IMPRONTE
Gli studi sull’energia solare tornano
in Europa
A questo punto la cultura scientifica greca è
tornata in Occidente attraverso la presenza
araba in Spagna e in Sicilia e attraverso le
Crociate. Nell’XI e XII secolo dopo Cristo
si trovavano nel Mediterraneo persone
colte, cristiani, musulmani, ebrei, che
conoscevano il greco, l’arabo e l’ebraico;
la presenza in Occidente di regnanti curiosi
delle conoscenze anche tecnico-scientifiche
del mondo islamico ha spinto gli studiosi
medievali alla traduzione e rielaborazione di
tali conoscenze e si sono così aperte le porte
al mondo moderno.
L’’’Ottica” di Ibn al-Haitham fu tradotta
in latino da un anonimo intorno al XII
secolo e poi rielaborata dal polacco Witelo
(latinizzato in Vitellone) nel XIV secolo.
L’opera fu stampata a Basilea nel 1572.
Nelle prime pagine dell’edizione di Basilea
viene presentata una tavola ispirata alla
leggenda di Archimede (Figura 3). L’opera di
Ibn al-Haitham ha influenzato in Occidente
Ruggero Bacone e molti altri tanto che
dal XIII secolo in avanti si moltiplicano le
notizie sugli specchi e sulle lenti ustorie.
Il problema era soltanto quello di trovare
materiali adatti per la costruzione di lenti
abbastanza grandi e di specchi parabolici
abbastanza lucidi per una buona riflessione
dell’energia solare nel fuoco. Per alcuni
secoli continuano comunque ad apparire più
progetti e proposte che applicazioni pratiche.
Un posto importante occupa a questo punto
il napoletano Giovan Battista Della Porta
(1535-1615) straordinario e modernissimo
curioso, scrittore di scienze naturali, ma
ancora influenzato da influssi ‘magici’,
disposto a credere a dicerie che circolavano
fra le persone colte del Cinquecento. La sua
opera più nota è intitolata “Magiae naturalis
sive de miraculis rerum naturalium”, una
collezione di idee e notizie di storia naturale,
fisica, chimica, ricette per ottenere estratti
di piante e notizie sulle lenti e sfere ustorie.
Nel capitolo X viene descritto un distillatore
alimentato con l’energia solare (Figura 4); si
tratta probabilmente della prima applicazione
dell’energia solare alla soluzione di un
problema pratico come l’ottenimento di acqua
dolce dal mare.
Tecnologie solari cinesi d’altri tempi
Con Della Porta si entra nel tempo moderno
ma prima va ricordato che, apparentemente
in maniera indipendente, anche nella lontana
Cina qualcuno aveva scoperto che è possibile
ottenere calore, del ‘fuoco’, con specchi
esposti al Sole. Joseph Needham, nella sua
monumentale opera “Science and civilization
in China”, cita un trattato denominato Chou Li
(Zhouli), scritto intorno al 300 avanti Cristo,
in cui sono esposti i compiti dei numerosi
funzionari di un molto precedente periodo
Zhou.
Fra questi, un funzionario era addetto
all’accensione del fuoco con specchi ustori.
Lo stesso Needham cita che in un classico
‘trattato della guerra’, un colloquio fra
l’imperatore T’ai Tsung (Taizong) e il suo
generale Li Ching (Li Jing) vissuto all’inizio
del 600 dopo Cristo, è detto che l’esercito
deve disporre di specchi per accendere il
fuoco col Sole anche durante spedizioni in
terre lontane.
Lontane radici dell’attuale successo
tecnologico cinese nel campo dell’energia
solare.
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