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n.11 settembre 2013
microambienti aerobici a livello delle radici.
Questo contributo è apprezzabile (anche
se non prioritario) nei sistemi Hssf in cui le
condizioni sature non favoriscono l’ingresso
spontaneo di ossigeno, mentre nei sistemi
Vssf l’alimentazione discontinua e l’ambiente
insaturo favoriscono l’entrata spontanea di
ossigeno e quindi il ruolo delle radici risulta
secondario.
Una preoccupazione sul funzionamento dei
sistemi CW è relativa alle basse temperature
invernali e al rischio di gelo, la cui
conseguenza è il rallentamento delle cinetiche
di rimozione degli inquinanti e soprattutto
dell’azoto. In realtà, molte esperienze a
livello internazionale hanno osservato
elevate efficienze di rimozione della sostanza
organica anche durante la stagione invernale,
grazie alla rimozione fisica dei solidi per
filtrazione e sedimentazione, l’adattabilità dei
microorganismi alla temperatura e il positivo
effetto termico esercitato sul suolo da parte
di piante e neve. L’efficacia dei sistemi CW
a flusso sub-superficiale orizzontale può
essere conservata anche a temperature
esterne sotto lo zero, ricorrendo a isolamento
termico con strato di pacciame a copertura.
Buoni rendimenti di rimozione di COD (70-
90%) e di nitrificazione (40-60%) durante i
periodi invernali sono stati confermati anche
dal Laboratorio di Ingegneria Sanitaria
dell’Università di Trento presso un impianto
dimostrativo collocato in ambiente alpino e
gestito per diversi anni.
Innovazioni e ingegnerizzazione
dei sistemi CW
Dopo alcuni decenni di sostanziale stasi,
recentemente si sta assistendo a un rilancio
della fitodepurazione come stadio principale
di trattamento dei reflui per piccole comunità,
anche per quei casi che un tempo sarebbero
stati visti come non convenienti, in seguito a
un crescente ricorso alla decentralizzazione
del trattamento reflui.
Rispetto a un impianto considerato
‘convenzionale’ o ‘naturale’ in quanto si limita
a riprodurre un’area umida e a sfruttarne le
capacità di depurazione, si sta consolidando
l’idea di impianti ‘potenziati’ o ‘ingegnerizzati’,
in cui si interviene attivamente con dispositivi
meccanici o con additivi chimici: in questo
modo si porta il sistema a un livello di
complessità superiore, ma lo si rende più
efficiente e controllabile, aumentandone
flessibilità e versatilità. Va anche considerato
che un sistema CW, essendo costituito da
geomembrana, materiale di riempimento
selezionato, drenaggi e tubazioni varie, non è
un sistema prettamente naturale.
Una delle innovazioni nei sistemi CW che
sta suscitando un crescente interesse
a livello internazionale è rappresentata
dall’introduzione dell’aerazione forzata
attraverso tubi forati sul fondo della vasca con
lo scopo di favorire condizioni aerobiche nei
letti Hssf saturi. L’aerazione può limitarsi alla
sezione di ingresso, ove le concentrazioni di
inquinanti e il fabbisogno di ossigeno sono
maggiori (Figura 4), e inoltre si può attivare in
base a soglie min/max di ossigeno disciolto
nel letto. Si cominciano a contare i primi
brevetti, come il Forced Bed Aeration (S.
Wallace), con applicazioni prevalentemente
su reflui industriali.
Nei sistemi Vssf, l’aerazione naturale
favorita dal regime idraulico variabile rende
in genere superflua l’aerazione forzata per
il trattamento degli usuali carichi inquinanti.
Il potenziamento dell’aerazione naturale
avviene eventualmente mediante tubi di
aerazione che collegano gli strati più profondi
del letto con l’esterno (passive air pump).
Tuttavia, negli ultimi anni si contano alcuni
Figura 5 - ConÀgurazioni per il
ricircolo in sistemi Vssf
Figura 6 - Rendimenti di rimozione di COD e N e impegno gestionale
al variare della superÀcie speciÀca occupata in sistemi Vssf
Figura 4 - ConÀgurazioni per l’aerazione forzata in sistemi Hssf
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