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n.12 novembre 2013
dei fanghi
damento del terreno, consentendo un risparmio nell’uso di concimi
di sintesi. Tuttavia, conclude segnalando che l’incertezza normativa
relativa al riutilizzo del fango in agricoltura, le difficoltà e i costi di
conferimento in discarica, rendono necessaria l’individuazione di
strategie innovative con recupero in termini di energia e materia:
valorizzare il fango è quindi una priorità per tutti i gestori che ope-
rano nella depurazione.
Secondo Carolina Belli è necessario partire dalla considerazione
che i fanghi derivanti dalla depurazione sono a tutti gli effetti dei
rifiuti e come tali sono disciplinati dal DLgs 152/2006, che ne preve-
de a determinate condizioni l’utilizzo in agricoltura, suggerendone
quindi il riutilizzo ogni qualvolta il loro impiego risulti appropriato.
Carolina Belli prosegue ricordando che attualmente i fanghi deri-
vanti da depurazione vengono principalmente smaltiti nei seguenti
modi: discarica, recupero in agricoltura e/o tramite impianti di com-
postaggio, termovalorizzazione (incenerimento, finalizzato al recu-
pero energetico), altro (ad esempio co-incenerimento con RSU e
con rifiuti industriali). Valorizzare i fanghi vuol dire quindi destinarli
a usi agricoli o industriali. Ricorda tuttavia che soltanto i fanghi da
reflui civili, che quindi contengono non più del 30% di componente
industriale, possono essere utilizzati in agricoltura. Quando la com-
ponente industriale supera il 30%, vengono interamente considera-
ti industriali. In Italia attualmente circa il 44% dei fanghi provenienti
dal trattamento delle acque urbane viene destinato all’agricoltura
e al compostaggio, il 42% circa viene smaltito in discarica e il re-
stante 14% viene utilizzato per la termovalorizzazione o per altri
usi (Dati Eurostat, Italia – 2005). L’alta percentuale di fanghi a oggi
smaltita in discarica è legata ad aspetti economici, vincoli norma-
tivi nonché a difficoltà tecnologiche. Lo spandimento dei fanghi in
agricoltura, possibile in virtù del loro alto e intrinseco contenuto di
sostanze organiche e minerali, come azoto, fosforo e potassio, in-
dispensabili alla fertilità vegetale, come pure ‘oligoelementi’ (zinco,
ferro, rame…) utili al suolo, è tuttavia limitato o del tutto impedito
dalla presenza di alte percentuali di metalli pesanti e di idrocarbu-
ri. Carolina Belli sottolinea infine che l’uso dei fertilizzanti organici,
prodotti a partire dai fanghi da reflui civili, è disciplinato dalle linee
guida agronomiche nonché dalla territorialità delle colture, con ulte-
riori consistenti limitazioni alla pratica dello spandimento.
Anche Emanuela Giacomotti concorda sul fatto che la valorizzazio-
ne dei fanghi di depurazione non solo è possibile, ma è anche au-
spicabile. Insieme alle tecniche di minimizzazione della produzione
di fanghi, i processi volti al Waste to Energy, o alla trasformazione
del fango da rifiuto a prodotto da riutilizzare, devono porsi alla base
di ogni scelta tecnologica di trattamento e smaltimento fanghi. Ci
spiega che proprio per questo anche la sua azienda è presente sul
mercato con soluzioni quali l’idrolisi termica, come pretrattamen-
to a monte della digestione anaerobica, i sistemi di disidratazione
e l’essiccamento dei fanghi. Sottolinea anche che tali tecnologie
possono essere impiegate da sole o in combinazione con ulterio-
ri processi termici (gassificazione, combustione o altro) al fine di
massimizzare la produzione di energia dai fanghi di depurazione. In
funzione delle specifiche esigenze, è inoltre possibile ottimizzare le
forme di trattamento e smaltimento rifiuti in un più ampio scenario,
attraverso il co-trattamento (digestione, combustione, compostag-
gio o altro) di fanghi e altra matrice organica, quale ad esempio la
Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano).
A completamento del quadro, poiché si è parlato di elementi
nutrienti presenti nei fanghi, possiamo ritenere il loro recu-
pero, con particolare riferimento al fosforo, economicamente
vantaggioso?
Risponde Giovanni Bergna che evidenzia il fatto che le riserve
sfruttabili di fosforo non dureranno più di un secolo secondo le
valutazioni di scienziati ed economisti (Global Phosphorus Rese-
arch Initiative:
ecupero di questo
elemento sarà quindi sicuramente una priorità tanto da rendere
comunque conveniente il recupero dalle acque reflue. Sottolinea
inoltre che proprio a fronte di quanto appena evidenziato sarebbe
opportuno sviluppare ricerche e mettere a punto processi applica-
bili in modo ottimale nel settore del trattamento delle acque reflue.
Emanuela Giacomotti proprio in questa prospettiva, dopo aver con-
fermato che il riutilizzo a uso agricolo dei fanghi (diretto o previo
compostaggio) rappresenta una possibilità sicuramente vantaggio-
sa di recuperarne la sostanza organica e i nutrienti quali azoto e
fosforo (quest’ultimo particolarmente prezioso in qualità di risorsa
non rinnovabile), precisa che l’introduzione di filiere di trattamento
separate per fanghi primari e secondari può rappresentare un ap-
proccio vincente per ovviare alle annose problematiche connesse
allo smaltimento in agricoltura. In breve, ci spiega che l’approccio
diversificato consente di recuperare nei fanghi secondari un pro-
dotto ricco di nutrienti e povero di metalli pesanti e impurità, che
rimangono invece inglobate nel fango primario. Si provvederebbe
quindi a uno smaltimento finale differenziato dei due prodotti risul-
tanti: valorizzazione agricola del fango di supero e valorizzazione
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