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marzo 2015
sibile per gli operatori italiani, data la vici-
nanza geografica, il tipo di cultura, la stes-
sa valuta e soprattutto l’aassenza di barrie-
re normative e doganali. Tale area - riporta
l’indagine - potrebbe essere considerata
quasi un mercato allargato.
Circa un quarto delle esportazioni è ri-
volto ad altri Paesi avanzati (oltre l’area
euro), dove i profili di rischio sono si-
mili a quelli del mercato comune. Que-
sti mercati, ormai storici per le imprese
italiane, sono caratterizzati da contesti
operativi semplici e strutturati, e soprat-
tutto presentano un’elevata stabilità
politica.
Il nuovo export
Le vendite verso i Paesi emergenti posso-
no essere considerate il ‘nuovo export’.
Sono mercati più complicati in cui espor-
tare, poiché ci si trova di fronte a rischi
di vario tipo: dalle distanze geografico-
culturali, valute differenti, dazi e bar-
riere, maggiori rischi operativi ecc. No-
nostante le maggiori difficoltà, il peso di
queste economie, sul totale delle nostre
esportazioni, è aumentato di oltre 12
punti percentuali rispetto al 2000, arri-
vando a rappresentare, nel 2012, la quo-
ta maggiore dell’export italiano (38,4%).
Si è assistito a un progressivo ed eviden-
te riposizionamento verso mercati nuovi
e più lontani, come affermato di recen-
te anche dalla Banca d’Italia (Fig.A), a
conferma che la crisi ha spinto le nostre
imprese ad andare oltre le destinazioni
consolidate. In cinque anni il peso dei
Paesi emergenti sull’export complessivo
è aumentato di circa 4 punti percentuali,
a fronte di una riduzione simile dell’in-
cidenza degli avanzati. L’area euro rap-
presenta meno della metà delle esporta-
zioni italiane - spiega il rapporto - anche
se Germania e Francia si confermano i
primi due mercati di riferimento. È cre-
sciuta l’importanza dei mercati asiatici e
latino-americani(ad esempio, Cina e Bra-
sile), anche per il contributo di economie
più piccole ma in forte crescita (come Fi-
lippine e Cile). Sono aumentate inoltre
le vendite verso mercati caratterizzati da
contesti economici, politici e sociali me-
no sviluppati ma in progressiva evoluzio-
ne (Vietnam e Colombia).
Una nota positiva c’è. Nel periodo 2014-
2017 si assisterà a un’accelerazione
dell’economia e del commercio globale,
da cui trarrà beneficio anche l’export
italiano. Il principale contributo alla
crescita mondiale arriverà dalla ripresa
nei mercati avanzati; quelli emergenti
si manterranno su tassi più alti sebbene
inferiori alle performance.