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n.11 settembre 2013
numerosi perfezionamenti. Abel Pifre (1852-
1928), che era stato assistente di Mouchot,
costruì anche lui una macchina a specchio
concavo e la utilizzò per azionare un motore
per stampare, esposto al Giardino delle
Tuileries nel 1880. Con una potenza di circa
mezzo chilowatt riuscì a stampare 500 copie
all’ora dell’unica edizione del giornale Soleil-
Journal.
Dall’altra parte dell’oceano, della
fabbricazione di motori solari si occupò
l’americano John Ericcson (1803-1889),
un fertile inventore che aveva raggiunto la
celebrità costruendo la nave da guerra di ferro
‘Monitor’ che aveva avuto un ruolo importante
durante la guerra civile americana (1861-
1864). Fra il 1871 e il 1884 Ericsson costruì
sette differenti modelli di motori alimentati
dall’energia solare raccolta mediante specchi.
Il motore del 1883 era costituito da una
super¿cie parabolica sui cui erano ¿ssati degli
specchi di vetro argentati. Da una super¿cie
di circa 9 m
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ottenne una potenza di 0,7 kW;
avendo investito propri soldi nei motori solari,
Ericsson fece i suoi conti e riconobbe che
l’energia meccanica ottenuta dal Sole sarebbe
venuta a costare dieci volte di più di quella
ottenuta col carbone e ne concluse che l’uso
dei motori solari avrebbe avuto senso soltanto
in zone isolate e assolate e prive di altre fonti
di energia.
Questi lavori suscitarono l’interesse di
molti altri inventori e costruttori e ci fu una
proliferazione di tentativi e di brevetti sulle
prospettive dell’uso dell’energia solare,
soprattutto nei paesi coloniali. Fra questi si
possono ricordare gli esperimenti di William
Adams, funzionario della corona britannica
a Bombay, descritti nel libro: “Solar heat:
a substitute for fuel in tropical countries”,
pubblicato nel 1878.
Sempre per risolvere il problema di come
disporre gli specchi in modo che la radiazione
del Sole, ‘in movimento’ nel cielo fosse
sempre concentrata nello stesso punto, nel
1884 l’italiano Alessandro Battaglia pensò
di appoggiare sul ¿anco di una collina gli
specchi, disposti secondo una parabola nel
cui fuoco era messa una caldaia. Ottenne per
questa idea, che peraltro non risulta sia stata
realizzata, un brevetto, dissepolto dall’oblio
da Cesare Silvi, presidente del Gruppo per la
Storia dell’ Energia Solare.
Con il francese Charles Tellier (1826-
1913) si ebbe una importante svolta
tecnologica: invece di cercare di ottenere,
per concentrazione della radiazione solare,
temperature abbastanza alte da azionare
macchine a vapore, Tellier, che era un noto
specialista di sistemi frigoriferi, costruì dei
collettori piani, stazionari, orientati verso
Sud, nei quali circolavano Àuidi con bassa
temperatura di ebollizione, gli stessi già
usati nei frigoriferi, come ammoniaca e
anidride solforosa. Col ciclo di evaporazione
e condensazione Tellier riuscì ad azionare
delle macchine adatte a sollevare l’acqua dai
pozzi. La sua macchina è illustrata nel libro
dello stesso Tellier: “Le conquete paci¿que de
l’Afrique Occidentale par le Soleil”, del 1890.
che già dal titolo volge lo sguardo all’uso
dell’energia solare nelle colonie a cui la
Francia guardava per il suo futuro.
I distillatori solari
Finora si è parlato dei mezzi per ottenere
energia meccanica dall’energia solare, ma
il Sole si prestava anche a risolvere un altro
importante problema, la mancanza di acqua
dolce in zone in cui era presente acqua di
mare o acqua salmastra; su scala planetaria
il Sole funziona già da gigantesco distillatore
solare, scaldando l’acqua di mare, facendola
evaporare e condensare nelle zone fredde
dell’atmosfera: l’acqua dolce così condensata
ricade al suolo sotto forma di pioggia o neve.
Si trattava di riprodurre questo ciclo naturale
dell’acqua su piccola scala, in un distillatore
solare.
L’idea trovò una prima realizzazione nel
deserto assolato e arido cileno di Atacama,
a 1.400 metri di altezza, dove i minatori
scavavano il nitrato di sodio e avevano sul
posto soltanto acqua salina. Per ottenere
acqua dolce era stato costruito un distillatore
alimentato dal carbone che però doveva
essere trasportato dalla costa a dorso
di mulo, da 120 km di distanza per cui
l’acqua dolce aveva un costo proibitivo. Un
Immagine a sinistra.
Macchina a specchio
concavo di Pifre
In alto. Distillatore cileno