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L’Ottocento comincia con il perfezionamento
delle tecnologie che hanno determinato la
rivoluzione industriale. L’uso del carbone, le
tecniche di distillazione secca del carbone
per ottenere coke per la produzione di acciaio
e di gas illuminante in grado di dare luce a
strade, sale, teatri e, poco dopo, alle singole
case delle città. Contemporaneamente, nei
primissimi anni dell’Ottocento, vengono
scoperte le virtù dell’elettricità per merito
degli italiani Luigi Galvani (1737-1798) e
Alessandro Volta (1745-1827). Questa
svolta tecnico-scienti¿ca ha stimolato anche
l’interesse per l’energia solare: non più solo
curiosità scienti¿ca e divertimento per principi
e signori, ma vera possibile fonte di energia.
Le prime macchine termiche
Prima di tutto come fonte di calore al posto
del calore prodotto dalla fumosa combustione
del carbone. Si trattava di trasferire il calore,
raccolto con specchi, a macchine termiche
capaci di azionare motori ‘utili’. L’Ottocento
è il secolo delle conquiste coloniali da parte
dei regni d’Europa e le colonie si offrivano
allo sfruttamento con le loro distese di terre
e deserti assolati, prive di carbone, adatte
quindi ad accogliere macchine azionate dal
Sole.
Sulla scia degli esperimenti condotti nel
Settecento, di cui erano circolate le notizie in
tutta Europa, si moltiplicarono le invenzioni di
macchine solari. Nel 1838 Pasquale Gabelli
(1801-1880) di Venezia progettò un forno
solare costituito da un riÀettore fatto da tanti
specchi piani disposti in forma parabolica,
nel cui fuoco era posta una caldaia. Trenta
anni più tardi Bartolomeo Foratti, anche
lui di Venezia, avrebbe progettato con la
collaborazione di Gabelli, un sistema a viti
per spostare ciascuno degli specchi della
parabola, in modo da ‘seguire’ il Sole nel
suo moto apparente nel cielo: sarà questo il
problema più intrigante per tutta la tecnologia
solare a specchi.
Una importante svolta, sia per l’ingegnosità
della soluzione, sia per il rilievo che ebbe
nella stampa internazionale, fu rappresentata
dal lavoro del francese Augustin Mouchot
(1825-1912), un insegnante appassionato
che cominciò a costruire dei fornelli solari
e nel 1866 realizzò una macchina costituita
da un collettore solare tronco-conico che
concentrava la radiazione solare su una
caldaia. Questo motore solare, che aveva
ottenuto l’ammirazione di Napoleone III,
andò perduto durante l’assedio di Parigi
del 1871. Mouchot costruì molti altri
dispositivi alimentati dall’energia solare,
fra cui un distillatore d’acqua, descritti nel
libro: “La chaleur solaire et ses applications
industrielles”, pubblicato nel 1869 e di cui è
stata fatta di recente una ristampa. Mouchot
trascorse un periodo in Algeria dove costruì
fornelli e distillatori solari per le truppe
francesi; al ritorno in Francia costruì il più
celebre dei suoi motori, alimentato anch’esso
col calore solare concentrato con grande
specchio tronco-conico, che fu presentato
all’Esposizione Universale di Parigi del 1878.
Le invenzioni di Mouchot furono descritte in
riviste scienti¿che e popolari e stimolarono
IMPRONTE
Il Sole al tempo
della rivoluzione
industriale
A partire dall’Ottocento,
nasce un nuovo interesse
per l’energia solare, non più
curiosità accademica ma vera
e propria fonte di energia da
sfruttare per le più svariate
tecnologie introdotte dalla
rivoluzione industriale
Giorgio Nebbia
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n.11 settembre 2013
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