UE: convalidata la normativa italiana in materia di shopper
L'Europa riconosce le differenze dei Paesi Membri e la loro possibilità di seguire strade diverse per raggiungere il comune target di riduzione degli shopper nei prossimi anni.
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Il Parlamento Europeo ha votato oggi la proposta di Direttiva europea sugli shopper presentata dalla Commissione il 4 novembre del 2013.
Si tratta di un voto storico perché per la prima volta il Parlamento Europeo ha dato il via libera ad una normativa dedicata esclusivamente a minimizzare la produzione di rifiuti e incentivare modelli virtuosi ispirati all’economia circolare, asse prioritario strategico dell’UE.
Il voto dell’aula ha confermato in toto quanto era già emerso in Commissione Ambiente: l’Italia può mantenere il suo modello, l’Europa riconosce le differenze dei Paesi Membri e la loro possibilità di seguire strade diverse per raggiungere il comune target di riduzione del 50% degli shopper in 3 anni rispetto al 2010 e dell’80% in 5 anni.
In caso di tassazione e non di bando l’imposizione fiscale deve essere sufficientemente elevata da portare ai target di riduzione stabiliti. Per evitare distorsioni e aggiramenti della direttiva è previsto che i sacchi riutilizzabili non possano costare meno dei sacchi usa e getta. A titolo di esempio, l’Irlanda per raggiungere una riduzione dell’80% degli shopper ha applicato una tassa di 22 cent. I sacchi riutilizzabili non potranno, quindi, essere venduti sotto questa soglia. Inoltre non potranno essere usati sacchi ultrasottili del tipo frutta e verdura per asporto merci.
Attraverso un differenziale di prezzo viene riconosciuto il contributo dei sacchi biodegradabili e compostabili nel migliorare qualità e quantità del rifiuto organico raccolto in modo differenziato. In questa logica i sacchi frutta e verdura sotto i 10um dovranno essere biodegradabili e compostabili entro 5 anni dall’applicazione della direttiva.
Allo stato attuale la direttiva votata dal Parlamento Europeo riconosce la positività dei risultati prodotti dalla norma italiana sui sacchi in termini di trasformazione del problema del rifiuto organico in opportunità di sviluppo L’Italia, con la sua legge, infatti, ha già portato il consumo di shopper usa e getta da circa 180.000 t del 2010 a circa 90.000 del 2013 con una riduzione dell’ordine del 50% ed ha migliorato qualità e quantità del rifiuto organico creando un vero e proprio modello di raccolta differenziata che funziona allo stesso modo in aree a bassa ed alta densità di popolazione come sta dimostrando il caso di Milano.
“Questo pronunciamento rappresenta una svolta storica perché per la prima volta il Parlamento Europeo si esprime in modo chiaro per l’introduzione di un modello regolamentare finalizzato a minimizzare la produzione di rifiuti e nello stesso tempo incentivare modelli che mimano i sistemi biologici e mantengono in circolo le risorse utilizzate. Il modello trae origine dallo sviluppo virtuoso della filiera del compost di qualità da rifiuto municipale, raccolto in modo differenziato porta a porta, e dall’evoluzione della ricerca e innovazione del settore delle bioplastiche biodegradabili. Le connessioni tra questi due sviluppi, verificatesi negli anni, ha messo in moto una serie di comportamenti virtuosi e di iniziative di collaborazione tra svariati interlocutori (imprese, istituzioni, enti di ricerca, associazioni di settore, amministrazioni) generando un tessuto connettivo ideale per promuovere un cambiamento di modello economico con al centro l’uso efficiente delle risorse”, ha dichiarato Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont.
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