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n.18 maggio 2015
EFFICIENTE
industria
di stoccaggio per essere poi recuperata negli sciacquoni o
negli impianti di irrigazione. Conclude Barbieri evidenziando
che, naturalmente, dotarsi di un manto impermeabile rappre-
senta solo il primo step del processo finalizzato al recupero
della risorsa idrica, ma è imprescindibile per procedere poi
con la realizzazione di un impianto realmente funzionale.
Per concludere, abbiamo chiesto a
Manuela Ojan
del
Climate Protection Department di Italcementi Group e
membro del Consiglio Esecutivo GBC Italia di illustrarci
le peculiarità dell’i-lab Italcementi, con particolare riferi-
mento alla parte tecnologica/impiantistica.
Ojan ci spiega che i-lab, centro ricerca e innovazione di Ital-
cementi, disegnato dall’architetto Richard Meier, è collocato
nel parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso di Ber-
gamo e si sviluppa su uno spazio di 23.000 m
2
. Costruito
in linea con la concezione di Italcementi di innovazione, di
sostenibilità e di eccellenza architettonica, tale edificio può
essere considerato la sintesi della più avanzata tecnologia
in termini di qualità dei materiali e di tecnologie per la green
construction. Progettato e costruito in osservanza dei princi-
pi dello standard Leed (Leadership in Energy and Environmen-
tal Design), i-lab ha ricevuto la certificazione Platinum, il più alto
livello di valutazione in materia energetica e ambientale per gli
edifici; i-lab rispetta infatti severi requisiti di efficienza energe-
tica, che consentono di ottenere un risparmio di energia fino al
60% rispetto a un edificio tradizionale di pari dimensioni e de-
stinazione d’uso, grazie alle modalità di costruzione adottate, ai
materiali utilizzati per l’involucro e all’impiego di energie rinno-
vabili ottenute con l’installazione di pannelli fotovoltaici, solari e
di un impianto geotermico.
Dal punto di vista tecnologico, precisa Ojan, l’impianto geoter-
mico, per il quale sono stati predisposti 51 pozzi che scendono
nel terreno fino a una profondità di 100 metri dal livello stradale,
contribuisce al riscaldamento d’inverno e al raffrescamento nei
mesi caldi, con un risparmio energetico fino al 40% nel primo
caso e fino al 25% nel secondo e conseguenti minori emissioni
di CO
2
in atmosfera. L’impianto fotovoltaico, grazie ai 420 i pan-
nelli presenti sul tetto del laboratorio per una potenza installata
di picco di quasi 100 kW, produce annualmente oltre 100 MWh
di energia elettrica, con un risparmio annuo complessivo di oltre
40 tonnellate di CO
2
e la copertura dell’80% dei fabbisogni per
l’illuminazione. Con riferimento infine ai pannelli solari termici, i
50 m
2
presenti soddisfano il 65% del fabbisogno annuo di acqua
calda dell’edificio.
Conclude Ojan evidenziando che i risultati sono positivi anche
grazie anche all’utilizzo di un BAS (Building Automation Sy-
stem) che consente di monitorare e gestire i flussi energetici,
termici ed elettrici e verificare i fattori ambientali che li influen-
zano. Per avere infine una garanzia di qualità sulle modalità di
monitoraggio del funzionamento e il mantenimento nel tempo
delle prestazioni dell’edificio è in corso l’iter per la certificazione
Leed Ebom (Existing Buildings Operation and Maintenance), ad
integrazione della certificazione Leed NC (New Construction)
relativa alla fase di progettazione e costruzione.
*Dir. 2010/31/UE, concernente la prestazione energetica edilizia
Impianto di
cogenerazione
a metano per la
produzione di energia
elettrica e termica