Uomini_Imprese_giugno_2014 - page 35

giugno 2014
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Specificatamente per le imprese del
comparto delle PMI manifatturiero, cosa
fa o ha in mente di fare Fondimpresa?
Ma anche per sostenere le dinamiche
aggregative necessarie per competere
sui mercati esteri?
“Le PMI sono un cardine della nostra eco-
nomia e quelle manifatturiere sono un
segmento particolarmente esposto alle
conseguenze della crisi e alla concorren-
za internazionale, quindi a una pressan-
te necessità di rinnovamento. Per questo
da anni il nostro Fondo ha riservato alla
piccola e media impresa linee aggiuntive
di finanziamento della formazione che,
compensando la loro scarsa disponibilità di
risorse, rende possibili interventi formativi
sia in campi assolutamente indispensabili
quali sicurezza e ambiente sia in quelli che
oggi sono indispensabili fattori di successo:
innovazione tecnologica di processo e di
prodotto, digitalizzazione, reti di impre-
sa, internazionalizzazione. Fattori spesso
interconnessi, decisivi per il futuro delle
nostre imprese e sui quali c’è ancora molta
strada da fare. Basti pensare che, per esem-
pio, nel campo del digitale solo il 34% del-
le nostre PMI ha un proprio sito internet e
solo il 13% lo utilizza per fare e-commerce.
L’Italia sfrutta le potenzialità del web solo
al 14,2%, contro il 30,6 della Spagna, il 52
della Francia e il 67,8 della Germania. Le
conseguenze pesano sul mercato: la quo-
ta di fatturato derivante dalle vendite in
rete delle imprese italiane è appena del
6% contro una media europea del 15%.
Gli spazi di recupero ci sono, servono nuo-
vi progetti imprenditoriali e competenze
adeguate a realizzarli. Noi continueremo
ad impegnarci, anche inventando stru-
menti nuovi e ancora più funzionali, per-
ché le imprese possano contare sul soste-
gno fattivo della formazione”.
penalizzato uno strumento di sviluppo e
di politica attiva del lavoro. Certamente gli
ammortizzatori sociali sono necessari ma
per alimentarli devono essere trovate stra-
de che non penalizzino la competitività e il
lavoro, aggravando ancor più il problema.
È evidente, infatti, che senza formazione
le imprese non possono fare innovazione,
non possono affrontare nuovi mercati o
realizzare nuovi prodotti, e questo causa
inevitabilmente un’ulteriore decrescita dei
livelli occupazionali”.
L’attenzione ai lavoratori in mobilità o in
cassa integrazione è fondamentale per
evitare che delle competenze rischino
di venire esclude dal mercato. Cosa fate
per questi?
“Fondimpresa ha finanziato percorsi di ri-
qualificazione per cassintegrati che hanno
consentito alle aziende in crisi di avvalersi
di una forza lavoro con nuove competen-
ze, funzionali ai loro progetti di rilancio.
Altre esperienze, che il nostro Fondo è sta-
to l’unico a finanziare, sono state indirizza-
te ai lavoratori in mobilità, con esemplare
impegno sinergico delle forze sociali nel
territorio e con grande successo, perché in
media il 55% dei formati ha trovato una
nuova occupazione. In molti casi, questi
progetti formativi hanno completamen-
te riconvertito professionalità ormai fuori
mercato, preparandole a fare qualcos’al-
tro. Questo è determinante per la competi-
tività delle imprese, per non disperdere un
prezioso capitale umano - le competenze,
infatti, possono essere superate, ma l’espe-
rienza in azienda rimane sempre un valore
aggiunto – e, infine, per dar modo ai lavo-
ratori di mantenersi sempre funzionali nel
proprio posto di lavoro, soprattutto oggi
che, con i nuovi limiti pensionistici, sono
destinati a rimanere attivi più a lungo”.
decide come investirle in formazione. Que-
sta è la migliore garanzia di efficacia e la
miglior tutela contro gli sprechi. Parliamo
di formazione su misura proprio perché,
con questo sistema, la singola azienda ha
la possibilità di progettare o farsi proget-
tare il percorso formativo che meglio si
adegua alla propria realtà, e in un tessuto
produttivo frammentato e diversificato
come quello italiano questo è un fattore
determinante”.
Il Governo Monti decise di attingere ai
fondi per la formazione per finanziare la
cassa in deroga. Ma così non si rischia di
penalizzare indirettamente l’innovazio-
ne tecnologica delle nostre imprese?
“Il Governo Monti stabilì, in via
straordinaria, questa possi-
bilità nel dicembre 2012.
Il Governo Letta l’ha
attuata qualche me-
se dopo. È stata
una decisione
miope, che ha
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