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n.10 maggio 2013
GESTIONE
RIFIUTI
del petrolio tra cui la plastica
con le sue numerosissime
applicazioni, l’asfalto, il gasolio,
la benzina, il cherosene, il gas
petrolio liquefatto (GPL), la
paraffina ecc.
Occorre considerare gli effetti
economici derivanti dalla
riduzione progressiva delle
risorse: condizioni che possono
portare ad impennate dei prezzi
ben maggiori di quelle attuali.
In tale direzione occorre riferirsi
alla disponibilità dinamica, che
tiene conto della scoperta di
nuovi giacimenti e/o delle nuove
situazioni di mercato. A titolo di
esempio se la benzina o il gasolio
avessero un costo di 20,00 euro
al litro, i consumi si ridurrebbero
considerevolmente prolungando
la durata prevista della
disponibilità, ma tale incremento
del prezzo produrrebbe enormi
criticità in termini di decrescita,
con conseguenti impatti negativi
sul versante occupazionale ed
economico. Ulteriore aspetto
riguarda i riflessi energetici. Il
riciclaggio dei materiali consente
delle importantissime riduzioni
dei consumi energetici. È
energeticamente molto più
conveniente riciclare una materia
prima anziché procurarsene una
nuova. Come evidente dalla
Tabella 2 che segue i risparmi
energetici possono raggiungere
addirittura il 95% per l’alluminio,
ma sono significativi per
qualunque materiale.
Anche per la produzione del
vetro è molto meno oneroso
sul piano energetico fondere
una bottiglia usata di vetro (allo
stato amorfo) che smantellare la
struttura cristallina del quarzo che
compone la sabbia.
Promozione della ricerca e
Patto CNR-Confindustria
La ricerca scientifica assume
un ruolo particolarmente
strategico nell’ambito di questa
sfida tecnologica, ambientale
ed economica che l’umanità
si trova ad affrontare per la
prima volta nella sua storia.
Per cause connesse ad uno
sviluppo incontrollato delle
tecnologie industriali e per una
scarsa attenzione ai problemi
dell’ambiente, la produzione
dei beni (e di conseguenza
dei rifiuti) si è accresciuta in
maniera esponenziale generando
situazioni sociali di difficilissima
soluzione. Del resto occorre
evidenziare come le Scienze
Ecologiche siano quanto mai
recenti nel bagaglio scientifico
e culturale internazionale con
meno di un secolo di vita, la
qualcosa ha generato un gap
di conoscenza sempre più
importante soprattutto a livello
dei cicli globali della materia
sul pianeta e dei relativi flussi
energetici. La promozione della
ricerca basata sulla costruzione
della conoscenza, rappresenta
pertanto un elemento centrale
per assicurare la conservazione
delle risorse naturali attraverso
meccanismi di risparmio (e
quindi di riduzione dei rifiuti)
e di sviluppo di tecnologie
ecocompatibili in cui sia già
stato incamerato il concetto di
riutilizzo. Tali elementi sono di
sostegno sia allo sviluppo delle
politiche in differenti ambiti
istituzionali sia alla definizione
delle scelte imprenditoriali e
di consumo. In tale ambito la
condivisione della conoscenza
attraverso una rete virtuale in
grado di stimolare il confronto
e la diffusione delle tecnologie
e dei risultati delle ricerche, ha
valenza assolutamente strategica
e deve essere messa in atto con
procedura d’urgenza.
La ricerca e lo sviluppo a tutti i
livelli, compresi i programmi ed i
progetti industriali internazionali,
europei e nazionali, possono
svolgere una funzione importante
nello sviluppare e realizzare la
strategia. Il settimo programma
quadro della ricerca, ed ancora
di più Horizon 2020, porrà
particolare accento sullo sviluppo
di strumenti capaci di valutare le
incidenze ambientali, economiche
e sociali determinando un
importantissimo intreccio tra
risultati della ricerca e scelte
strategiche e di utilizzo dei
Fondi Strutturali nella prossima
programmazione 2014-2020. A
tale riguardo va sottolineata con
vigore l’importanza strategica di
un coinvolgimento sostanziale
del mondo della ricerca in
problematiche importanti, quali
quelle generate dalla produzione
e dallo smaltimento dei rifiuti con
tutte le ripercussioni sul sistema
ambientale in senso lato. Il
mondo della ricerca se si affianca
a quello sia Istituzionale e degli
Enti Locali, che della produzione
industriale in maniera sinergica,
sicuramente sarà in grado di
apportare un valore aggiunto
che gli deriva dal sistema delle
conoscenze verso il quale esso
è già naturalmente predisposto.
Un sistema di ricerca valido,
sostenuto da politiche efficaci
ed affiancato ad un sistema
produttivo sano, può apportare
non soltanto agli stessi attori ma
all’intero Paese benefici ancora
oggi parzialmente esplorati.
Lo scenario è quello
dell’economia della conoscenza,
ovvero di una struttura di
produzione e distribuzione nella
quale la componente immateriale
ed innovativa assume un ruolo
determinante, anche al fine di
innescare e sostenere scelte
industriali impattanti sulla
riduzione della produzione
dei rifiuti e sul riutilizzo della
materia, pertanto centrate sulla
sostenibilità, sulla rigenerazione
delle risorse primarie, sulla
cooperazione ed integrazione tra
tutte le componenti della filiera
del sapere e dell’innovazione.
In tale direzione è fondamentale
che le nuove politiche sul
versante della gestione dei rifiuti
e dell’innovazione aprano le porte
ai suggerimenti del mondo della
ricerca concorrendo a definire
una piena convergenza degli
obiettivi delle politiche ambientali,
delle linee di ricerca e del
trasferimento dell’innovazione nei
cicli produttivi aziendali.
Le politiche della riduzione della
produzione dei rifiuti diventano,
quindi, un importantissimo
stimolo per la ricerca e per
attivare percorsi contraddistinti da
risultati tangibili e duraturi sulla
struttura sociale, economica e
scientifica che possa impattare
su più livelli: Educazione, Ricerca
di base, Ricerca applicata,
Trasferimento e Sviluppo
Tecnologico,
Valorizzazione della proprietà
intellettuale. Per questo, l’unicità
d’intenti tra sistema della
ricerca e sistema industriale,
che trova riscontro anche
in un recentissimo accordo
denominato Patto per la
Ricerca e l’Innovazione (20
febbraio 2013) tra Consiglio
Nazionale delle Ricerche e
Confindustria, assume una
funzione di importante stimolo
della migliore organizzazione dei
‘fattori produttivi’ della ricerca,
sviluppando una compiuta analisi
dell’esistente, e definendo un
modello di intervento allineato
alle traiettorie dello sviluppo
mondiale del settore dei rifiuti
e del recupero di materia
e coerente con le prassi
comunitarie.
Tale impostazione implica
una sempre più forte e decisa
collaborazione un più efficace
coordinamento tra le diverse
competenze istituzionali ed
imprenditoriali.
Le Regioni con gli Stati
Membri e l’Unione Europea,
devono farsi carico dei progetti
strategici di interesse regionale,
nazionale ed internazionale,
accompagnando i sistemi
territoriali verso l’adeguamento
tecnologico ed il potenziamento
innovativo, utile alla soluzione di
problemi e criticità evidenziate.
Nella stessa direzione, occorre
intensificare la collaborazione
tra Enti di Ricerca ed imprese,
per rispondere efficacemente
alle esigenze tecnologiche ed
economiche delle imprese,
coagulando interessi finanziari
che siano in grado di garantire
il perseguimento di importanti
obiettivi ambientali, gestionali e di
crescita economica delle imprese
e del Sistema Paese.
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