giugno 2014
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tore in Francia e in Europa e si incardina
principalmente su tre pilastri. Il primo è
rappresentato dal Cisit (Campus per la si-
curezza e l’intermodalità nei trasporti) che
racchiude programmi di ricerca e sviluppo
provenienti dai laboratori di dodici uni-
versità e tre centri tecnologici. Il secondo
è denominato I-Trans che ha per missione
quella di strutturare e federare piani inno-
vativi nel campo dei trasporti terrestri con
un bagaglio comprendente circa duecento
progetti in corso, anche di livello interna-
zionale. Il terzo va sotto la dicitura di The
railenium insitute of technological rese-
arch e accomuna il mondo universitario
e quello dell’industria per formare ‘il più
grande centro di ricerca e sviluppo al mon-
do’ nel settore ferroviario e delle sue infra-
strutture in particolare. Esso riunisce circa
300 ricercatori.
Sicurezza e intermodalità
Il Campus per la sicurezza e l’intermodalità
nei trasporti ha fra le sue principali finali-
tà quella di dare risposte efficaci alle mo-
derne sfide di una mobilità sostenibile sia
per le merci sia per le persone, aiutando i
propri clienti a valorizzare avanzate po-
litiche produttive ‘green’ rimanendo allo
stesso tempo competitivi sul mercato. Ciò
si concretizza nella realizzazione di veicoli
e sistemi di trasporto che siano intelligenti,
ecologici e affidabili. Perno delle attività è
sviluppare la ricerca di base per metterla al
servizio dell’innovazione industriale senza
dimenticare la formazione di studenti che,
al termine dei propri studi, possono diven-
tare esperti in trasporti e logistica.
I-Trans si adopera per mettere insieme per-
sone e organizzazioni, in quei segmenti
dell’industria, della ricerca e dell’educa-
zione che oggi stanno trovando il passo
giusto per uno sviluppo ecosostenibile dei
trasporti. Questa sostenibilità si sostanzia
in soluzioni dedicate a: ferrovie e traspor-
ti guidati, applicazioni automobilistiche,
infrastrutture ferroviarie, manutenzione
predittiva per le ferrovie, smantellamento
del materiale rotabile, mobilità e multi-
modalità per merci e passeggeri. Sono tre
le priorità perseguite. Eco-integrazione:
ottimizzazione dell’impiego di energia,
riduzione del rumore e delle vibrazioni,
riduzione delle emissioni di anidride carbo-
nica. Affidabilità e sicurezza: trasporti facil-
mente fruibili e senza rischi, aumento della
capacità del sistema ferroviario, ottimizza-
zione dell’intermodalità, manutenibilità e
disponibilità. Mentre nel campo industria-
le la tensione è verso produzioni più fles-
sibili ed efficienti assieme a nuovi modelli
organizzativi e di business volti all’innova-
zione. Railenium vuole essere un istituto di
ricerca veramente dedicato alle infrastrut-
ture ferroviarie. Vive attraverso la collabo-
razione fra industrie di successo, piccole e
medie aziende, e centri di ricerca sostenuti
da finanziatori del settore pubblico.
Laboratori per progettazione
Altro fiore all’occhiello del Nord della Fran-
cia è il C3T (centro tecnologico per traspor-
to terrestre), emanazione di Valutec che
è una realtà costituita dall’Università di
Valenciennes e Hainaut Cambresis. All’in-
terno dei suoi avanzatissimi laboratori ven-
gono condotti test e sperimentazioni che
abbracciano un’ampia gamma di aspetti
tecnici collegati all’industria dei trasporti
sia su gomma sia su rotaia. I tecnici specia-
lizzati del C3T conducono esperimenti e
prove su componenti, sottosistemi, motori
e veicoli. I test affrontano problematiche
come: dinamiche di alta velocità, impatto
di pedoni con veicoli, fenomeni di vibrazio-
ne, effetti acustici, aspetti climatici, sforzo
e affaticamento, prove di impatto, valuta-
zione di sistemi di frenata, aerodinamici-
tà, simulazione digitale, aspetti di guida.
Sono moltissime le aziende della regione,
dai più grandi costruttori di autoveicoli alle
piccole e medie imprese, che si avvalgono
dei servizi sofisticati dei laboratori C3T.
Un ‘cerchio magico’
Se il cerchio che circonda la Regione è solo ideale, non vi è dubbio che all’interno
di esso sia ricompresa una realtà di tutto rispetto. Sono le cifre a parlare. La
popolazione di riferimento è pari al 25% di quella dei quindici maggiori Paesi
europei; il 60% di quella giapponese; il 25% di quella statunitense. Si tratta di
un bacino di 78 milioni di potenziali consumatori che esprimono una capacità di
acquisto di 1.500 miliardi di euro.
Sempre per lasciar parlare i numeri (forniti da Nord France Invest, l’agenzia che
promuove gli investimenti nel territorio), la regione di Lille esprime un PIL pari a 97
miliardi di euro (al quarto posto fra le regioni francesi), con una densità di abitanti
molto alta rispetto a quella nazionale francese: 324 per chilometro quadrato mentre
la media della Francia è di 114. La popolazione locale ha la percentuale più alta
di giovani di tutto il Paese transalpino: il 34% ha meno di 25 anni a fronte del dato
nazionale che si ferma al 31%.
I dati relativi alla scolarizzazione piazzano questa realtà al secondo posto della
classiÀca nazionale. Gli studenti sono 160.000 (il 7% del totale francese), circa un
milione di persone sono attualmente impegnate in formazione a vario titolo; il 10%
di tutti gli ingegneri francesi studia in questa regione che conta sette università
e trenta istituti specializzati di formazione di cui 23 scuole di ingegneria e 10 di
business and management.
La regione di Lille è al terzo posto in Francia per la presenza di investimenti diretti
stranieri con circa 1.300 aziende che impiegano 100.000 lavoratori; un dipendente
su nove di questo territorio lavora per una compagnia con investitori stranieri.
Il livello di soddisfazione delle imprese non francesi è alto: l’85% di quelle che già
operano qui consiglierebbe ad altre la stessa esperienza.