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marzo 2015

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SMEs, one in five has

closed its doors

Il rapporto del Cerved, però, individua an-

che dei dati positivi: sono le 3.472 ‘gazzel-

le’, piccole e medie realtà che sono riuscite

almeno a raddoppiare il proprio giro d’af-

fari dal 2007.

E il futuro? In base al quadro macroeco-

nomico elaborato da Cerved, che incorpo-

ra un’ulteriore caduta del PIL dello 0,3%

nell’anno in corso e una moderata ripresa

nel biennio successivo, le PMI torneranno

ad accrescere ricavi e valore aggiunto nel

2015-16, ma con una dinamica ancora mol-

to contenuta.

Vinci con l’export

È ormai una sorta di mantra: ‘internaziona-

lizzazione e innovazione’ è il binomio per

competere, o quanto meno, per sopravvi-

vere in un mercato domestico ancora as-

sopito. La crisi che da tempo attanaglia le

nostre imprese, infatti, è andata a colpire

maggiormente quelle aziende prevalen-

temente orientate al mercato interno.

Quelle invece presenti anche sui mercati

internazionali hanno saputo reagire con

maggiore prontezza, diversificando gli

obiettivi. Forse perché meglio strutturate

e abituate ai repentini cambi di obiettivi e

strategie. Va però aggiunto che alla con-

trazione della domanda interna del nostro

Paese si è sommato il calo della domanda

del resto dei mercati europei. Le nostre

esportazioni verso gli altri Paesi industria-

lizzati hanno tenuto, mentre l’unica area

che ha visto incrementi nell’export è stata

quella dei mercati emergenti.

Ma dove vanno a vendere i loro prodotti

le aziende italiane? E quali sono i Paesi che

maggiormente acquistano il Made in Italy?

Il rapporto Export di Sace evidenzia come

negli ultimi anni l’andamento sia stato dif-

ferente di Paese in Paese: verso l’area euro,

per esempio, è in riduzione costante dal

2000, pur continuando a rappresentare

una quota importante (circa il 37%, Fig.

2b). Si tratta di un’area facilmente acces-

How are today’s SMEs doing? One need

only look at the first SME report produced

by Cerved to be horrified to say the least.

The report offers a detailed analysis of

the financial health of the companies that

belong to the category of ‘small and medium

enterprises’: there are about 144 thousand

companies which together generate a

turnover of 851 billion euro, a value added

of 183 billion equivalent to 12% of the

GDP, and whose contracted borrowing

totals 271 billion euro.

As we mentioned, a worrying fact emerges

from the study: a fifth of SMEs that were

active in 2007 have since closed down. The

reasons are always the same, unfortunately,

i.e. the economic crisis that our country is

experiencing, and the shrinking of bank

credit.

SME debts have declined between 2011

and 2013 by 4.1 percentage points, while

for large companies they increased in

2012, decreasing only slightly in 2013 (-

0.9%). This means that the credit crunch

has not affected all SMEs evenly, but

that banks have been selecting customers

more carefully, reducing funding to riskier

clients and continuing to provide loans to

the most reliable. The crisis has also had a

negative impact on the newest enterprises:

the number of startups has gone down,

and among these are increasingly fewer

companies that manage to survive their

first three years in the market. However, the

Cerved report also provides some positive

data: there are the 3,472 ‘gazelles’, small

and medium businesses that have managed

at least to double their turnover since 2007.

As for the future? Under the macroeconomic

framework developed by Cerved, which

predicts a further decline in GDP of 0.3%

for this year and a moderate recovery over

the next two years, SMEs will increase

revenues and value added in 2015-16, but

still on a very limited scale.