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n.10 maggio 2013
Obiettivi ambiziosi
Eppure Alpi Acque, da tempo, aveva la necessità di ottimizzare il
ciclo di post-denitrificazione nella propria vasca nell’impianto di
Savigliano, dove convergono i reflui provenienti da 23mila abitan-
ti equivalenti, per una portata media di 300 m
3
all’ora, ma che può
arrivare a 900 m
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in presenza di piogge o di particolari condizioni
ambientali. La rete di fognatura è caratterizzata da infiltrazioni di
acque parassite che determinano volumi maggiori rispetto alla
portata media; questo fenomeno comunque è in fase di attenua-
zione grazie agli interventi in corso sulla rete fognaria.
Proprio la variabilità del carico inquinante dei liquami in arrivo,
nel tempo, ha suggerito di creare un sistema in grado di gestire
in automatico una serie di processi, evitando così una serie di
sprechi, pur a fronte di un’elevata qualità di servizio.
Dal 2009, inoltre, la Regione Piemonte ha definito nuovi limiti di
emissione di sostanze inquinanti nelle acque di scarico, ancora
più restrittivi, per nutrienti quali azoto e fosforo. Limiti che, sin
dall’inizio, l’impianto di Savigliano è stato chiamato a rispettare.
A fronte di una simile sfida, la giovane tecnologia Mbbr è apparsa
la soluzione potenzialmente più idonea, in termini di risultati, ma
anche di ridotto investimento iniziale.
Per questa ragione, mettendo a fattor comune l’esperienza ma-
turata negli anni da Merenda e le competenze di un giovane lau-
reato come Fabio Francione, i tecnici sono andati alla ricerca
di una soluzione a queste nuove sfide. Un’attività che ha visto
anche l’attivo coinvolgimento dell’Università di Trento, nei cui di-
partimenti vengono studiate alcune delle soluzioni più innovative
nell’ambito della depurazione. Uno sforzo congiunto che ha por-
tato a ristudiare l’intero processo di depurazione, identificando
nella vasca di post-denitrificazione una delle aree su cui si sareb-
be potuto agire con maggior successo.
Al termine dello studio, che ha dovuto valutare anche il problema
delle infiltrazioni di acque parassite, si è così deciso di modificare
radicalmente il funzionamento dell’impianto esistente ma, soprat-
tutto, di sfruttare al meglio la tecnologia Mbbr in fase di post-
denitrificazione. Considerando che, oltre ai vantaggi ambientali
e sui consumi elettrici, questa tecnologia può essere attivata con
investimenti limitati. Del resto, considerando che per l’intero re-
vamping impiantistico erano disponibili solo 800mila euro, ogni
intervento è stato valutato con estrema cura.
Il principale limite di una simile tecnologia, in fase di post-denitri-
ficazione, è però connesso al devastante effetto meccanico degli
agitatori in commercio. Problemi che avrebbero potuto inficiare
il successo dell’intero progetto, che prevede di riempire il 45%
della vasca di post-denitrificazione con i biosupporti.
E la soluzione, come spesso, accade, è stata individuata a pochi
chilometri dalla sede di Alpi Acque, dove Xylem stava sperimen-
tando l’innovativo mixer Flygt 4530 presso un analogo impianto
di depurazione.
I nuovi mixer Flygt 4530 riducono del 50 % i consumi di energia elettrica.
Gli impianti di depurazione devono rendere sempre più moderni i propri processi.
La tecnologia Mbbr (Moving Bed Biofilm Reactor), conosciuta anche come “reattore
a biomassa adesa a letto mobile”, sta diventando una interessante alternativa
ai processi a fanghi attivi.
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