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IMPRONTE
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n.12 novembre 2013
Acqua e Sole
Motori del progresso
Il XX secolo si apre con la Belle Epoque, con
l’esposizione universale di Parigi del 1900, con il
trionfo della luce, della scienza, della tecnologia.
Un’età dell’oro che chiedeva crescenti quantità
di energia ottenibile dal carbone, le cui miniere
inglesi e tedesche erano sottoposte a intenso
sfruttamento, e con il petrolio, si affacciavano
timidamente le prime raffinerie che offrivano
i carburanti liquidi per le automobili che a loro
volta muovevano i primi passi, e potevano anche
essere mosse da carburanti di origine agricola,
‘solari’. Fu proprio nell’esposizione di Parigi che
Rudolph Diesel (1858-1913) presentò il suo motore
a combustione interna alimentato con olio di
arachide; Diesel sostenne che i motori funzionanti
con oli vegetali sarebbero stati di grande vantaggio
per l’agricoltura e per i paesi in cui si coltivano
piante oleaginose.
In questa atmosfera ottimistica molti scienziati
guardarono all’energia solare come l’energia per
il futuro. Il fisico tedesco Friedrich Kohlrausch
(1840-1910) nel libro ‘Die Energie der Arbeit’ del
1900, suggerì che l’elettricità ottenuta concentrando
il calore solare su macchine termiche, avrebbe
liberato l’uomo dalla fatica del lavoro. Nel 1903 il
chimico Giacomo Ciamician (1857-1922), tenne la
prolusione all’anno accademico dell’Università di
Bologna con una conferenza intitolata ‘La chimica
dell’avvenire’.”Il problema dell’impiego dell’energia
raggiante del Sole si impone e s’imporrà anche
maggiormente in seguito…. Quando un tale sogno
fosse realizzato le industrie sarebbero ricondotte
a un ciclo perfetto, a macchine che produrrebbero
lavoro colla forza della luce del giorno, che non costa
nulla e non paga tasse!”. E altrove: con l’energia
solare “i paesi tropicali avrebbero accesso allo
sviluppo e la civiltà ritornerebbe così nei paesi in cui
è nata. Se la nostra nera e nervosa civiltà, basata
sul carbone, sarà seguita da una civiltà più quieta,
basata sull’utilizzazione dell’energia solare, non
ne verrà certo un danno al progresso e alla felicità
umana”.
Nel 1909 il fisico inglese J.J. Thomson (1856-1940)
nella relazione iniziale del Congresso della British
Association a Winnipeg, disse che dal Sole un giorno
l’umanità avrebbe potuto trarre l’energia necessaria
alle sue attività. “Quando verrà questo giorno i nostri
centri di attività industriale saranno forse trasportati
nei roventi deserti del Sahara”. Ad una auspicabile
società solare credevano, quindi, autorevoli scienziati,
non solo inventori che pure avevano ottenuto notevoli
Pompa solare Somor presentata alla Conferenza di Tucson del 1954
Il motore a combustione interna alimentato con olio di arachide,
presentato da Diesel all’esposizione universale di Parigi del 1900,
spinse gli scienziati dell’epoca a guardare con rinnovato interesse
all’energia solare responsabile della crescita dei semi oleaginosi.
Giorgio Nebbia
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