Nasce il primo schema italiano di certificazione della sostenibilità del biodiesel

Sarà un punto di riferimento per la certificazione della produzione e dello sfruttamento dei biocarburanti liquidi per tutta la filiera coinvolta

Pubblicato il 18 novembre 2010

Icim, autorevole organismo di certificazione indipendente, ha annunciato oggi di aver messo a punto il primo schema italiano per certificare la sostenibilità dei biocarburanti, in particolare il biodiesel, in tutta la filiera. L’annuncio arriva dopo che lo scorso luglio Icim aveva già emanato la prima certificazione, in Italia, di un biodiesel sostenibile rilasciata all’azienda Dp Lubrificanti di Acilia (LT) sulla base di questo stesso schema di certificazione che svolgerà un ruolo di notevole importanza nell’ambito del raggiungimento dell’obiettivo «20-20-20» fissato dall’Unione Europea.

In questo quadro normativo, infatti, lo schema di certificazione perfezionato da Icim diventa disponibile per tutte le aziende interessate ancora prima dell’ormai imminente recepimento della Direttiva RED 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla “promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”, che entrerà in vigore il prossimo 5 dicembre e che prevede espressamente l’introduzione di sistemi volontari a livello internazionale o nazionale per la certificazione di sostenibilità di tutti i biocarburanti utilizzati nella UE, sulla base di prove e dati affidabili.

La certificazione è affidata a organismi indipendenti e terzi come Icim che abbiano sviluppato idonei schemi certificativi attraverso i quali è possibile verificare e certificare se la produzione di biocarburanti e bioliquidi rispetta i criteri di sostenibilità definiti dalla Direttiva e dagli standard emanati in conformità a questa.

Lo schema Icim per l’analisi della filiera per biocombustibili liquidi secondo la direttiva RED 2009/28/CE, serve proprio per misurare il rispetto dei requisiti previsti dalla direttiva per quanto riguarda gli obiettivi nazionali e degli altri obblighi in materia di energie rinnovabili. Indispensabili, tra l’altro, anche per determinare se il consumo di biocarburanti e di bioliquidi possa beneficiare di sostegno finanziario.

Lo schema si basa sul documento Icim 70R064 («Regole Particolari per la Certificazione di Conformità della Filiera di Biocombustibili Liquidi Sostenibili») e si applica per valutare il valore reale del «GHG Saving», un sorta di «Indice di sostenibilità» che misura la percentuale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, dalla filiera dei combustibili liquidi o biocarburanti (bioetanolo, biodiesel, biometanolo, biodimetiletere, idrocarburi sintetici, oli vegetali, ecc.) in termini di CO2 equivalente di un determinato biocarburante rispetto al combustibile di origine fossile di riferimento.

Lo schema certifica tutta la filiera (ma anche singoli anelli della catena) e l’intero ciclo di produzione del biocombustibile liquido, partendo dalle caratteristiche del “terreno” da cui nasce la biomassa, attraversando tutti i processi necessari (trasporto, distribuzione, trasformazione, ecc.) valutandone anche la rintracciabilità nel corso delle diverse fasi di trasformazione intermedie.

Lo schema, il primo in Italia e tra i primi in Europa di questo tipo, costituisce anche un’ottima base “tecnica” di discussione per le “linee-guida” che in questo settore dovranno essere presto stabilite dall’azione congiunta di ben tre Ministeri (Agricoltura, Sviluppo e Ambiente ndr.)

“Il nostro schema - ha dichiarato Vincenzo Delacqua, Responsabile Area Energia di Icim – prende spunto dal documento tecnico sviluppato dal Rfa inglese per rispondere alla Renewable Transport Fuels Obligation (Rtfo), che è un benchmark internazionale di grande caratura, per calarsi più puntualmente nella realtà italiana. E in alcuni casi siamo stati persino più rigorosi dei nostri colleghi olandesi o tedeschi”.
 

Icim: www.icim.it



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