Investire in compost per lottare contro i cambiamenti climatici
Il suolo deve rappresentare una delle principali risorse strategiche delle politiche Europee. Un gestione oculata della fertilità del suolo offre maggiore garanzia per la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici: per questo, nella #GiornataMondialeDelSuolo 2019, il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) da Assisi, in occasione della terza edizione del convegno “Dalla terra alla Terra”, rilancia in Italia l’alleanza S.O.S. Soil “Save Organics in Soil”, firmata a Bilbao ad ottobre ed avente come promotori il CIC e l’European Compost Network (ECN).
Il documento firmato a Bilbao è stato un punto di partenza decisivo per accendere i riflettori a livello europeo ed internazionale sull’importanza del suolo come risorsa strategica nella lotta ai cambiamenti climatici. Ora da Assisi lanciamo l’appello per stimolare nuove iniziative politiche e atti normativi conseguenti a livello europeo e declinate nei nostri territori”, dichiara Massimo Centemero, direttore CIC. “La Giornata Mondiale del Suolo rappresenta quindi un’occasione per chiedere a sempre più enti, associazioni, aziende, consorzi, cittadini ed esperti della comunicazione di aderire alla nostra iniziativa e di lavorare per sensibilizzare cittadini e politica in Europa e in Italia sul tema fondamentale della difesa e rigenerazione del suolo.
Decisivo per la rigenerazione dei suoli, il compost è stato al centro della discussione svoltasi ad Assisi. L’Italia è un paese virtuoso da questo punto di vista: quasi due milioni di tonnellate di compost sono prodotte ogni anno, eppure la scarsa conoscenza e la scarsa promozione nel mondo agricolo di questo fertilizzante rinnovabile ne limita l’impiego valorizzato. Il settore del biowaste ha però importanti ricadute anche economiche ed occupazionali: nel 2016, secondo le proiezioni del Consorzio Italiano Compostatori, il volume d’affari generato dal biowaste (con l’indotto) è stato pari a 1.8 Mld € di fatturato, mentre i posti di lavoro generati 9.800 (+9% rispetto all’anno precedente): in pratica 1,4 posti di lavoro ogni 1.000 t di rifiuto organico. La filiera del rifiuto organico coinvolge numerose attività, dai servizi di raccolta e trasporto, ai servizi di studio, ricerca e progettazione e delle tecnologie per il trattamento del rifiuto organico. Con una raccolta differenziata a regime in tutta Italia si potrebbe arrivare a 13.000 addetti e 2,56 Mld € comprensivi dell’indotto generato.
“Il suolo è una risorsa non rinnovabile (10 centimetri necessitano di 2000 anni per essere rigenerati) – prosegue Centemero – ed è fondamentale per la produzione alimentare destinata all’uomo e agli allevamenti. Per questo motivo abbiamo bisogno di pratiche rigenerative per arrestare il suo degrado e la perdita di fertilità: sebbene si tratti di un motivo di grande preoccupazione, l’Unione Europea non ha tuttavia ancora adottato una direttiva sul suolo. È necessario riportare la materia organica nel suolo, con il duplice effetto di contribuire alla decarbonizzazione attraverso l’assorbimento di carbonio e di rendere il suolo più resiliente e più fertile”.
Proprio da Assisi arriva un esempio tutto italiano che racconta l’importanza della raccolta differenziata e del legame tra essa, il compost e la rigenerazione dei suoli. In occasione dell’evento del CIC sono stati mostrati gli sviluppi di Fra’ Sole, il progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale del Sacro Convento di Assisi, con la presentazione del compost ottenuto dal punto di compostaggio circolare installato nei pressi degli orti del Sacro Convento in collaborazione con il CIC. Il progetto che ha preso il via nel 2018 proprio in occasione della Giornata Mondiale del Suolo, mette al centro l’educazione ambientale non solo dei frati del Convento ma anche dei milioni di pellegrini che ogni anno visitano Assisi e la tomba di San Francesco. Grazie alla partnership tecnica con il CIC, il progetto Fra’ Sole ha permesso di realizzare una soluzione dedicata di recupero della frazione organica (sia residuo alimentare del refettorio del Sacro Convento che sfalci e potature della selva e del bosco di Assisi) per trasformarla in compost di qualità da riutilizzare a favore dei terreni del convento o del territorio circostante.
Ad Assisi infine è stata presentata ufficialmente CO2mpost, una piattaforma online, sviluppata dal CIC in collaborazione con Studio Fieschi, in grado di calcolare la carbon footprint, cioè l’impronta di carbonio, degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica: calcola quindi il bilancio fra le emissioni prodotte dalle attività dell’impianto e quelle evitate grazie all’utilizzo di compost ed energia da biogas in sostituzione ai fertilizzanti e all’energia prodotti da fonti fossili. Il “tool” ha l’obiettivo di evidenziare e dimostrare i benefici che una gestione virtuosa del rifiuto organico determina nella lotta al cambiamento climatico.
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