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TAVOLA
energetica del fango primario.
Dal punto di vista tecnologico Emanuela Giacomotti ci spiega
che la sua azienda propone per il fango di supero soluzioni
quali l’idrolisi termica e/o l’essiccamento dei fanghi (preceden-
temente citati) che ne garantiscono la completa igienizzazione
e l’ottenimento, in funzione della composizione iniziale, di un
prodotto che risponde ai requisiti delle più stringenti normative
internazionali in materia, quali EPA classe A. Per il fango pri-
mario vengono invece proposte soluzioni quali l’essiccamento,
che garantisce il possibile riutilizzo del fango come fonte ener-
getica in cementifici o in impianti termici per la produzione di
energia elettrica. Viene infine evidenziato che esistono anche
processi finalizzati alla contemporanea distruzione degli agenti
patogeni e separazione dai fanghi delle componenti pericolose
da quelle proteiche fertilizzanti, ma non possono a oggi essere
riconosciuti come applicazioni economicamente vantaggiose.
Vi sono altresì studi volti all’estrazione di magnesio-ammonio-
fosfati (MAP) dai fanghi digeriti dagli impianti di depurazione per
il recupero della struvite in agricoltura; anche in questo caso
si tratta tuttavia di sperimentazioni che, per quanto positive e
incoraggianti, a oggi non sono ancora riconosciute come van-
taggiosamente applicabili.
Sempre in termini di valorizzazione dei fanghi, ultimamente
si parla molto di produzione di biodisel da fanghi di depura-
zione. È veramente possibile?
Emanuela Giacomotti
evidenzia che, mentre il riutilizzo del
biogas dagli impianti di depurazione è pratica comune per la
produzione di energia elettrica, l’ottenimento di biodisel dai fan-
ghi non ha ancora diffusa applicazione su scala industriale. Stu-
di recenti (“Biodiesel Production from Municipal Sewage Slud-
ges”, David M. Kargbo
et al
.) evidenziano non solo l’efficienza di
tale pratica ma anche la crescente convenienza economica, non
ancora tale da porla, tuttavia alla pari dei tradizionali processi di
produzione del biodisel da oli vegetali o grassi animali.
Giovanni Bergna ci risponde che, vista la continua crescita dei
costi energetici e la necessità di perseguire gli obiettivi del pro-
tocollo di Kyoto, è sempre più interessante, dal punto di vista
economico e ambientale, l’opportunità di ottenere energia da
biomasse. Oltre al recupero tramite combustione diretta dei
fanghi e la consolidata produzione di biogas tramite digestione
anaerobica, senza o con altre matrici organiche, la produzione
di biodiesel dai fanghi di depurazione potrebbe rappresentare
una soluzione interessante. Segnala tuttavia che ad oggi i pro-
cessi di estrazione applicabili su una matrice come quella dei
fanghi di depurazione sono, anche dal suo punto di vista, ancora
da mettere a punto.
Volendo esplorare un po’ più nel dettaglio alcune tra le tec-
nologie utilizzate per valorizzare i fanghi, quali sono i limiti di
tecnologie quali pirolisi, gassificazione e idropirolisi?
Carolina Belli ci spiega che la variabilità della composizione dei fan-
ghi in ingresso agli impianti tecnologici citati costituisce una delle
maggiori limitazioni al loro riciclo industriale. Tali processi, infatti,
necessitano di materiale in ammissione omogeneo e con grado di
umidità ben definito e costante. Un trattamento aggiuntivo di disi-
dratazione dei fanghi è quindi indispensabile. Evidenzia inoltre che
anche nel caso di fanghi omogenei le difficili condizioni di processo
rendono spesso preferibili altri materiali. Entrando nel merito dei
processi annoverati ci segnala che per la pirolisi e la gassificazio-
ne realizzata con i fanghi non sono disponibili ad oggi esperienze
consolidate nel tempo, che possano validare buone prestazioni per
questi tipi di trattamento. Tali processi, avvenendo a temperature
medio-alte, portano inoltre alla formazione di gas di sintesi (princi-
palmente CO e H
2
, e in parte minore CO
2
, H
2
O e N
2
) e le condizioni
termodinamiche richieste dal processo tecnologico, portano spes-
so alla formazione di sottoprodotti liquidi e solidi indesiderati, con
conseguenti problemi di gestione operativa nonché extra costi di
smaltimento.
Secondo
Giovanni Bergna
vi è inoltre da considerare che l’im-
patto ambientale della combustione in particolare dei combustibili
solidi, può essere ulteriormente aggravato dalle caratteristiche di
biomasse come il fango biologico. Proprio per questo motivo risulta
promettente la possibilità di migliorare il combustibile utilizzando il
fango come sorgente di combustibile gassoso (syngas) o liquido
attraverso processi di gassificazione e pirolisi, consentendo la pro-
duzione di energia elettrica mediante motori termici ad alto rendi-
mento e basso impatto ambientale. Oltre al limite connesso con il
tipo di matrice, esistono ovviamente dei limiti tecnologici che studi
e ricerche, anche con significative esperienze a scala dimostrati-
va, stanno affrontando, come ad esempio, nell’ambito del Progetto
Pyrobio – Life+ 2008
fine, come per gli altri
processi di valorizzazione, Giovanni Bergna sottolinea che il limite
è spesso quello economico anche tenendo conto che il recupero in
agricoltura presenta dei costi che oggi sono tornati prossimi a quelli
del 2004 (con i debiti aumenti si è intorno ai 40 - 45 euro/t, trasporto
escluso), dopo anni di prezzi non propriamente giustificati.
A completamento del quadro, Emanuela Giacomotti precisa che
i processi di pirolisi e gassificazione del fango essiccato portano
ROTONDA
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n.12 novembre 2013
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