Hard Rain: tra musica e immagini, il quadro di un pianeta e del suo clima che cambia

Pubblicato il 30 novembre 2009

Pioggia forte: la collisione a capofitto con la Natura grazie a Mark Edwards e Bob Dylan sarà liberata su Dvd all’apertura dell’esposizione “Hard Rain” (Pioggia Forte) a Copenhagen il 6 dicembre - alla vigilia della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima.

Il film, distribuito in società con l’Unep, combina una rara registrazione dal vivo di Bob Dylan che esegue “A Hard Rain’s A-Gonna Fall” con le fotografie da Hard Rain e un esteso commento illustrato, in una toccante esplorazione dello stato del nostro pianeta e dei suoi abitanti in questo momento critico.

Le problematiche globali sottolineate in “Hard Rain” sono come pezzi di un puzzle che descrive il 21esimo secolo. Mentre ogni problema è capito a un certo grado da chi ha potere decisionale, essi sono affrontati come istanze separate. Hard Rain mette insieme i pezzi e mostra che il mondo ha una minima possibilità di risolvere ognuno di tali problemi finché non si capirà come essi si connettono tra loro attraverso cause e effetti.

Il Dvd è accompagnato da un saggio commissionato da Lloyd Timberlake. “Urgency of Now” (Urgenza di adesso) attraversa l’opinione confusa e le politiche fallite che hanno ritardato drasticamente il nuovo approccio mondiale ai cambiamenti climatici, alla povertà, all’inefficiente e dispendioso uso delle risorse, all’espansione della popolazione, alla distruzione dell’habitat e all’estinzione delle specie. Il titolo del saggio è stato ispirato in risposta a Hard Rain dal Primo Ministro inglese Gordon Brown.

Il saggio di Lloyd Timberlake si è focalizzato su un dilemma chiave da affrontare per chi tratta negoziati su clima. “Ora”, si legge, “abbiamo due grandi sfide per la vita sulla terra. Una è vivere e consumare in base alle risorse che il pianeta è in grado di offrirci. L’altra è aiutare miliardi di persone ad avere una vita sicura, soddisfacente e dignitosa, intendendo che molte persone hanno bisogno di consumare di più, non di meno, per avere un ragionevole standard di vita. Questi potrebbero sembrare obiettivi contraddittori. Bisogna già coordinare entrambi, e non si può pensare di gestire l’uno senza l’altro. I Paesi poveri non accetteranno un trattato sui cambiamenti climatici che precluda loro la strada verso lo sviluppo”.

 Unep: www.unep.org



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