
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32 pagine.
[9] Centro Nazionale di
Riferimento sul Mercurio -
Cnrm,
[10] Global Mercury Observation
System – Gmos,
1...,60,61,62,63,64,65,66,67,68,69 71,72,73,74,75,76,77,78,79,80,...102
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