marzo 2015
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addestra topi a sminare ettari di terreni e a
ridarli alle popolazioni per la coltivazione.
Il 90% dei fondi della fondazione è desti-
nato all’Africa e il 10% restante in Italia, il
progetto italiano più importante è stato la
creazione del fondo Brave Circle Fund per
il sostegno delle popolazioni colpite dal
terremoto in Emilia Romagna nel 2012,
attraverso un’operazione di microcredi-
to. Il fondo ha erogato ad oggi più di 200
prestiti a piccole e medie imprese, start-up
e famiglie che altrimenti sarebbero state
escluse dal sistema bancario tradizionale.
Se i lettori sono interessati possono trovare
più informazioni sul sito della fondazione,
www.otbfoundation.org”.
Staff International e OTB hanno avviato un
progetto virtuoso a sostengono le loro im-
prese fornitrici. Cosa vuole dirci in merito?
“Quando l’anno scorso ho saputo che alcu-
ni dei nostri migliori fornitori erano in dif-
ficoltà, abbiamo creato il progetto C.A.S.H.
(Credito Agevolato - Suppliers Help), affin-
ché medie e piccole imprese che lavorano
per noi, e che dimostrano di avere un ele-
vato standard di qualità, possano accede-
re al credito con le stesse condizioni di un
grande gruppo come il nostro”.
Esiste un modo etico di fare impresa? E se
sì, in che modo si può attuare?
“Certo che esiste e credo che ogni attore
sociale, incluse le aziende, dovrebbe impe-
gnarsi e contribuire a garantire il welfare
del Paese.
Nel nostro piccolo è quello che io cerco di
fare con il nostro gruppo e la nostra fon-
dazione. Ci sono tanti modi di aiutare, co-
me finanziare progetti o iniziative propo-
ste da organizzazioni senza scopo di lucro,
creare imprese sociali, cui prodotti siano
beni o servizi sociali ecc…”
La produzione in Italia continua a vivere un
momento di stasi. Sopravvivono le imprese
che lavorano con l’estero. Ma non è sem-
plice ‘improvvisarsi’ esportatori. Che cosa
consiglierebbe a un giovane imprenditore
che volesse affacciarsi ai mercati esteri?
“Direi di investire nella qualità, il Made in
Italy è apprezzato in tutto il mondo per il
nostro know-how e la qualità dei nostri
prodotti, ma bisogna anche avere una vi-
sione globale per essere competitivi all’e-
stero, indentificare i Paesi più ricettivi per
il suo prodotto e sviluppare una strategia
marketing adatta”.