Uomini_Imprese_giugno_2014 - page 30

giugno 2014
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revole. Le aziende italiane stanno facendo
un lavoro straordinario di internaziona-
lizzazione. Il nostro avanzo commerciale
aumenta e il nostro surplus manifatturiero
è secondo solo a quello tedesco. Direi che
non c’è mai stato momento migliore per
esportare’’.
Qual è nel concreto il ruolo dell’ICE nel
supportare l’export italiano? E soprattut-
to quali cambiamenti sono in atto rispet-
to alle passate gestioni?
‘’L’Agenzia ICE è in prima linea per superare
tutti i limiti possibili all’espansione del nostro
tessuto imprenditoriale: vogliamo portare
all’estero almeno 20mila nuove imprese che
fino a oggi non esportano. Marcheremo la
discontinuità con il passato: non ci sarà solo
l’attività fieristica, promuoveremo incontri
tra i buyer internazionali e gli imprenditori
italiani. Abbiamo allestito - su impulso della
Cabina di Regia per l’Italia Internazionale e
del MiSE, in particolare - un road show na-
zionale per avvicinare le aziende più piccole
e aprire un canale diretto con le realtà locali.
Abbiamo dato vita al progetto Export Sud,
che punta a sostenere un territorio, quello
delle ‘regioni convergenza’, in possesso di
competenze, cultura e tradizioni di alto livel-
lo ma con scarsa propensione all’internazio-
nalità. Vogliamo far percepire chiaramente
che il Sistema Italia, con tutti i suoi attori, è
vicino a tutte le imprese e ai manager che
vogliono crescere all’estero’’.
Come riuscite a operare con le dovute ri-
sorse in tempi di spending review?
‘’La razionalizzazione dei costi sancita dal-
la spending review impone un utilizzo ac-
curato delle risorse. In un periodo difficile,
di incertezza economica, occorre raziona-
lizzare. Ciononostante, in questi mesi l’ICE-
Agenzia ha visto aumentare la propria
dotazione finanziaria, su impulso del MiSE.
Dal canto suo l’ICE ha ridotto i suoi costi di
funzionamento del 22%’’.
Il Made in Italy è il nostro principale ‘gia-
cimento di materia prima’ e questo è
assodato, ma non si corre il rischio, alle
volte, di fare di questo elemento della
pura retorica?
‘’Il Made in Italy è lungi dall’essere retori-
ca: i nostri prodotti vengono accolti con
entusiasmo in qualsiasi parte del mondo.
Non si tratta di pura immagine o di qualche
nome isolato: il Made in Italy è l’eccellenza
assoluta, connubio perfetto tra qualità ed
estetica. La gamma di prodotti offerta dalle
nostre imprese è molto ampia: oltre alle già
citate 3F, sono molti i settori in cui il mar-
chio italiano fa la parte del leone. Per fare
un utile esempio, nel campo della meccani-
ca strumentale i proventi derivanti dall’ex-
port sono passati dai 18 miliardi di euro del
2010 ai 22 miliardi del 2012’’.
La necessità di ‘fare sistema’ come e
quanto è influenzata dalla perenne in-
stabilità politica del nostro Paese e dalla
scarsa comprensione dei nostri mecca-
nismi politici all’estero
?
‘’Per superare queste difficoltà, è stata ri-
lanciata la ‘cabina di regia’, importante ta-
volo di coordinamento istituzionale che ha
il fine appunto di ‘fare sistema’ intorno al
nostro tessuto imprenditoriale. L’obiettivo
principale è quello di rendere ancora più
vivo e sinergico il nostro export, portando
sempre più aziende a vendere i propri pro-
dotti nei mercati internazionali’’.
Secondo lei è corretto paragonarci alla
Germania e puntare alla quota di ex-
port di questo Paese che è all’incirca del
50%?
‘’In passato le politiche per l’export italiano
sono state duramente contestate (anche da-
gli imprenditori) perché dispersive e attente
più alla rappresentanza che ai meccanismi di
reale sostegno all’internazionalizzazione.
Oggi che le risorse scarseggiano, ci si atten-
de maggiore attenzione agli strumenti e ai
fondi che si utilizzeranno per promuovere le
aziende italiane. Non bisogna dimenticare
che il flusso relativo all’internazionalizza-
zione vale oltre il 50% del Pil italiano, ed è
anche per questo che è stato creato un polo
all’interno di Cassa depositi e prestiti per cre-
are un canale privilegiato a sostegno dell’in-
ternazionalizzazione, senza rinunciare a un
progetto di accesso al credito concordato
con i maggiori istituti creditizi”.
Industriametalmeccanica
edel food sonodue
dellepuntedi diamante
dell’export italiano.
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