Clima: sondaggio Wwf in Francia

Pubblicato il 13 ottobre 2015

In vista della COP21 sul clima che si terrà a Parigi il Wwf Francia ha voluto testare il sentimento dei cittadini francesi sulle attese rispetto al cambiamento climatico. Il sondaggio, commissionato all’istituto demoscopico Ifop ed effettuato prima dell’evento drammatico avvenuto sulla Costa azzurra, riguarda un campione di 1.004 persone e va considerato come aggiornamento di un medesimo test del 2010.

I francesi sono convinti per il 79% che le attività umane siano la causa principale degli sconvolgimenti climatici. Testimoni di frequenti catastrofi naturali e degli effetti sempre più marcati, più di 7 cittadini francesi su 10 condividono inoltre il sentimento che lo squilibrio climatico rappresenti una seria minaccia per le proprie vite e stili di vita.

Tra le conseguenze più temute vi sono l’intensità e la frequenza dei fenomeni meteorologici estremi (57%), l’aumento della siccità e delle inondazioni (42%) o ancora lo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento del livello dei mari (39%). Benché l’aumento dei periodi di ondate di calore (28%) o il rafforzamento delle disuguaglianze e lo sviluppo dei fenomeni migratori mondiali non figurino tra le prime 3 minacce, vengono comunque citate con più frequenza rispetto ai dati del 2012.

“Il sondaggio è interessante anche per gli altri Paesi, perché fotografa la realtà del Paese ospitante l’importante Summit sul Clima di dicembre, la COP21 a Parigi”, dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia. “Emerge l’aumento dell’angoscia per l’evidenza del cambiamento climatico e per i suoi impatti. La preoccupazione dei cittadini, non solo in Francia, è del tutto evidente, ed è sicuramente aumentata dalla mancanza di azione, sinora, da parte dei Governi. Occorre che i leader colgano il lato positivo della preoccupazione, insito nell’etimologia della parola, cioè occuparsi prima, prevenire il peggio, e si diano da fare, cogliendo la disponibilità ad agire della popolazione. La sfida è globale, ma l’azione deve iniziare a livello nazionale. Tocca soprattutto agli Stati essere all’altezza di queste attese così chiaramente espresse alla vigilia della COP21 di Parigi”.

Più di 8 francesi su 10 dichiarano di essere pronti a cambiare i propri stili di vita (87%). Il 30% di questi sono anche disposti a farlo sistematicamente, un dato stabile rispetto al 2008. La maggioranza di questa fetta di popolazione “salvaclima” (54%) considera comunque che sia più efficace che le misure siano prese al livello nazionale. Rispetto agli impegni seguono appena dopo le imprese, citate dal 21%. Solo l’11% considera, infine, l’iniziativa individuale come la risposta più appropriata da dare nella lotta ai cambiamenti climatici.

Il risultati del sondaggio rivelano inoltre la volontà di misurare le forze politiche messe in campo per la lotta ai cambiamenti climatici, il reale impegno dello Stato su questo terreno. Il 72% dei francesi considera che l’urgenza climatica non sia presa seriamente in considerazione dai governi. Circa un quarto degli intervistati considera anche che i governi non stiano affatto rispondendo seriamente all’urgenza climatica.



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