Rapporto rifiuti APAT 2007: nel 2006 crescono produzione di rifiuti e raccolta differenziata

Pubblicato il 13 febbraio 2008

Una conferma, questa volta positiva, dall’ultimo Rapporto Rifiuti APAT: continua a crescere, infatti, la quantità di rifiuti di imballaggio avviata a recupero, sino all’attuale ammontare di 8 milioni di tonnellate. Nel recupero totale delle singole frazioni merceologiche, l’incremento maggiore, tra 2005 e 2006, si registra per legno (+5,9%), alluminio (+5,3) e plastica (+6,5%).

Quest’ultima risulta essere, inoltre, la frazione maggiormente avviata a recupero energetico, con un incremento di 2,5 punti percentuali, pari a 645.000 tonnellate.

Delicato e preoccupante il tema dei rifiuti speciali, la cui produzione risulta essere in crescita, soprattutto a causa dell’incipiente sviluppo industriale.

I dati relativi al 2005 mostrano una produzione di 55,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 5,9 milioni pericolosi e 46 milioni derivanti da attività di costruzione e demolizione, per un totale di oltre 107 milioni. Di questi, ne sono stati gestiti 101,6 milioni di tonnellate; la forma prevalente di gestione dei rifiuti speciali è rappresentata dalle operazioni di recupero di materia, circa 49,4 milioni di tonnellate, mentre 35,6 milioni di tonnellate sono destinati ad attività di smaltimento; un quantitativo pari a 13,9 milioni di tonnellate viene avviato ad impianti di stoccaggio. Lo smaltimento in discarica rappresenta il 19,4% dei rifiuti gestiti, mentre il trattamento biologico o chimico-fisico il 14,6% e l’incenerimento l’1,1%.

A causa dell’alto numero di industrie sul territorio, è la Lombardia a conferire il quantitativo maggiore di rifiuti speciali in discarica: ben 3,7 milioni di tonnellate. In una realtà sempre più condizionata da mutamenti ambientali, l’informazione assume sempre maggiore importanza. Fa riflettere, infatti, quanto emerso sui costi di gestione del servizio di igiene urbana. I dati 2005 riferiscono di un costo medio annuo pro capite di 123,12 euro, destinati alla gestione dei rifiuti indifferenziati (48,8%) e delle raccolte differenziate (16,8%), nonché allo spazzamento e al lavaggio delle strade (14,9%). Una cifra che cresce in proporzione alle dimensioni del comune di appartenenza: dagli 86,91 euro pro capite in comuni con meno di 50.000 abitanti, si arriva anche a 144,22 euro, ove gli abitanti risultano essere maggiori. A somme così elevate, si presume, dovrebbero corrispondere servizi adeguatamente erogati.



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