29
n.17 marzo 2015
casi come, ad esempio, quello relativo all’installazione di un motore a
combustione interna in assetto cogenerativo presso un’utenza industria-
le con potenza elettrica pari a 1 MW ed investimento complessivo pari
a circa 1,2 milioni di euro, è possibile stimare un Net Present Value
(NPV) medio di circa 2,8 mln euro. In assenza di misure volte a miti-
gare le fonti di rischio tale valore può peggiorare sino a punte del 9%,
mentre al contrario, implementando un sistema di risk management si
potrebbe ottenere un incremento dell’NPV fino a +14%. Prima di tutto
è indispensabile identificare le differenti fonti di rischio che si possono
verificare nel corso dell’intero ciclo di vita dell’intervento a partire dalla
fase di progettazione fino all’esercizio ed alla manutenzione della solu-
zione tecnologica adottata. Una volta identificate, le fonti devono essere
gestite attraverso la realizzazione di opportune strategie di mitigazione
volte a ridurne l’impatto sulla fattibilità tecnico-economica del progetto e
sulla relativa probabilità di accadimento.
Un approccio sistemico alla gestione del rischio dovrebbe coinvolgere
progettisti ed ESCo per assumere il ruolo di veri e propri ‘risk manager’
al fine di:
•
individuare le potenziali fonti di rischio
che possono essere econo-
mico/finanziare, relative al contesto macroeconomico in cui si opera;
possono anche riguardare le capacità manageriali dei soggetti coinvolti
o le soluzioni tecnologiche adottate; infine vi sono rischi operativi, di
misura e di verifica);
•
valutarne la probabile gravità e frequenza
;
•
identificare, programmare e gestire le strategie di mitigazione
, co-
ordinando i vari soggetti coinvolti nella realizzazione dell’intervento di
efficienza energetica (fornitori di tecnologie, utenze, istituti di finanzia-
mento, istituti di assicurazione ecc.).
Nonostante gli indubbi benefici ascrivibili agli approcci di gestione del ri-
schio, l’analisi del settore italiano dell’efficienza energetica condotta nel
rapporto dimostra come il tema del Risk Management sia poco noto agli
operatori del settore e le strategie di mitigazione adottate siano ancora
ad uno stadio ‘embrionale’, con un focus che è quasi esclusivamen-
te sulle fonti di rischio che potrebbero minare la corretta progettazione
dell’intervento, tralasciando quindi tutte le cause ed effetti che si potreb-
bero verificare durante le fasi di realizzazione e gestione dello stesso.
Le modalità di finanziamento
Un altro ostacolo da superare per la diffusione capillare degli interventi
di efficienza energetica in Italia riguarda le modalità di finanziamento.
Attualmente sono disponibili diversi strumenti sia nell’ambito dei finan-
ziamenti pubblici che di quelli privati.
Il Fondo Europeo per l’Efficienza Energetica (Feee), l’European Local
ENergy Assistance (Elena) e i Fondi Europei di Sviluppo Regionale
(Fesr) che hanno una dimensione regionale e, attraverso il meccanismo
Jessica, utilizzano fondi europei al fine di sostenere gli investimenti di
efficienza energetica presso processi produttivi delle piccole e medie
Figura 1 - All’interno delle 9 celle identificate si riporta la quota di volume
d’affari medio annuo rispetto al mercato dell’efficienza energetica in Italia
(Fonte: Energy Efficiency Report Dicembre 2014, Energy & Strategy Group)
Figura 2 - Potenziale di risparmio atteso dall’isolamento industriale
(Fonte: Energy Efficiency Report Dicembre 2014, Energy & Strategy Group)
Nuovi strumenti finanziari
dall’Unione Europea
A febbraio, la Commissione Europea e la Banca Europea
per gli investimenti hanno lanciato due nuovi strumenti
di finanziamento per incoraggiare la realizzazione di
progetti per l’adattamento ai cambiamenti climatici e per
ridurre i consumi di energia nel periodo 2014-2017.
Il primo strumento, denominato ’Natural Capital
Financing Facility’, prevede un budget complessivo di
100-125 milioni di euro e sosterrà progetti ambientali e
per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il secondo, ’Private Finance for Energy Efficiency’,
destina 80 milioni di euro alle iniziative del settore
privato per l’efficienza, che dovrebbe determinare
un ‘effetto leva’ che moltiplicherà per otto la somma
stanziata. In particolare, si prevede lo sblocco di almeno
500 milioni di euro dallo strumento Private Finance for
Energy Efficiency (PF4EE), che incoraggerà le banche
locali degli Stati membri ad aumentare i prestiti per
progetti di efficienza energetica provvedendo a fornire
prestiti a lungo termine a basso costo e protezione
dal rischio di credito per gli intermediari finanziari. Lo
strumento si rivolge alle PMI, i privati, i piccoli comuni
e gli altri enti del settore pubblico che svolgono piccoli
investimenti di efficienza energetica. Sarà attuato tramite
le banche negli Stati membri.