Uomini_Imprese_giugno_2014 - page 33

giugno 2014
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ricerca recente, mentre in Germania sono
solo 26. Pensiamo al danno non solo per le
singole imprese ma per tutta la nostra eco-
nomia. Un danno facilmente evitabile con
una buona programmazione formativa,
gestita direttamente dai protagonisti del
lavoro”.
Ci presenti Fondimpresa: qual è il mec-
canismo che regola il Fondo interprofes-
sionale, da dove provengono le risorse,
qual è il ruolo di associazioni e sindacati.
“Le risorse, come per tutti i Fondi inter-
professionali, provengono dal contributo
dello 0,30% in busta paga destinato, per
legge, alla formazione dei lavoratori. Fin
dal 1978, infatti, legislatori lungimiranti
avevano capito l’importanza dell’aggior-
namento continuo in azienda e hanno cre-
ato le condizioni per alimentarlo in modo
autosufficiente. Per molto tempo, però,
questi soldi, che confluiscono in un apposi-
to Fondo di rotazione presso l’Inps, hanno
finanziato una formazione lontana dalle
esigenze dell’impresa. I Fondi interprofes-
sionali sono stati istituiti per attribuire la
programmazione e la gestione delle attivi-
tà formative a chi meglio conosce i fabbi-
sogni del mondo produttivo: imprenditori
e lavoratori. Quando un’azienda decide
di aderire a un Fondo interprofessionale il
contributo dello 0,30% non resta all’Inps
ma viene girato al Fondo prescelto e utiliz-
zato in modo mirato grazie alla presenza
di Associazioni datoriali e confederazioni
sindacali che bilateralmente lo hanno co-
stituito e lo gestiscono. Il loro ruolo è infat-
ti quello di rappresentare e interpretare le
esigenze di aziende e lavoratori, promuo-
vere la cultura della formazione in impre-
sa e informare sull’opportunità di questo
strumento per finanziarla: uno strumento
del quale, ancora oggi, molte imprese non
sono a conoscenza”.
Vi sono forme simili negli altri Paesi o di
che tipo?
“Strumenti simili sono attivi in altri Paesi
europei, come Germania e Francia, dove
l’attenzione alla formazione è decisamen-
te più alta. Basti dire che, a fronte del no-
stro 0,30, in Francia il contributo in busta
paga destinato alla formazione supera
l’,1,60%. Nella formazione dei lavoratori
l’Italia ha fatto importanti progressi – gra-
zie, lo dice l’Isfol, proprio alla presenza
dei Fondi interprofessionali – ma è ancora
molto indietro rispetto ai competitor, sia
europei che dei Paesi emergenti”.
Diamo qualche numero per evidenziare
il successo di Fondimpresa.
“Dal 2007, anno in cui le attività sono an-
date a regime, ad oggi Fondimpresa si è
attestato di gran lunga come il principale
Fondo, raccogliendo le adesioni di una par-
te ingente e qualificata dell’impresa italia-
na: oltre 173mila aziende, di ogni settore,
Training: the spark of
competiveness
A successful businessman in the
metalworking and mechanical
engineering sector and head of
Confindustria from 1996 to 2000,
Giorgio Fossa is the current president
of Fondimpresa, the interprofessional
fund for ongoing training established
by Confindustria, Cgil, Cisl and Uil.
Fondimpresa is the most important
institution in Italy, and is open to
businesses from ever sector and of all sizes.
From 2007, the organization’s first
operational year, to date, Fondimpresa
has more than proven itself as the
country’s principal fund, and now boasts
the participation of a huge number of the
most qualified Italian firms: more than
173 thousand to be precise, from every
sector, employing approximately 4.6
million people. To date, Fondimpresa
has made 1.8 billion Euro available for
training programs that have involved
more than 3.2 million participants,
making a privileged observation point
from which to evaluate the state of
training in Italy. The latest Istat survey
identifies it as one of the fundamental
tools for the competitiveness and future
development of our country. “Training
has always been a very powerful
propellant for competitiveness, because
it renders the elements of innovation,
technology and organization applicable
to the entire production cycle”, explains
Fossa. “Today it is even more strategic,
because many functions and products
are becoming obsolete with increasing
rapidity, thereby increasing the necessity
to constantly retrain the work force to
learn new skills. Training workers in
a reasonable timeframe would both
improve their viability on the job market
and avoid the obstacles encountered by
many business owners who cannot find
the qualified people they need”.
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