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n.17 marzo 2015

oggi è la spina dorsale dell’intero acquedotto; all’epoca vennero

raccolte le sorgenti del fiume Sele in provincia di Avellino, che

furono incanalate per oltre 100 km nel canale principale dell’Ac-

quedotto pugliese, un’opera in muratura a pelo libero che fece

cambiare radicalmente volto alla regione.

Oggi, per estensione e capacità, l’Acquedotto Pugliese (AQP) è

fra le più imponenti ed esemplari opere di ingegneria idraulica

realizzate al mondo. Un sistema diffuso d’impianti per il preleva-

mento delle acque, condotte e interconnessioni dislocati in un’a-

rea geografica molto vasta e ad elevata densità di popolazione.

AQP è tra gli acquedotti più estesi a livello europeo, essendo la

Puglia la regione con il maggior numero di abitanti serviti: oltre

4 milioni.

“Oggi la rete idrica di Acquedotto Pugliese si sviluppa lungo

21.000 km per un milione di utenze circa”, afferma Vito Bitetto,

responsabile Telecontrollo per AQP. “Abbiamo poi la parte rela-

tiva alla grande adduzione, ossia ben 13.000 km di condotte che

avvicinano l’acqua ai serbatoi di testata dei vari comuni, da cui

poi partono le reti locali. In totale, vengono serviti 330 comuni,

non solo su territorio pugliese”.

Con unico azionista la Regione Puglia e un numero di dipen-

denti che oscilla tra i 1.500 e i 2.000, Acquedotto Pugliese SpA

provvede alla gestione integrata del ciclo dell’acqua, dalla cap-

tazione alla raccolta, dalla potabilizzazione alla capillare distri-

buzione per uso civile per la Puglia e alcuni comuni di regioni

confinanti, fino alla raccolta delle acque reflue e, infine, alla loro

depurazione e smaltimento.

“Così come il territorio pugliese si estende su un’ampissima

area geografica, analogamente si sviluppa AQP, che ne ricalca

esattamente la geografia”, prosegue Bitetto. “Gli aspetti più pe-

culiari e talvolta problematici del nostro impianto sono proprio

dovuti al fatto di dover considerare quantomeno 20.000 km

2

di

superficie suddivisi tra impianti di potabilizzazione, depurazio-

ne, fognari, serbatoi, prese e partitori. Una dimensione, quindi,

che ha fortemente guidato e influenzato l’implementazione tec-

nologica”.

Il progetto

Il progetto in questione consiste nell’implementazione e gestio-

ne del sistema di telecontrollo aziendale, rendendolo fruibile

come lavoro quotidiano agli operatori che si occupano dell’e-

sercizio e della conduzione degli impianti e delle reti. Un la-

voro che ha previsto il progressivo passaggio da una gestione

manuale a un sistema integrato, basato su sistemi automatici

e che si avvantaggia di valvole intelligenti, automazione nella

conduzione degli impianti e nel controllo remoto delle reti. Alla

base delle scelte strategiche iniziali adottate da AQP vi è una di-

stinzione fondamentale da premettere: il funzionamento dell’au-

tomazione dell’impianto è stato separato dagli aspetti relativi

alla sua supervisione. Per fare un esempio di questa separazio-

ne, l’automazione di un depuratore o di un potabilizzatore che

vivono in un ambito locale, ha una supervisione centralizzata.

L’automazione dell’impianto, quindi, va intesa strettamente a li-

vello locale, mentre l’ambito della supervisione vede un centro

di controllo a cui afferiscono le informazioni più importanti per

il funzionamento dell’impianto stesso. Si tratta di un impianto

orientato esclusivamente alla supervisione e che consente di

interfacciare i sistemi di automazione, condizionando quindi il

funzionamento dell’impianto stesso.

“Le principali criticità - continua Bitetto - avvengono a livello di

trasmissione per rendere sicuro questo passaggio, per via delle

migliaia d’impianti da monitorare costantemente e perché il si-

stema centrale deve gestire un numero davvero significativo di

punti remoti. Al momento, infatti, telecontrolliamo 650 impianti

e 3.500 sensori. Grazie all’implementazione del portale Sismap

(Sistema Informativo di Supervisione e Monitoraggio Acquedot-

to Pugliese) realizzato da Siemens possiamo oggi accedere a

quelle che sono le commissioni in tempo reale con gli impianti

Foto in apertura.

Bari, via

Cognetti. Palazzo

dell’Acquedotto

Pugliese (sede

principale)

Foto a fianco.

Postazione delle

Sorgenti di Cassano

Irpino. Le Sorgenti

Sanità di Caposese

e il gruppo

sorgentizio di

Cassano Irpino sono

le fonti storiche

dell’Acquedotto.

Restituiscono

alla terra acque

oligominerali

purissime

addomesticate

da generazioni di

maestranze per

portarle, attraverso

lunghissimi tragitti

di ponti e gallerie

fino ai lembi più

estremi della Puglia