Gli impatti del rischio climatico sui bilanci societari e sulle attività di revisione
Con il documento di sintesi “Climate risk & financial reporting”, Assirevi – Associazione Italiana delle Società di Revisione Legale – fornisce il proprio contributo all’approfondimento dei potenziali impatti sul bilancio degli aspetti legati ai rischi correlati al cambiamento climatico e delle possibili conseguenti implicazioni sulle attività di revisione.
Ad oggi, il framework contabile IAS/IFRS, comunemente adottato nel contesto nazionale per la preparazione dei bilanci d’esercizio delle società che si qualificano come enti di interesse pubblico, non fornisce elementi espliciti per la presentazione e la valutazione degli impatti derivanti dai rischi correlati al cambiamento climatico. Tuttavia, in determinate circostanze, potrebbe sussistere la necessità di fornire specifiche informazioni al riguardo, in applicazione dei principi contenuti nello stesso framework, anche al fine di rispondere ai numerosi richiami in tal senso effettuati negli ultimi anni da standard setters e authorities nazionali e internazionali. Particolarmente significativo a tale proposito, da ultimo, è quanto indicato dall’ESMA nelle sue “European common enforcement priorities for 2022 annual financial reports”.
Il Position Paper di Assirevi offre elementi esemplificativi sul processo di valutazione del rischio che è opportuno sia condotto dal management rispetto al business e all’operatività dell’azienda per poi passare a illustrare, coerentemente con i principi di revisione di riferimento (ISA Italia), le implicazioni sul processo di revisione del bilancio in risposta ai rischi identificati dal management. “Si tratta di un contributo allo sviluppo di un percorso di crescita, sia per il management sia per il revisore, volto a un migliore svolgimento dei reciproci ruoli, con il fine di perseguire il comune obiettivo di rafforzare l’aspettativa dei mercati rispetto ad un’informativa corretta e trasparente, nell’interesse e a tutela di tutti gli stakeholders”, spiega Gianmario Crescentino, presidente di Assirevi.
In particolare, per identificare le informazioni rilevanti, il Position Paper di Assirevi raccomanda il punto di vista della materialità finanziaria con focus sull’impatto finanziario dei rischi e delle opportunità legate al cambiamento climatico. Un utile punto di riferimento per lo sviluppo del processo di valutazione del rischio da parte delle società è individuato nelle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD): queste si riferiscono alla Governance, alla Strategia aziendale, al Risk Management e al tema dei Metrics and targets. I rischi da prendere in considerazione sono divisi in macrocategorie: la prima è legata ai rischi di transizione, che includono le tipologie di rischi legati alla transizione verso un’economia low-carbon attraverso, principalmente, l’incremento dei costi e il cambiamento delle preferenze del mercato; la seconda è legata ai rischi fisici, cioè quelli che possono avere un impatto finanziario rilevante per le aziende in termini diretti (danneggiamento di assets aziendali) o indiretti attraverso la supply chain.
La TCFD ha poi sviluppato una serie di esempi per supportare le aziende nell’identificazione dei rischi climatici e nella valutazione del relativo impatto finanziario. Le principali casistiche identificate riguardano i rischi regolatori e legali, i rischi legati alle tecnologie (es. sostituzione dei prodotti e servizi esistenti con alternative a più basse emissioni con conseguente ritiro precoce dal mercato o riduzione della domanda), i rischi di mercato (legati ad esempio ai cambiamenti nei gusti e nelle scelte dei consumatori o all’aumento del costo delle materie prime), i rischi reputazionali e i rischi fisici, a loro volta suddivisi in acuti (es. aumento di eventi climatici estremi) o cronici (cambiamenti nelle precipitazioni, aumento delle temperature medie, aumento dei livelli del mare).
È evidente che i rischi climatici a cui le aziende sono esposte e la loro entità dipendono significativamente dal settore, dall’industria, dal posizionamento geografico e dalle specificità dell’azienda stessa. Data la pervasività di questi temi in tutte le aree aziendali, il management risulta coinvolto secondo tre modalità principali, ovvero: l’assegnazione di responsabilità formali al management team; la formazione di gruppi di lavoro inter-funzionali e lo sviluppo di programmi di lavoro tematici; la formazione di comitati di lavoro ad hoc, con il top management e l’executive management, per svolgere attività di supporto al Consiglio di Amministrazione.
Il revisore ha, dal canto suo, la responsabilità di acquisire una ragionevole sicurezza che il bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi dovuti a frodi o a errori. Conseguentemente, il revisore è chiamato a ottenere una comprensione degli impatti derivanti dal cambiamento climatico sull’impresa, considerando se tali impatti determinino un rischio di errore significativo nel bilancio, e sviluppare adeguate risposte di revisione per indirizzare/gestire il rischio valutato. In particolare, il revisore dovrebbe opportunamente (i) considerare se il bilancio rifletta in modo appropriato gli impatti del cambiamento climatico in conformità al framework contabile sull’informazione finanziaria applicabile e (ii) comprendere la relazione tra il rischio di cambiamento climatico e le proprie responsabilità in base agli standard professionali e alle leggi e ai regolamenti applicabili.
“La qualità e profondità dell’informativa finanziaria ha assunto di recente ancora maggiore rilevanza, anche in seguito all’emergere di nuovi e rilevanti profili di rischio per le società, quali quelli derivanti dal cambiamento climatico. Gli operatori del mercato, nei loro diversi ruoli, sono perciò chiamati a interrogarsi sugli eventuali impatti che queste tematiche possono determinare nella misurazione di attività, passività, ricavi, costi e flussi di cassa rilevati nel bilancio e, più in generale, sull’esistenza di rischi “emergenti” di importanza crescente, che possono influenzare la stessa continuità aziendale dell’impresa”, conclude Crescentino.
Fonte foto Pixabay_geralt
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